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Re di [[Argo]], figlio di [[Tideo]] - uno dei [[Sette contro Tebe]] - di cui vendicò la morte nella seconda spedizione contro la città: da allora divenne grande amico di un altro degli [[Epigoni]], [[Stenelo (2)|Stenelo]]. I due furono poi tra coloro che aspirarono alla mano di [[Elena]], e quando questa fu rapita da [[Paride]] parteciparono alla [[guerra di Troia]], in cui Stenelo fece da scudiero e auriga all'amico. Nei dieci anni del conflitto, Diomede fu, dopo [[Achille]], l'eroe acheo che inflisse più perdite umane ai troiani e ai loro alleati. Ebbe anche modo di ferire due delle divinità protettrici della città, [[Afrodite]] e [[Ares]]. In un paio di imprese clamorose ebbe come compagno [[Ulisse]]: l'assalto notturno nella tenda di [[Reso]], il giovane signore di [[Tracia]], che fu colpito nel sonno proprio da Diomede, e il ratto del [[Palladio]]. Fu anche uno dei guerrieri che si nascosero nel cavallo di legno. Dopo la presa di [[Troia]], Diomede fece ritorno in patria; ma qui ad attenderlo c'era la moglie infedele, che col suo amante congiurò per ucciderlo: salvatosi miracolosamente, Diomede lasciò [[Argo]] e si rifugiò in Italia, fondandovi diverse colonie. Secondo una tradizione avrebbe qui sposato una figlia di [[Dauno]].
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Re di [[Argo]], figlio di [[Tideo]] - uno dei [[Sette Contro Tebe]] - di cui vendicò la morte nella seconda spedizione contro la città: da allora divenne grande amico di un altro degli [[Epigoni]], [[Stenelo (2)|Stenelo]]. I due furono poi tra coloro che aspirarono alla mano di [[Elena (1)|Elena]], e quando questa fu rapita da [[Paride]] parteciparono alla [[guerra di Troia]], in cui [[Stenelo (2)|Stenelo]] fece da scudiero e auriga all'amico. Prima di partire per [[Troia]], Diomede aveva sposato [[Egialea]], figlia di [[Adrasto]].
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== Nella guerra di Troia ==
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Nei dieci anni del conflitto, Diomede fu, dopo [[Achille]], l'eroe acheo che inflisse più perdite umane ai troiani e ai loro alleati. Ebbe anche modo di ferire due delle divinità protettrici della città, [[Afrodite]] e [[Ares]]. In un paio di imprese clamorose ebbe come compagno [[Ulisse]]: l'assalto notturno nella tenda di [[Reso]], il giovane signore di [[Tracia]], che fu colpito nel sonno proprio da Diomede, e il ratto del [[Palladio]]. Fu inoltre uno dei guerrieri che si nascosero nel [[cavallo]] di legno.
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== Le peripezie successive e l'approdo in Italia ==
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Dopo la caduta di [[Troia]], Diomede incappò nell'ira di [[Afrodite]], che non gli aveva perdonato il ferimento. La dea mandò sulla sua flotta una tempesta: gettato sulla costa di [[Licia]], Diomede corse il rischio di venire sacrificato ad [[Ares]] dal re [[Lico (9)|Lico]] che voleva vendicare la morte del suo predecessore [[Sarpedonte]] caduto a [[Troia]], ma la figlia del re gli venne in aiuto facendolo fuggire di nascosto. In seguito Diomede sbarcò per sbaglio ad [[Atene]], in una notte senza luna: [[Demofoonte]] pensò si trattasse di invasori e inviò un corpo di armati che uccisero diversi compagni di Diomede, il quale si allontanò con le sue navi in fretta e furia perdendo il [[Palladio]]. L'eroe fece infine ritorno in patria, ma qui ad attenderlo c'era la moglie infedele, che col suo amante congiurò per ucciderlo: a quanto pare quest'uomo era nientemeno che [[Comete (2)|Comete]], il figlio giovinetto di [[Stenelo]]. Salvatosi miracolosamente, Diomede lasciò [[Argo]] e si rifugiò in Italia, fondandovi diverse colonie. Secondo una tradizione avrebbe qui sposato [[Enippe]], una figlia di [[Dauno]]; un'altra afferma invece che si unì in matrimonio con [[Ermione]], rimasta vedova di [[Oreste]]. Morì nelle isole [[Tremiti]], dove venne poi sepolto.
  
 
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*[[Ovidio]], ''[[Metamorfosi]]''
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==LETTERATURA==
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=== La figura di Diomede nella letteratura postclassica ===
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*Dante Alighieri, ''Commedia'', ''Inferno''. Diomede viene collocato insieme a [[Ulisse]] nell'ottava delle Malebolge, quella in cui vengono puniti i consiglieri fraudolenti.
  
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== Riferimenti artistici ==
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*Corrado Giaquinto, ''Ulisse e Diomede nella tenda di Reso'', dipinto.
  
  
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Versione attuale delle 11:29, 13 dic 2023

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[]] e [[]]
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Fratelli/Sorelle:
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'
[[]]
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Nobili
Specificità: Sovrani
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE


Re di Argo, figlio di Tideo - uno dei Sette Contro Tebe - di cui vendicò la morte nella seconda spedizione contro la città: da allora divenne grande amico di un altro degli Epigoni, Stenelo. I due furono poi tra coloro che aspirarono alla mano di Elena, e quando questa fu rapita da Paride parteciparono alla guerra di Troia, in cui Stenelo fece da scudiero e auriga all'amico. Prima di partire per Troia, Diomede aveva sposato Egialea, figlia di Adrasto.

Nella guerra di Troia[modifica]

Nei dieci anni del conflitto, Diomede fu, dopo Achille, l'eroe acheo che inflisse più perdite umane ai troiani e ai loro alleati. Ebbe anche modo di ferire due delle divinità protettrici della città, Afrodite e Ares. In un paio di imprese clamorose ebbe come compagno Ulisse: l'assalto notturno nella tenda di Reso, il giovane signore di Tracia, che fu colpito nel sonno proprio da Diomede, e il ratto del Palladio. Fu inoltre uno dei guerrieri che si nascosero nel cavallo di legno.

Le peripezie successive e l'approdo in Italia[modifica]

Dopo la caduta di Troia, Diomede incappò nell'ira di Afrodite, che non gli aveva perdonato il ferimento. La dea mandò sulla sua flotta una tempesta: gettato sulla costa di Licia, Diomede corse il rischio di venire sacrificato ad Ares dal re Lico che voleva vendicare la morte del suo predecessore Sarpedonte caduto a Troia, ma la figlia del re gli venne in aiuto facendolo fuggire di nascosto. In seguito Diomede sbarcò per sbaglio ad Atene, in una notte senza luna: Demofoonte pensò si trattasse di invasori e inviò un corpo di armati che uccisero diversi compagni di Diomede, il quale si allontanò con le sue navi in fretta e furia perdendo il Palladio. L'eroe fece infine ritorno in patria, ma qui ad attenderlo c'era la moglie infedele, che col suo amante congiurò per ucciderlo: a quanto pare quest'uomo era nientemeno che Comete, il figlio giovinetto di Stenelo. Salvatosi miracolosamente, Diomede lasciò Argo e si rifugiò in Italia, fondandovi diverse colonie. Secondo una tradizione avrebbe qui sposato Enippe, una figlia di Dauno; un'altra afferma invece che si unì in matrimonio con Ermione, rimasta vedova di Oreste. Morì nelle isole Tremiti, dove venne poi sepolto.

Vittime di Diomede nella guerra di Troia[modifica]

BIBLIOGRAFIA[modifica]

Fonti Antiche[modifica]

LETTERATURA[modifica]

La figura di Diomede nella letteratura postclassica[modifica]

  • Dante Alighieri, Commedia, Inferno. Diomede viene collocato insieme a Ulisse nell'ottava delle Malebolge, quella in cui vengono puniti i consiglieri fraudolenti.

Riferimenti artistici[modifica]

  • Corrado Giaquinto, Ulisse e Diomede nella tenda di Reso, dipinto.