Corna

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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Simboli
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CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Attributi Fisici
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CARATTERI
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ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE
Sovranità Potere

Il senso primigenio del simbolismo delle corna si riallaccia alla "potenza" che si manifesta secondo le tre funzioni fondamentali indicate dal Dumèzil: la Sovranità, la Forza e la Fecondità.
Esiste una stretta correlazione tra corna e regalità, testimoniata fin dalla preistoria: in alcune tombe del mesolitico sono stati trovati scheletri maschili, col cranio ornato da specie di diademi ottenuti con corna di cervo; e questo tipo di ornamentazione è stato trovato solo nelle tombe con un ricco corredo funerario, appartenenti certamente a dignitari o capi. Molte divinità sono caratterizzate dalla presenza di corna sulla testa o nel copricapo.
A questo valore di eccellenza regale o divina si associa quello di potenza guerriera: dal radicale ker deriva anche il latino cor, cordatus (coraggioso), il greco kardia, l'anglosassone hredher (cuore, polmoni), l'inglese heart, il tedesco hera ed anche il greco kranos, elmo, che partecipa anche del valore di regalità per il suo rapporto con la testa. E così anche grandi condottieri sono stati dotati di corna. Tra gli altri anche Alessandro Magno fu chiamato dhu'l qamayn, il bicorne, e raffigurato di conseguenza. Anche la corrida, così legata al tema delle corna, sembra essere connessa al senso della forza guerriera. Gli elmi di molti guerrieri antichi, e dei Galli in particolare, erano ornati di corna. Nel III secolo d.C. in Cina si svolgevano gare di tiro all'arco in cui i partecipanti portavano coma di cervo, ed in Giappone gli elmetti dei guerrieri erano ornati di corna ancora nel XVI secolo.
Anche del terzo significato delle coma, connesso alla potenza fecondatrice, troviamo conferma nell'etimologia. Sempre da ker deriva tutta una serie di vocaboli connessa coll'atto della creazione: il sanscrito kàrti o kmàu-ti, fare, il greco kraino, compio, eseguo, e il latino creare. C'è un rapporto anche con Cerere e Kore, dee connesse con l'agricoltura, e col sanscrito eri, ricchezza.
Il mito della Cornucopia, o corno dell'abbondanza, è legato a questo aspetto, così come ad esso sono correlati tutti i significati connessi con la potenza virile; il fatto che le corna siano prevalentemente l'attributo degli animali maschi, nonché la loro forma tendenzialmente fallica ha portato a fin troppo semplicistiche generalizzazioni. In realtà, come dice Jung, se è innegabile che il corno, come segno di forza, abbia un carattere maschile, esso presenta però anche valenze femminili.
Guenon osserva che le corna dei montoni possiedono una qualità solare, mentre quelle dei tori hanno un carattere lunare. L'associazione dei tori con la Luna è una caratteristica ben nota della cultura sumera e indù. Un'iscrizione cambogiana descrive la Luna come un "corno perfetto" e sottolinea l'aspetto "cornuto" del toro di Shiva. Il Mahabharata parla del "corno" di Shiva, poiché Shiva è identificato con Nandi, il toro su cui cavalca.

ETMOLOGIA[modifica]

L'etimologia di corna si fa risalire al radicale indoeuropeo kar o ker e ci rimanda al greco kera, corno, e kar, testa, da cui kranion, e al sanscrito sirsan, testa, tutti significati che si rapportano al ruolo della regalità, della preminenza.

MITOLOGIA[modifica]

Mitologia Africana Tribale[modifica]

Nelle credenze dei Dogon l'ariete celeste porta tra le corna una zucca. Questa non è altro che la matrice solare. Le corna dell'ariete sono testicoli, che bilanciano la zucca che fertilizza per mezzo del pene che gli spunta dalla fronte, mentre urina pioggia e nebbie che scendono a formare la terra. Questo ariete attraversa la volta celeste precedendo le tempeste durante la stagione delle piogge. È un ariete d'oro, ma il suo vello è fatto di rame rosso, a simboleggiare le acque fecondatrici. In un'altra versione del mito il vello è composto da foglie verdi, un'eco dell'analogia simbolica tra i colori verde e rosso.
Secondo la leggenda Fulani, la virilità di una capra può essere misurata dalla diffusione delle sue corna nodose.

Mitologia Asiatica Tribale[modifica]

Alcune vesti degli sciamani siberiani erano decorate con corna, generalmente di ferro e a forma di corna. Questi attributi sembrano svolgere lo stesso ruolo delle ali di [[aquila]] che decoravano le vesti degli sciamani della regione dell'Altai e soprattutto quelle dei Tungusi e dei Samoiedi.

Mitologia Celtica[modifica]

Nel mondo celtico il dio Cernunno è caratterizzato da poderose corna di cervo.
Inoltre nelle fonti viene menzionato un certo Conganchnes, dalla "pelle cornea", che era completamente invulnerabile tranne che per le piante dei piedi (OGAC 10: pp. 375-6). In questo caso le corna, per la loro naturale durezza, simboleggerebbero un potere difensivo come quello dello scudo.

Mitologia Cinese[modifica]

Il mito cinese racconta del terribile Ch'e Yu, con la sua testa cornuta, che Huang Ti poteva sconfiggere solo soffiando su un corno. Huang Ti utilizzò lo stendardo del suo rivale, che portava il suo ritratto ed era infuso della sua forza, per imporre il proprio potere.

Mitologia Cristiana[modifica]

La parola "corna" è talvolta usata per indicare le traverse della Croce.
Va tuttavia riconosciuto che il simbolismo poliforme e positivo delle corna oggi ben poco sopravvive nell'immaginario popolare, se non la virtù apotropaica dei cornetti o lo scongiuro delle corna fatte con la mano; del simbolismo sessuale resta solo la visione deformata ed invertita dell'uomo tradito dalla sposa; del potere regale e divino resta la blasfema mimesi diabolica. Lo svilimento di questo antico e nobile simbolo è iniziato proprio in area cristiana, con l'attribuzione di significati diabolici e mistificanti alle antiche divinità del paganesimo, molte delle quali si fregiavano di corna. Il dio con le corna era una divinità precristiana il cui culto, diffuso in tutta l'Eurasia, fu soppiantato e mutato in diabolico con l'avvento del cristianesimo, ma sopravvisse in cerchie ristrette e segrete, attraverso quei culti stregonici che l'inquisizione si sforzò di cancellare con tutti i mezzi. Poiché le corna erano diventate il segno del diavolo, non stupisce sapere che ben presto ne fu attribuito un paio anche a Caino, come punizione e segno di abominazione. Di qui anche la leggenda che da Caino discendessero tutti i Popoli Favolosi, ed una indicazione precisa che il diverso, il mostro, il deforme portano in sé l'etichetta del loro padrone, il demonio, ed una indiretta legittimazione del razzismo. Quello che è curioso è notare che l'aver ridotto le corna a segno diabolico, non impedì che talune corna restassero tuttavia degne di venerazione: tali quelle attribuite a Mosè e che si potevano ammirare nella chiesa di S. Marcello a Roma, riportate dalla Terra Santa da un prete che vi aveva compiuto un pellegrinaggio, accuratamente conservate in una bottiglia.

Mitologia Ebraica[modifica]

Nello stesso linguaggio biblico il corno è più volte connesso con la potenza divina (in ebraico queren significa tanto corno che potenza); ad esempio in Re, I, 2, 10: «II Signore giudicherà i confini della terra, darà il comando al suo rè, ed esalterà il como del suo Cristo». Del resto, anche lo stesso Mosè è raffigurato più volte con le corna; la tradizione si genera dall'analogia allegorica tra i raggi di luce di cui risplendeva il Patriarca dopo aver ricevuto le tavole della Legge, e le coma, spesso identificate con essi. Mosè viene, infatti, così descritto mentre scende dal Monte Sinai (Esodo 34, 29), "non si accorse che il suo volto brillava", il verbo "brillava" traduce le "corna" di luce che la Vulgata dice provenire dalla sua testa. Per questo motivo gli artisti medievali hanno raffigurato Mosè con le corna che spuntavano dalla fronte. Queste due corna hanno l'aspetto della luna crescente.
Nel passo in cui Abacuc (3, 4) descrive la gloria di Dio: "E il suo splendore era come la luce; e aveva corna [lampi] che uscivano dalla sua mano". Il valore luminoso delle corna è peraltro rinvenibile anche nei parallelismi cervo-sole e toro-luna, innescati dalla forma delle rispettive appendici craniche.
Le quattro corna dell'altare del sacrificio nel Tempio indicano i quattro quarti dello spazio, cioè l'estensione illimitata del potere di Dio.
Nei Salmi, il corno simboleggia la forza di Dio, che è la difesa più potente a disposizione di chi la invoca: "Il Signore è la mia roccia... il mio sostegno e il corno della mia salvezza" (18,2). Ma può anche simboleggiare la forza aggressiva e vanagloriosa dei superbi, la cui arroganza il Signore abbatterà: "Non alzare il tuo corno in alto, non parlare a muso duro" (Salmo 75, 4). D'altra parte, il Signore conferisce forza ai giusti: "Lì farò germogliare il corno di Davide" (Salmo 132, 17).

Mitologia Egizia[modifica]

Gli dei egiziani sono spesso ornati di corna. Ad esempio, quando Iside è identificata con Hathor, porta in testa corna bovine; il dio della guerra Reshep, di origine siriana, ha corna di gazzella; l'antica dea Satet ha anch'essa coma bovine ed il barbuto dio della terra Tathenen le ha di ariete.

Mitologia Greca[modifica]

Tra gli dei greci Apollo Karneios, protettore degli animali, e Zeus, che nelle due forme di Zeus Ammon e Zeus Liceo era dotato anch'egli di corna; e anche Dioniso era detto "bicorne".

Mitologia Romana[modifica]

Un episodio poco noto della storia di Roma narra di un tale Cipus Genucius che, tornando nell'Urbe vittorioso dopo una campagna di guerra, si accorse di avere due corna in testa. Gli indovini gli spiegarono che ciò significava che avrebbe regnato a Roma, ma egli, umilmente, decise di non entrare nella città.

Mitologia Indiana[modifica]

Nei sigilli di Mohenjo-Daro compare già una divinità cornuta, in posizione yoga, forse lo stesso Shiva.

PSICOLOGIA[modifica]

Jung ha individuato un'ambivalenza diversa nelle corna. La loro forma e il loro potere di penetrazione le rendevano un'immagine del principio maschile attivo, mentre la forma a lira o a urna della loro diffusione le rendeva altrettanto un'immagine del principio femminile passivo. Sposando entrambi i principi nella formazione della propria personalità e assumendoli su di sé, l'individuo raggiunge la maturità, l'equilibrio e l'armonia interiore. Tutto ciò non è irrilevante nemmeno per l'ambivalenza Sole-Luna già discussa.

CORRELAZIONI[modifica]

Voci[modifica]

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Pagine[modifica]

BIBLIOGRAFIA[modifica]

Fonti Antiche[modifica]


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Fonti Moderne[modifica]


Titolo Autore Anno
Dizionario di Mitologia Ferrari, Anna 1999