Ermes

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: Ἑρμής
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[]] e [[]]
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Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Divinità
Sottotipologia: Divinità Superne
Specificità: Divinità del Canto
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento: Terra
Habitat: Cielo
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE
Musica Sapienza Vento

Figlio di Zeus e di Maia, la più grande delle Pleiadi. Veniva considerato come la personificazione del vento e come tale ne aveva le caratteristiche: la velocità, la leggerezza, l'incostanza, la monelleria e l'umore scherzoso. Caratterizzato da astuzia e abilità, gli furono date dai Greci le attribuzioni più varie: dio delle relazioni pacifiche, del commercio, della navigazione, dei viaggi, dell'eloquenza, capo delle Cariti o Grazie, protettore dei ginnasi, dei concorsi degli efebi, dei ladri, degli sportivi, degli araldi e dei navigatori. Inventore e propagatore delle scienze (specie della matematica e dell'astronomia), Ermes nacque in una grotta spaziosa ai fianchi del monte Cillene.

IMPRESE E MITI[modifica]

L'invenzione della cetra[modifica]

Appena nato, si liberò da solo delle fasce in cui era avvolto e furtivamente uscì dalla caverna. Fatti pochi passi incontrò una tartaruga, la raccolse, le tolse il guscio e sulla cavità di questo tese sette corde inventando così la cetra che dava un suono dolcissimo.

Il furto dei buoi di Apollo[modifica]

Ma subito gli venne in mente un'altra idea: rubare la mandria di buoi ad Apollo. Perciò il piccolo dio si precipitò in Tessaglia, dove giunse di notte. Senza perdere tempo, si impossessò di cinquanta buoi e tirandoli per la coda li fece camminare all'indietro per dare l'impressione che le bestie invece di allontanarsi, si avvicinavano al pascolo. Giunto che fu nell'Elide, in prossimità del fiume Alfeo, scoprì una grotta e la vi nascose la mandria facendo attenzione a mimetizzare per bene l'ingresso. Stava per spuntare l'alba, quando il piccolo dio fece ritorno alla sua culla nel monte Cillene, quindi si rimise le fasce e fece finta di dormire. Appena giorno, Apollo si accorse subito che mancavano delle bestie ed essendo il dio dei vaticini e degli indovini, seppe subito di chi era la colpa. Si presentò quindi da Ermes e gli impose di rendergli le bestie, Ermes cadde dalle nuvole, lui non sapeva cosa fossero i buoi ed inoltre come avrebbe potuto un lattante di appena un giorno rubare cinquanta buoi? E come poteva andare così lontano in Tessaglia se ancora non sapeva camminare? Apollo, sforzandosi di non ridere nell'udire come quell'infante gli rifilava una bugia dietro l'altra, lo minacciò di grandi punizioni se non avesse ubbidito subito. Ermes, senza scomporsi, prese la cetra e si mise a suonarla, ad Apollo, che era il dio della musica, il suono della cetra piacque tanto che desiderava averla per sè. Ermes, che aveva uno spiccato senso degli affari, gli propose allora lo scambio: la cetra in cambio dei buoi. Apollo accettò e da quel giorno diventarono ottimi amici e addirittura Apollo regalò al piccolo dio una verga magica, alla quale in seguito vennero intrecciati due serpenti d'oro. La verga venne chiamata Caduceo e fu il principale attributo di Ermes e degli araldi.

FUNZIONI[modifica]

Dato che era rapido come il vento, Zeus lo nominò araldo degli dèi, aveva cioè l'incarico di portare a termine quelle transizioni particolarmente delicate e le conduceva alla sua maniera nella massima libertà di azione. Come messaggero degli dèi egli era anche il dio dei sogni, perché i sogni erano considerati come messaggi divini, e per portare i sogni anche a chi non dormiva, con la sua verga magica aveva il potere di addormentare i mortali. Nella sua mansione di araldo degli dèi Ermes accompagnava le ombre dei morti nell'Erebo. Questo compito gli viene dal fatto che l'anima era considerata un soffio di vento (Vento che lui personificava).

ATTRIBUTI[modifica]

Suoi attributi erano: il Caduceo, i calzari alati e la cappa che rende invisibile.

EPITETI[modifica]

BIBLIOGRAFIA[modifica]

Fonti Antiche[modifica]


Fonti Moderne[modifica]

MUSEO[modifica]