Mitologia Greca

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INTRODUZIONE

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La mitologia dei Greci sorse dalla fusione dei culti autoctoni con le religioni delle popolazioni indoeuropee che, provenendo da Nord, si stabilirono in Grecia tra il XIX e il XVII secolo a.C. Se nella fase più arcaica i Greci avevano concepito le loro divinità come personificazioni delle forze naturali. di corpi celesti o di particolari concetti, in un'epoca successiva, probabilmente sotto l'influsso di calssi più colte, essi elaborarono una serie di divinità antropomorfe, con caratteri più decisamente umani. Questi dèi proteggono i loro eroi favoriti e si intromettono frequentemente nella vita degli uomini. Da questa evoluzione delle divinità derivò, col tempo, il sorgere di una complessa mitologia, ricca di varianti e sfumature, ma sostanzialmente omogenea.


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COSMOGONIA

Il MITO PELASGICO

Eurinome e Ofione.jpg

All'inizio dei tempi, Eurinome, la Dea di Tutte le Cose, emerse nuda dal Caos. Non trovò nulla attorno a lei, tranne il cielo e l’acqua del mare che erano uniti in un abbraccio infinito. Non trovò nulla su cui poggiare i piedi e perciò divise il mare dal cielo, e il mare divenne acqua e il cielo divenne aria ed Eurinome poggiò i piedi sull’acqua e danzò sulle onde del mare.
Danzando in un’estasi di gioia infinita si diresse verso sud e lì incontrò Borea, il Vento del Nord, che si era formato dalla divisione di mare e cielo. Eurinome non lo aveva mai notato prima e fu subito attratta da lui perché era una novità ed era bello e sapeva danzare come solo il vento sa danzare, e decise di iniziare con lui l’opera della creazione.
Quando fu vicina a Borea, sempre danzando ad un ritmo incessante, Eurinome si voltò all’improvviso e lo afferrò, e danzarono avvinti ad un ritmo crescente e da questa danza sfrenata si generò Ofione, il Grande Serpente.
Eurinome ed Ofione danzavano e danzavano finché il grande serpente avvolse la Dea di Tutte le Cose nelle sue spire ed i due si unirono in un’estasi d’amore, ed Eurinome rimase incinta.
La Dea si trasformò in una bellissima colomba mentre era in volo sul mare, e dopo un po’ di tempo depose l’Uovo Universale. Poi ordinò allora ad Ofione di arrotolarsi sette volte attorno all’uovo finché questo si schiuse e ne uscirono tutte le cose: il sole, la luna, i pianeti, le stelle, la terra con i suoi monti e i suoi fiumi e gli alberi e le erbe e tutte le creature viventi.

Eurinome ed Ofione si stabilirono sul Monte Olimpo e tutto andò tranquillo per un po’ di tempo, ma poi Ofione irritò Eurinome perché si vantava di essere il creatore dell’Universo. Eurinome allora lo colpì alla bocca con un calcio, gli spezzò tutti i denti e lo relegò nelle buie caverne sotterranee.
Rimasta sola la Dea di Tutte le Cose creò le sette potenze planetarie e mise a capo di ognuna di queste potenze una Titanessa e un Titano: Tia e Iperione al sole, Febe e Atlante alla luna, Dione e Crio a Marte, Meti e Ceo a Mercurio, [[Temi (1)|Temi] ed Eurimedonte a Giove, Teti ed Oceano a Venere e Rea e Crono a Saturno.

IL MITO OMERICO
Secondo Omero tutti gli esseri sono figli di Oceano e Teti. Oceano è un fiume che avvolge la terra, Teti è signora delle acque. Si tratta dunque di un'altra versione della coppia Ofione-Eurinome. Nella versione pelasgica, come abbiamo visto in precedenza, Oceano e Teti sono una coppia di titani, associati al pianeta Venere.

IL MITO ORFICO
Secondo i misteri orfici la Notte dalle ali nere fu amata dal Vento e depose un uovo d'argento nel grembo della Oscurità; dall'uovo nacque Fanete che mise in moto l'Universo. Fanete era un ermafrodito dalle ali d'oro, e poiché aveva quattro teste di volta in volta ruggiva come un leone, muggiva come un toro, sibilava come un serpente o belava come un ariete. La Notte visse con lui in una grotta e assunse il triplice aspetto di Notte, Ordine e Giustizia. Dinnanzi a quella grotta sedeva l'inesorabile madre Rea che battendo le mani su un bronzeo tamburo costringeva gli uomini a prestare attenzione agli oracoli della dea. Fanete creò la terra, il cielo, il sole e la luna; ma la triplice dea imperò sull'Universo, finché il suo scettro passò nelle mani di Urano.