Biblioteca:Igino, Fabulae 224

I mortali che furono resi immortali[modifica]

Eracle, figlio di Zeus e di Alcmena; Libero, figlio di Zeus e di Semele; Castore e Polluce, fratelli di Elena, figli di Zeus e di Leda. Perseo, figlio di Zeus e di Danae, che divenne una costellazione; Arcade, figlio di Zeus e Callisto, anch’egli assunto tra le stelle; Arianna, che Libero chiamò Libera, figlia di Minosse e di Pasifae; Callisto, figlia di Licaone, che fu messa nell’Orsa Maggiore; Cinosura, nutrice di Zeus, che fu posta nell’altra Orsa; Esculapio, figlio di Apollo e di Coronide; Fauno, figlio di Ermes e di Penelope; Croto, figlio di Fauno e di Eufeme, fratello di latte delle Muse, entrò nella costellazione del Sagittario; Icario ed Erigone, sua figlia, furono pure accolti fra le stelle - l’uno nella costellazione di Arturo e l’altra in quella della Vergine; Ganimede, figlio di Assaraco, entrò nell’Acquario, tra i dodici segni; Ino, figlia di Cadmo, nella costellazione di Leucotea, che noi chiamiamo Mater Matuta; Melicerte, figlio di Atamante, fu trasformato nel Dio Palemone; e Mirtilo, figlio di Ermes e Teobule, divenne la costellazione dell’Auriga.