Differenze tra le versioni di "Meleagro"
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Versione delle 16:03, 12 lug 2020
SCHEDA | |
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IDENTITÀ | |
Nome orig.: | - |
Altri nomi: | - |
Etimologia: | - |
Sesso: | Maschio |
Genitori: | [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]] |
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LOCALIZZAZIONE | |
Sezione: | Mitologia Classica |
Continente: | Europa |
Area: | Mediterraneo |
Paese: | Grecia |
Regione: | [[{{{regione}}}]] |
Provincia: | [[{{{provincia}}}]] |
Città: | [[{{{citta}}}]] |
Origine: | Greci |
CLASSIFICAZIONE | |
Tipologia: | Umani |
Sottotipologia: | Nobili |
Specificità: | Principi |
Subspecifica: | - |
CARATTERI | |
Aspetto: | Antropomorfo |
Indole: | Benevola |
Elemento: | |
Habitat: | |
ATTRIBUTI | |
Fisici
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Animali
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Vegetali
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Minerali
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Alimenti
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Colori
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Numeri
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Armi
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Abbigliamento
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Altri
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Personaggi
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TEMATICHE | |
Figlio di Eneo (per alcuni di Ares) e di Altea, re e regina di Calidone. Quando Meleagro compì sette anni, apparvero le Moire, Cloto e Lachesi, le quali predissero che il bimbo sarebbe cresciuto forte e magnanimo, ma Atropo (l'inflessibile) aggiunse che sarebbe morto quando il tizzone che era nel focolare si fosse completamente consumato. A queste parole Altea corse a togliere il tizzone dal fuoco, e lo custodì gelosamente in una cassa.
Indice
Meleagro argonauta
Divenuto grande, invulnerabile nel corpo e di spirito nobile, Meleagro partecipò alla spedizione degli Argonauti, durante la quale uccise, senza averli sul momento riconosciuti, due tra i Dolioni che in precedenza avevano accolto l'equipaggio, Itimoneo e il grande eroe Artace, per la qual cosa egli provò grande tristezza.
La caccia al cinghiale calidonio
Era arrivato il tempo di sacrificare agli dèi le primizie del raccolto, ed Eneo compì i riti in onore di tutte le divinità, ma si dimenticò di Artemide. La dea infuriata mandò un cinghiale enorme e fortissimo, divenuto noto come cinghiale calidonio, che devastava le campagne uccidendo tutte le bestie e le persone che incontrava. Eneo chiamò allora da tutta la Grecia gli uomini più valorosi, molti dei quali avevano fatto parte della spedizione degli Argonauti come il figlio, promettendo in premio la pelle del cinghiale a chi fosse riuscito a ucciderlo. Eneo ospitò tutti i convenuti per nove giorni; quando poi giunse il decimo giorno, Cefeo, Anceo e altri ancora si rifiutarono di partecipare alla caccia a causa della convocazione dell'unica donna, Atalanta: ma Meleagro, pur essendo sposato con Cleopatra, desiderava Atalanta, e così obbligò tutti a partecipare alla caccia, nonostante la presenza della dolce fanciulla. Il cinghiale circondato riuscì a sfuggire uccidendo Ileo e Anceo, mentre Peleo, senza volerlo, colpì mortalmente Euritione con la sua lancia. Atalanta fu la prima a colpire con una freccia la schiena del cinghiale, poi Anfiarao lo colse in mezzo agli occhi ed infine Meleagro lo finì con la sua lancia. La pelle quindi spettò a lui ed egli, volendo fare il galante, la donò ad Atalanta.
La morte di Meleagro
Ma i figli di Testio, indignati che una donna ottenesse il premio al posto degli uomini, le portarono via la pelle, sostenendo che spettava comunque alla loro famiglia, se Meleagro non voleva tenerla per sé. Meleagro vedendo così andare in fumo i suoi piani di conquista della ragazza, si infuriò, uccise i figli di Testio e restituì la pelle alla tanto desiderata Atalanta. Fu così che Altea, afflitta dalla morte dei suoi fratelli, fra atroci sofferenze e tentennamenti fece bruciare tutto il tizzone, e così Meleagro morì all'istante.
Un'altra versione narra che quando i figli di Testio reclamarono la preda sostenendo che il primo colpo era stato quello di Ificlo, fra Cureti e Calidoni scoppiò una guerra. Meleagro riuscì a venir fuori dalla città assediata, e uccise alcuni dei figli di Testio: Altea allora gli lanciò una maledizione, e Meleagro, per la rabbia, si chiuse in casa. I nemici erano ormai sotto le mura della città, e la gente implorava l'aiuto di Meleagro: sua moglie Cleopatra riuscì infine a convincerlo, Meleagro uccise anche gli altri figli di Testio, ma poi cadde anch'egli in battaglia. Dopo la sua morte, Altea e Cleopatra si impiccarono, e tutte le sorelle di Meleagro vennero trasformate in uccelli, ad eccezione di Deianira.
BIBLIOGRAFIA
Fonti Antiche
- Apollodoro, Biblioteca, I, 8
- Apollodoro, Biblioteca, I, 9
- Apollodoro, Biblioteca, II, 5
- Apollonio Rodio, Argonautiche, Libro I
- Apuleio, Le Metamorfosi, Libro VII
- Euripide, Supplici
- Igino, Fabulae 14
- Igino, Fabulae 171
- Igino, Fabulae 172
- Igino, Fabulae 174
- Igino, Fabulae 239
- Igino, Fabulae 244
- Igino, Fabulae 249
- Igino, Fabulae 270
- Igino, Fabulae 273
- Igino, Fabulae 70
- Igino, Fabulae 99
- Omero, Iliade, Libro II
- Omero, Iliade, Libro IX
- Ovidio, Heroides, 09. Deianira a Eracle
- Ovidio, Metamorfosi, Libro IX
- Ovidio, Metamorfosi, Libro VIII
- Pindaro, Istmiche, VII
- Seneca, Medea
Fonti Moderne
Titolo | Autore | Anno |
---|---|---|
Dizionario di Mitologia | Ferrari, Anna | 1999 |
Dizionario di Mitologia Classica. Dèi, eroi, feste | Biondetti, Luisa | 1997 |