Biblioteca:Igino, Fabulae 92

Il giudizio di Paride[modifica]

Si dice che Zeus, quando Teti sposò Peleo, abbia invitato al banchetto tutti gli Dèi tranne Eris, cioè la Discordia; costei, quando poi giunse e non venne fatta entrare, gettò dalla porta una mela, dicendo che era destinata alla più bella. Era, Afrodite e Atena subito la pretesero ognuna per se e cominciarono a contendere tra loro, per cui Zeus ordinò a Ermes di portarle sul monte Ida, da Paride Alessandro, e di far giudicare a lui. Era gli promise, se avesse deciso in suo favore, che avrebbe regnato sul mondo intero e sarebbe stato il più ricco di tutti; Atena gli promise, se fosse uscita vittoriosa, di farlo diventare il più valoroso tra i mortali, oltre che abile in ogni arte; Afrodite, invece, promise di dargli in moglie Elena, figlia di Tindaro, la più bella fra tutte le donne. Paride preferì quest’ultimo dono ai precedenti e dichiarò che Afrodite era la più bella; per questo motivo Era e Atena divennero nemiche dei Troiani. Alessandro, istigato da Afrodite, rapì Elena a Menelao, di cui era ospite: la portò da Sparta a Troia - assieme a Etra e Tisadie, prigioniere, ma un tempo regine, che le erano state assegnate come ancelle da Castore e Polluce - e la sposò.