Biblioteca:Igino, Fabulae 273

Coloro che celebrarono i giochi fino ad Enea, il quindicesimo[modifica]

...... cinque: i giochi che Danao, figlio di Belo, organizzò ad Argo per le nozze delle figlie, con gare di canto, da cui viene l’imeneo. Sei: quelli che Linceo, figlio di Egitto, fece - ancora ad Argo - in onore di Era Argiva, che chiamano aspis en Arghei («lo scudo ad Argo»). Chi vince in questi giochi riceve uno scudo in luogo della corona, perché quando Abante, figlio di Linceo e di Ipermestra, portò ai genitori la notizia che Danao era morto, Linceo prese dal tempio di Era Argiva lo scudo che Danao aveva portato in gioventù e poi aveva dedicato a Era, e lo regalò al figlio Abante. In questi giochi, chi vince una volta e scende nuovamente in gara ...... a meno che non vinca ancora ...... gareggi spesso. Sette: Perseo, figlio di Zeus e di Danae, istituì ludi funebri in onore di Polidette, che lo aveva allevato, nell’isola di Serifo; durante questi giochi, colpì nel corso della lotta il nonno Acrisio e lo uccise, sicché per volere degli Dèi avvenne ciò che egli di sua volontà non avrebbe mai fatto. Otto: Eracle istituì gare atletiche a Olimpia per Pelope, figlio di Tantalo, nelle quali gareggiò lui stesso con Acareo nel pammachio, che noi chiamiamo pancrazio. Nove: i giochi che si svolsero a Nemea per Archemoro, figlio di Lico ed Euridice, istituitì dai sette principi che andarono all’assalto di Tebe; nel corso di questi giochi, successivamente, Euneo e Deipilo, figli di Giasone e di Ipsipile, vinsero la corsa. Fu sempre durante questi giochi che il pitauleta fece cantare sette attori con la sola voce, per cui in seguito venne chiamato corauleta. Dieci: i giochi Istmici, che - dicono -furono istituiti da Eratocle in onore di Melicerte, figlio di Atamante e Ino; secondo altri poeti, furono invece istituiti da Teseo. Undici: i giochi celebrati dagli Argonauti nella Propontide, con gare di salto, lotta e giavellotto, per il re Cizico e per suo figlio, che Giasone aveva ucciso di notte sulla spiaggia senza sapere chi fosse. Dodici: i giochi istituiti per gli Argivi da Acasto, figlio di Pelia, nel corso dei quali Zetes, figlio di Aquilone, vinse la lunga corsa e Calai, suo fratello, il doppio giro dello stadio; Castore, figlio di Zeus, vinse la corsa dello stadio, e suo fratello Polluce quella del cesto; Telamone, figlio di Eaco, vinse la gara del disco, e suo fratello Peleo vinse nella lotta; Eracle, figlio di Zeus, vinse nel pammachio, Meleagro, figlio di Eneo, nella gara di giavellotto; Cicno, figlio di Ares, uccise a duello Pilo, figlio di Diodoto, e Bellerofonte vinse nella corsa con i cavalli; nella corsa con le quadrighe, invece, Iolao, figlio di lficle, batté Glauco, figlio di Sisifo, che fu dilaniato a morsi dai suoi cavalli; Eurito, figlio di Ermes, vinse la gara delle frecce, Cefalo, figlio di Deioneo, quella della fionda; Olimpo, discepolo di Marsia: vinse la gara di flauto, Orfeo, figlio di Eagro, quella della cetra, Lino, figlio di Apollo, quella di canto, e Eumolpo, figlio di Poseidone, vinse la gara di canto al compagnato dal flauto, suonato da Olimpo. Tredici: Priamo innalzò a Ilio un cenotafio in onore di Paride, il figlio che aveva ordinato di uccidere, e per l’occasione si svolsero delle gare ginniche, a cui parteciparono, per la corsa, Nestore, figlio di Neleo, Eleno Deifobo e Polite, figli di Priamo, Telefo, figlio di Eracle, Cicno, figlio di Poseidone, Sarpedonte, figlio di Zeus, Paride Alessandro, pastore, figlio di Priamo anche se non lo sapeva. Comunque, Paride vinse e scoprì che era figlio di Priamo. Quattordici: Achille organizzò giochi funebri in onore di Patroclo, nel corso dei quali Aiace vinse nella lotta e ricevette i premio un lebete d’ oro; poi Menelao vinse la gara di giavellotto e ricevette in premio un giavellotto d’oro. Al termine dei giochi, Achille gettò sul rogo Patroclo dodici prigionieri frigi, il cavallo del morto e il suo cane. Quindici: Enea, figlio di Afrodite e Anchise, organizzò dei giochi in Sicilia, presso il suo ospite Aceste, figlio del fiume Crimiso; con questi giochi celebra le esequie del padre, tributando gli onori dovuti, morti con gare e competizioni. La prima gara fu un gara di navi ...... Mnesteo vi partecipò con la nave Pistri, Gia con la nave Chimera, Sergesto con la nave Centauro. Vinse però Cloanto, con la nave Scilla, e ricevette in premio un talento d’argento e una clamide d’oro con la figura di Ganimede in tessuta di porpora; Mnesteo ottenne una corazza, Gia si portò via bacili e coppe d’argento cesellate, Sergesto una schiava con due figli di nome Foloe. Alla seconda gara, una corsa a piedi, parteciparono Niso, Eurialo, Diore, Salio, Elimo, Panope; vinse Eurialo, e ricevette in premio un cavallo con splendidi finimenti; Elimo, che arrivò secondo, ebbe una faretra amazzone, mentre Diore, il terzo arrivato, ebbe un elmo argolico. A Salio Enea donò una pelle di leone e a Niso uno scudo, opera di Didimaone. Nella terza gara, si cimentarono con i cesti Darete ed Entello; Entello vinse e ricevette in premio un toro, mentre a Darete Enea diede una spada e un pugnale. Alla quarta gara, con le frecce, parteciparono Ippocoonte, Mnesteo, Aceste ed Euritione, che ricevette in dono un elmo e per decisione del giudice, a causa di un presagio, cedette l’onore della vincita ad Aceste. Nella quinta gara si cimentarono i fanciulli, secondo l’uso troiano, guidati dal piccolo Ascanio.