Biblioteca:Igino, Fabulae 08

Antiope era figlia di Nitteo, re di Beozia; sedotto dalla sua bellezza, Zeus la ingravidò. Il padre, volendola punire per un tale scandalo, la minacciava di morte; allora Antiope fuggì. Per caso, giunse nello stesso luogo in cui si trovava Epafo di Sicione, che la portò nella sua dimora e ne fece la sua sposa. Nitteo se ne ebbe a male e, sul punto di morte, obbligò con il suo testamento il fratello Lico, in cambio del regno, a non lasciare Antiope impunita. Dopo la sua morte, Lico arrivò a Sicione, uccise Epafo e fece prigioniera Antiope, conducendola sul Citerone; qui ella partorì due gemelli che vennero allevati da un pastore il quale gli diede come nomi Zeto e Anfione. Antiope fu consegnata a Dirce, sposa di Lico, affinché le desse il tormento; ma, non appena ne ebbe la possibilità, ella riuscì a scappare e a raggiungere i suoi figli, uno dei quali, Zeto, la respinse prendendola per una schiava fuggitiva. Nel medesimo luogo arrivò Dirce, in occasione di un baccanale in onore di Libero; ella trovò Antiope e la condusse a morte. Ma il pastore che li aveva educati riferì ai due giovani che quella era la loro madre e subito essi si gettarono all’inseguimento e la liberarono. Quanto a Dirce, la legarono per i capelli a un toro e la uccisero. Stavano, infine, per uccidere anche Lico, ma glielo impedì Ermes il quale nello stesso tempo ordinò a Lico di consegnare il regno ad Anfione