Differenze tra le versioni di "Biblioteca:Apollodoro, Biblioteca, III, 15"

(1)
(4)
 
(30 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 1: Riga 1:
 
__NOTOC__
 
__NOTOC__
 
===1===
 
===1===
Quando [[Pandione (1)|Pandione]] morì, i suoi figli si divisero l'eredità paterna; [[Eretteo (1)|Eretteo]] salì sul trono, e Bute divenne sacerdote di [[Atena]] ed [[Eretteo (1)|Eretteo]] di [[Poseidone]]. [[Eretteo (1)|Eretteo]] sposò [[Prassitea (3)|Prassitea]], figlia di [[Frasimo]] e [[Diogenia]] (figlia a sua volta del [[Cefiso]]), e generò tre maschi, [[Cecrope (1)|Cecrope]], [[Pandoro (2)|Pandoro]] e [[Metione (1)|Metione]], e quattro femmine, Procri, Creusa, Ctonia e Oritia, che fu rapita da [[Borea (1)|Borea]]. Ctonia andò sposa a Bute; Creusa a Xuto; e Procri a [[Cefalo]], fglio di Deione. In cambio di una corona d'oro, Procri andò a letto con Pteleone; ma [[Cefalo]] la scoprì, e la donna si rifugiò alla corte di [[Minosse]]. [[Minosse]] si innamorò di lei e cercò di sedurla. Ma, per qualunque donna si fosse giaciuta con [[Minosse]], salvarsi era impossibile: perché [[Pasifae]], dato che [[Minosse]] aveva sempre tante donne, gli aveva fatto una fattura, e ogni volta che si accostava a una donna diversa dalla sposa, [[Minosse]] le eiaculava nel ventre delle bestie velenose, e la poveretta moriva. [[Minosse]] possedeva un cane velocissimo e un giavellotto che non mancava mai il bersaglio; li donò a Procri e la donna si giacque con lui: ma prima gli aveva fatto bere un filtro preparato da [[Circe]] con una radice particolare, che impediva qualsiasi danno da parte di [[Minosse]]. Temendo in ogni caso la vendetta di [[Pasifae]], Procri se ne andò ad [[Atene]], si riconciliò con [[Cefalo]] e partecipò a una caccia insieme a lui, perché era una provetta cacciatrice. Procri seguì lo sposo fra i cespugli, e [[Cefalo]], senza sapere che si trattava della donna, tirò il suo giavellotto, la colpì e la uccise. Processato nell'[[Areopago]], [[Cefalo]] fu condannato al perpetuo esilio.
+
Quando [[Pandione (1)|Pandione]] morì, i suoi figli si divisero l'eredità paterna; [[Eretteo (1)|Eretteo]] salì sul trono, e [[Bute (2)|Bute]] divenne sacerdote di [[Atena]] ed [[Eretteo (1)|Eretteo]] di [[Poseidone]]. [[Eretteo (1)|Eretteo]] sposò [[Prassitea (3)|Prassitea]], figlia di [[Frasimo]] e [[Diogenia]] (figlia a sua volta del [[Cefiso]]), e generò tre maschi, [[Cecrope (1)|Cecrope]], [[Pandoro (2)|Pandoro]] e [[Metione (1)|Metione]], e quattro femmine, [[Procri (1)|Procri]], [[Creusa (2)|Creusa]], [[Ctonia (2)|Ctonia]] e [[Orizia (1)|Orizia]], che fu rapita da [[Borea (1)|Borea]]. [[Ctonia (2)|Ctonia]] andò sposa a [[Bute (2)|Bute]]; [[Creusa (2)|Creusa]] a [[Xuto (1)|Xuto]]; e [[Procri (1)|Procri]] a [[Cefalo]], figlio di [[Deioneo (2)|Deioneo]]. In cambio di una [[corona]] d'oro, [[Procri (1)|Procri]] andò a letto con [[Pteleone]]; ma [[Cefalo]] la scoprì, e la donna si rifugiò alla corte di [[Minosse]]. [[Minosse]] si innamorò di lei e cercò di sedurla. Ma, per qualunque donna si fosse giaciuta con [[Minosse]], salvarsi era impossibile: perché [[Pasifae]], dato che [[Minosse]] aveva sempre tante donne, gli aveva fatto una fattura, e ogni volta che si accostava a una donna diversa dalla sposa, [[Minosse]] le eiaculava nel ventre delle bestie velenose, e la poveretta moriva. [[Minosse]] possedeva un cane velocissimo e un giavellotto che non mancava mai il bersaglio; li donò a [[Procri (1)|Procri]] e la donna si giacque con lui: ma prima gli aveva fatto bere un filtro preparato da [[Circe]] con una radice particolare, che impediva qualsiasi danno da parte di [[Minosse]]. Temendo in ogni caso la vendetta di [[Pasifae]], [[Procri (1)|Procri]] se ne andò ad [[Atene]], si riconciliò con [[Cefalo]] e partecipò a una caccia insieme a lui, perché era una provetta cacciatrice. [[Procri (1)|Procri]] seguì lo sposo fra i cespugli, e [[Cefalo]], senza sapere che si trattava della donna, tirò il suo giavellotto, la colpì e la uccise. Processato nell'[[Areopago]], [[Cefalo]] fu condannato al perpetuo esilio.
  
 
===2===
 
===2===
Oritia, mentre giocava sulle rive del fiume Ilisso, fu rapita da [[Borea (1)|Borea]] e si unì in amore con lui; e partorì due figlie, Cleopatra e Chione, e due figli alati, Zete e [[Calai]], che parteciparono alla spedizione di [[Giasone]] e morirono durante l'inseguimento delle [[Arpie]]. Secondo Acusilao, invece, essi furono uccisi da [[Eracle]] a Tino.  
+
[[Orizia (1)|Orizia]], mentre giocava sulle rive del fiume [[Ilisso]], fu rapita da [[Borea (1)|Borea]] e si unì in amore con lui; e partorì due figlie, [[Cleopatra (1)|Cleopatra]] e [[Chione (2)|Chione]], e due figli alati, [[Zetes]] e [[Calai]], che parteciparono alla spedizione di [[Giasone]] e morirono durante l'inseguimento delle [[Arpie]]. Secondo Acusilao, invece, essi furono uccisi da [[Eracle]] a [[Tino]].
  
 
===3===
 
===3===
Cleopatra andò sposa a Fineo, e partorì due figli, Plessippo e [[Pandione (1)|Pandione]]. Dopo aver avuto questi due maschi da Cleopatra, Fineo sposò Idea, figlia di Dardano. La donna calunniò i due figliastri, dicendo a Fineo che l'avevano sedotta; il marito le prestò fede e li accecò entrambi. Ma quando poi gli [[Argonauti]] passarono di lì insieme a [[Borea (1)|Borea]], lo punirono.  
+
[[Cleopatra (1)|Cleopatra]] andò sposa a [[Fineo (1)|Fineo]], e partorì due figli, [[Plessippo (4)|Plessippo]] e [[Pandione (1)|Pandione]]. Dopo aver avuto questi due maschi da [[Cleopatra (1)|Cleopatra]], [[Fineo (1)|Fineo]] sposò [[Idotea (3)|Idea]], figlia di [[Dardano (3)|Dardano]]. La donna calunniò i due figliastri, dicendo a [[Fineo (1)|Fineo]] che l'avevano sedotta; il marito le prestò fede e li accecò entrambi. Ma quando poi gli [[Argonauti]] passarono di lì insieme a [[Borea (1)|Borea]], lo punirono.
  
 
===4===
 
===4===
Chione si unì in amore con [[Poseidone]]. Di nascosto dal padre partorì Eumolpo, e per non essere scoperta gettò il bambino nell'abisso del mare. Ma [[Poseidone]] lo raccolse, lo portò in Etiopia, e lo affidò da allevare a Bentesicime, figlia sua e di [[Anfitrite]]. Quando divenne grande, il marito di Bentesicime gli diede in sposa una delle sue due figlie. Ma Eumolpo cercò di possedere con la forza anche la sorella della sua sposa, e per questo fu esiliato insieme a suo figlio Ismaro, e trovò riparo alla corte di Tegirio, re di [[Tracia (2)|Tracia]], che diede in sposa sua figlia al figlio di Eumolpo. Tempo dopo, però, egli fu sco- perto a tramare contro Tegirio, venne di nuovo esiliato e si rifugiò presso gli Eleusini, dei quali divenne alleato. Quando poi Ismaro morì, fu richiamato da Tegirio, pose fine all'ostilità contro di lui e gli succedette al trono. Fra Ateniesi ed Eleusini scoppiò la guerra; allora Eumolpo fu chiamato in aiuto dagli Eleusini e combatte come loro alleato insieme a un forte esercito di Traci. Eretteo interrogò l'oracolo per sapere se gli Ateniesi avrebbero vinto: e il Dio rispose che per conseguire la vittoria in quella guerra avrebbe dovuto sacrificare una delle sue figlie. Eretteo sacrificò la più giovane, e le altre sorelle allora si sgozzarono anch'esse: e questo perché, si dice, avevano fatto fra loro il giuramento di morire insieme.  
+
[[Chione (2)|Chione]] si unì in amore con [[Poseidone]]. Di nascosto dal padre partorì [[Eumolpo (1)|Eumolpo]], e per non essere scoperta gettò il bambino nell'abisso del mare. Ma [[Poseidone]] lo raccolse, lo portò in [[Etiopia]], e lo affidò da allevare a [[Bentesicime]], figlia sua e di [[Anfitrite]]. Quando divenne grande, il marito di [[Bentesicime]] gli diede in sposa una delle sue due figlie. Ma [[Eumolpo (1)|Eumolpo]] cercò di possedere con la forza anche la sorella della sua sposa, e per questo fu esiliato insieme a suo figlio [[Ismaro (1)|Ismaro]], e trovò riparo alla corte di [[Tegirio]], re di [[Tracia (2)|Tracia]], che diede in sposa sua figlia al figlio di [[Eumolpo (1)|Eumolpo]]. Tempo dopo, però, egli fu scoperto a tramare contro [[Tegirio]], venne di nuovo esiliato e si rifugiò presso gli Eleusini, dei quali divenne alleato. Quando poi [[Ismaro (1)|Ismaro]] morì, fu richiamato da [[Tegirio]], pose fine all'ostilità contro di lui e gli succedette al trono. Fra [[Ateniesi]] ed [[Eleusini]] scoppiò la guerra; allora [[Eumolpo (1)|Eumolpo]] fu chiamato in aiuto dagli [[Eleusini]] e combatte come loro alleato insieme a un forte esercito di [[Traci]]. [[Eretteo (1)|Eretteo]] interrogò l'oracolo per sapere se gli [[Ateniesi]] avrebbero vinto: e il Dio rispose che per conseguire la vittoria in quella guerra avrebbe dovuto sacrificare una delle sue figlie. [[Eretteo (1)|Eretteo]] sacrificò la più giovane, e le altre sorelle allora si sgozzarono anch'esse: e questo perché, si dice, avevano fatto fra loro il giuramento di morire insieme.
  
 
===5===
 
===5===
Nella battaglia che seguì al sacrificio, Eretteo uccise Eumolpo. Allora [[Poseidone]] distrusse Eretteo e tutta la sua casa, e [[Cecrope (1)|Cecrope]], il maggiore dei suoi figli, divenne re. Egli sposò Metiadusa, figlia di Eupalamo, e generò [[Pandione (1)|Pandione]]. [[Pandione (1)|Pandione]] regnò dopo di lui, ma fu scacciato in una sedizione dai figli di Metione; andò allora a Megara, alla corte di Pila, e ne sposò la figlia Pilia. In seguito gli fu affidato il trono della città; infatti Pila uccise il fratello di suo padre, Biante, quindi lasciò il regno a [[Pandione (1)|Pandione]] e andò in esilio nel [[Peloponneso]] insieme a parte della sua gente, e qui fondò la città di [[Pilo (1)|Pilo]]. A Megara [[Pandione (1)|Pandione]] ebbe quattro figli, Egeo, Pallante, Niso e Lico. Alcuni dicono che Egeo era figlio di Scirio, e che [[Pandione (1)|Pandione]] lo adottò.  
+
Nella battaglia che seguì al sacrificio, [[Eretteo (1)|Eretteo]] uccise [[Eumolpo (1)|Eumolpo]]. Allora [[Poseidone]] distrusse [[Eretteo (1)|Eretteo]] e tutta la sua casa, e [[Cecrope (1)|Cecrope]], il maggiore dei suoi figli, divenne re. Egli sposò [[Metiadusa]], figlia di [[Eupalamo]], e generò [[Pandione (2)|Pandione]]. [[Pandione (2)|Pandione]] regnò dopo di lui, ma fu scacciato in una spedizione dai figli di [[Metione (1)|Metione]]; andò allora a [[Megara (2)|Megara]], alla corte di [[Pila]], e ne sposò la figlia [[Pilia]]. In seguito gli fu affidato il trono della città; infatti [[Pila]] uccise il fratello di suo padre, [[Biante (3)|Biante]], quindi lasciò il regno a [[Pandione (2)|Pandione]] e andò in esilio nel [[Peloponneso]] insieme a parte della sua gente, e qui fondò la città di [[Pilo (1)|Pilo]]. A [[Megara (2)|Megara]] [[Pandione (2)|Pandione]] ebbe quattro figli, [[Egeo (1)|Egeo]], [[Pallante (2)|Pallante]], [[Niso (2)|Niso]] e [[Lico (1)|Lico]]. Alcuni dicono che [[Egeo (1)|Egeo]] era figlio di [[Scirio]], e che [[Pandione (2)|Pandione]] lo adottò.
  
 
===6===
 
===6===
Dopo la morte di [[Pandione (1)|Pandione]], i suoi figli fecero guerra contro [[Atene]], scacciarono i Metionidi, e si divisero il potere in quattro: ma Egeo ebbe la sovranità assoluta. La sua prima sposa fu Meta, figlia di Oplete, e la seconda Calciope, figlia di Ressenore. Ma non riusciva ad avere figli, e temeva che i suoi fratelli usurpassero il trono. Allora andò dalla Pizia e chiese un oracolo sulla possibilità di avere dei figli. E il Dio gli diede questo responso: "Il piede che sporge dell'otre, o migliore fra gli uomini, non sciogliere, prima di giungere al sommo di [[Atene]]."  
+
Dopo la morte di [[Pandione (2)|Pandione]], i suoi figli fecero guerra contro [[Atene]], scacciarono i [[Metionidi]], e si divisero il potere in quattro: ma [[Egeo (1)|Egeo]] ebbe la sovranità assoluta. La sua prima sposa fu [[Meta]], figlia di [[Oplete]], e la seconda [[Calciope (3)|Calciope]], figlia di [[Ressenore (2)|Ressenore]]. Ma non riusciva ad avere figli, e temeva che i suoi fratelli usurpassero il trono. Allora andò dalla [[Pizia]] e chiese un oracolo sulla possibilità di avere dei figli. E il Dio gli diede questo responso: "Il piede che sporge dell'otre, o migliore fra gli uomini, non sciogliere, prima di giungere al sommo di [[Atene]]."
  
 
===7===
 
===7===
Egeo, che non riusciva a interpretare il responso, riprese la strada per [[Atene]]. Durante il viaggio si fermò a Trezene, ospite di Pitteo, figlio di Pelope; Pitteo capì il responso, e mentre Egeo era ubriaco lo fece dormire insieme a sua figlia [[Etra (2)|Etra]]. Ma in quella stessa notte anche [[Poseidone]] si unì alla fanciulla. Egeo raccomandò a [[Etra (2)|Etra]], se fosse nato un maschio, di allevarlo senza dirgli chi fosse suo padre; poi lasciò sotto una pietra una spada e dei sandali, e disse che, quando il ragazzo fosse stato in grado di far rotolare via la pietra e prendere quegli oggetti, era il momento di mandarlo da lui, con la spada e i sandali. Egeo ritornò ad [[Atene]] e celebrò i giochi delle feste Panatenaiche: Androgeo, il figlio di [[Minosse]], risultò sempre vincitore su tutti i partecipanti. Egeo allora lo mandò a catturare il toro di [[Maratona]], ma il giovane restò ucciso. C'è però chi racconta che Androgeo si recò a [[Tebe (1)|Tebe]] per prendere parte ai giochi in onore di [[Laio]], e i suoi avversari, per invidia, gli tesero un agguato e lo uccisero.  
+
[[Egeo (1)|Egeo]], che non riusciva a interpretare il responso, riprese la strada per [[Atene]]. Durante il viaggio si fermò a [[Trezene (1)|Trezene]], ospite di [[Pitteo]], figlio di [[Pelope (1)|Pelope]]; [[Pitteo]] capì il responso, e mentre [[Egeo (1)|Egeo]] era ubriaco lo fece dormire insieme a sua figlia [[Etra (2)|Etra]]. Ma in quella stessa notte anche [[Poseidone]] si unì alla fanciulla. [[Egeo (1)|Egeo]] raccomandò a [[Etra (2)|Etra]], se fosse nato un maschio, di allevarlo senza dirgli chi fosse suo padre; poi lasciò sotto una pietra una [[spada]] e dei sandali, e disse che, quando il ragazzo fosse stato in grado di far rotolare via la pietra e prendere quegli oggetti, era il momento di mandarlo da lui, con la [[spada]] e i sandali. [[Egeo (1)|Egeo]] ritornò ad [[Atene]] e celebrò i giochi delle feste [[Panatenaiche]]: [[Androgeo (2)|Androgeo]], il figlio di [[Minosse]], risultò sempre vincitore su tutti i partecipanti. [[Egeo (1)|Egeo]] allora lo mandò a catturare il toro di [[Maratona]], ma il giovane restò ucciso. C'è però chi racconta che [[Androgeo (2)|Androgeo]] si recò a [[Tebe (1)|Tebe]] per prendere parte ai giochi in onore di [[Laio]], e i suoi avversari, per invidia, gli tesero un agguato e lo uccisero.  
<br>Quando gli fu portata la notizia della morte del figlio, [[Minosse]] stava compiendo un sacrificio in onore delle [[Cariti]], a [[Paro]]; si strappò la ghirlanda dalla testa, cacciò i suonatori di flauto, e terminò comunque il sacrificio: per questo anche adesso a [[Paro]] il sacrificio alle [[Cariti]] viene celebrato senza flauti e senza fiori.  
+
<br>Quando gli fu portata la notizia della morte del figlio, [[Minosse]] stava compiendo un sacrificio in onore delle [[Cariti]], a [[Paro]]; si strappò la ghirlanda dalla testa, cacciò i suonatori di flauto, e terminò comunque il sacrificio: per questo anche adesso a [[Paro]] il sacrificio alle [[Cariti]] viene celebrato senza flauti e senza fiori.
  
 
===8===
 
===8===
Quando, poco più tardi, [[Minosse]] ebbe il controllo del mare, con una flotta fece guerra ad [[Atene]]; e prese la città di Megara, che era governata da Niso, figlio di [[Pandione (1)|Pandione]]: e uccise Megareo, figlio di [[Ippomene]], che era venuto da Onchesto in aiuto di Niso. Anche Niso morì, per il tradimento di sua figlia. In mezzo alla testa, Niso aveva una ciocca purpurea, e un oracolo aveva rivelato che, se gli fosse stata tagliata, il re sarebbe morto. Sua figlia Scilla si innamorò di [[Minosse]] e tagliò la ciocca a suo padre. Ma quando [[Minosse]] si fu impadronito della città, legò per i piedi la fanciulla alla prua della nave e la affogò. La guerra ormai si protraeva, e [[Minosse]] non riusciva a prendere [[Atene]]. Allora pregò [[Zeus]] di dargli vendetta sugli Ateniesi. E la città fu devastata dalla carestia e da una pestilenza. Per prima cosa gli Ateniesi, in ossequio a un antico oracolo, sgozzarono sulla tomba del ciclope Geresto le figlie di Giacinto Anteide, Egleide, Litea e Ortea (il padre, Giacinto, era venuto da [[Sparta (2)|Sparta]], e si era stabilito in [[Atene]]). Ma non servì a niente; allora chiesero un altro oracolo per sapere come liberarsi dalla calamità. E il Dio rispose che dovevano pagare il loro debito a [[Minosse]], nella forma che questi avesse imposto. Allora inviarono dei messaggeri a [[Minosse]] per chiedergli cosa volesse per ritenersi vendicato. E il re ordinò di mandare sette fanciulli e sette fanciulle, senza armi, in pasto al [[Minotauro]].  
+
Quando, poco più tardi, [[Minosse]] ebbe il controllo del mare, con una flotta fece guerra ad [[Atene]]; e prese la città di [[Megara (2)|Megara]], che era governata da [[Niso (2)|Niso]], figlio di [[Pandione (2)|Pandione]]: e uccise [[Megareo (1)|Megareo]], figlio di [[Ippomene]], che era venuto da [[Onchesto (2)|Onchesto]] in aiuto di [[Niso (2)|Niso]]. Anche [[Niso (2)|Niso]] morì, per il tradimento di sua figlia. In mezzo alla testa, [[Niso (2)|Niso]] aveva una ciocca purpurea, e un oracolo aveva rivelato che, se gli fosse stata tagliata, il re sarebbe morto. Sua figlia [[Scilla (2)|Scilla]] si innamorò di [[Minosse]] e tagliò la ciocca a suo padre. Ma quando [[Minosse]] si fu impadronito della città, legò per i piedi la fanciulla alla prua della nave e la affogò. La guerra ormai si protraeva, e [[Minosse]] non riusciva a prendere [[Atene]]. Allora pregò [[Zeus]] di dargli vendetta sugli [[Ateniesi]]. E la città fu devastata dalla carestia e da una pestilenza. Per prima cosa gli [[Ateniesi]], in ossequio a un antico oracolo, sgozzarono sulla tomba del ciclope [[Geresto (2)|Geresto]] le figlie di [[Giacinto (3)|Giacinto]] [[Anteide]], [[Egleide]], [[Litea]] e [[Ortea]] (il padre, [[Giacinto (3)|Giacinto]], era venuto da [[Sparta (2)|Sparta]], e si era stabilito in [[Atene]]). Ma non servì a niente; allora chiesero un altro oracolo per sapere come liberarsi dalla calamità. E il Dio rispose che dovevano pagare il loro debito a [[Minosse]], nella forma che questi avesse imposto. Allora inviarono dei messaggeri a [[Minosse]] per chiedergli cosa volesse per ritenersi vendicato. E il re ordinò di mandare sette fanciulli e sette fanciulle, senza armi, in pasto al [[Minotauro]].  
<br>Il [[Minotauro]] era rinchiuso in un labirinto, dove, per chiunque entrasse, era poi impossibile uscire: tanti erano gli intricati meandri che chiudevano la via d'uscita, rendendola introvabile. L'aveva progettato [[Dedalo]], figlio di Eupalamo (a sua volta figlio di Metione) e Alcippe. [[Dedalo]] era un grandissimo architetto, e fu lui il primo a inventare l'arte figurata. Era stato bandito da [[Atene]] per aver buttato giù dall'acropoli Talo, il figlio di sua sorella Perdice. Talo era suo allievo, ma [[Dedalo]] temeva che il suo innato talento superasse quello del maestro: il ragazzo, infatti, un giorno aveva trovato una mascella di serpente, e aveva capito che con quella si poteva tagliare il legno, inventando così la sega. Il cadavere di Talo fu scoperto; [[Dedalo]] fu processato nell'[[Areopago]], venne condannato e fuggi alla corte di [[Minosse]]. Qui, frattanto, [[Pasifae]] si era innamorata del toro di [[Poseidone]]; [[Dedalo]] le offrì complicità e costruì la vacca di legno. Poi progettò il labirinto, proprio quello dove gli Ateniesi ogni anno dovevano inviare sette fanciulli e sette fanciulle in pasto al [[Minotauro]].
+
<br>Il [[Minotauro]] era rinchiuso in un labirinto, dove, per chiunque entrasse, era poi impossibile uscire: tanti erano gli intricati meandri che chiudevano la via d'uscita, rendendola introvabile. L'aveva progettato [[Dedalo]], figlio di [[Eupalamo]] (a sua volta figlio di [[Metione (1)|Metione]]) e [[Alcippe (1)|Alcippe]]. [[Dedalo]] era un grandissimo architetto, e fu lui il primo a inventare l'arte figurata. Era stato bandito da [[Atene]] per aver buttato giù dall'acropoli [[Talo (1)|Talo]], il figlio di sua sorella [[Perdice]]. [[Talo (1)|Talo]] era suo allievo, ma [[Dedalo]] temeva che il suo innato talento superasse quello del maestro: il ragazzo, infatti, un giorno aveva trovato una mascella di [[serpente]], e aveva capito che con quella si poteva tagliare il legno, inventando così la sega. Il cadavere di [[Talo (1)|Talo]] fu scoperto; [[Dedalo]] fu processato nell'[[Areopago]], venne condannato e fuggi alla corte di [[Minosse]]. Qui, frattanto, [[Pasifae]] si era innamorata del toro di [[Poseidone]]; [[Dedalo]] le offrì complicità e costruì la [[vacca]] di legno. Poi progettò il labirinto, proprio quello dove gli [[Ateniesi]] ogni anno dovevano inviare sette fanciulli e sette fanciulle in pasto al [[Minotauro]].
  
 
[[Categoria:Bibliografia]]
 
[[Categoria:Bibliografia]]
 
[[Categoria:Fonti Antiche]]
 
[[Categoria:Fonti Antiche]]
 +
[[Categoria:Verificato]]

Versione attuale delle 07:37, 24 nov 2023

1[modifica]

Quando Pandione morì, i suoi figli si divisero l'eredità paterna; Eretteo salì sul trono, e Bute divenne sacerdote di Atena ed Eretteo di Poseidone. Eretteo sposò Prassitea, figlia di Frasimo e Diogenia (figlia a sua volta del Cefiso), e generò tre maschi, Cecrope, Pandoro e Metione, e quattro femmine, Procri, Creusa, Ctonia e Orizia, che fu rapita da Borea. Ctonia andò sposa a Bute; Creusa a Xuto; e Procri a Cefalo, figlio di Deioneo. In cambio di una corona d'oro, Procri andò a letto con Pteleone; ma Cefalo la scoprì, e la donna si rifugiò alla corte di Minosse. Minosse si innamorò di lei e cercò di sedurla. Ma, per qualunque donna si fosse giaciuta con Minosse, salvarsi era impossibile: perché Pasifae, dato che Minosse aveva sempre tante donne, gli aveva fatto una fattura, e ogni volta che si accostava a una donna diversa dalla sposa, Minosse le eiaculava nel ventre delle bestie velenose, e la poveretta moriva. Minosse possedeva un cane velocissimo e un giavellotto che non mancava mai il bersaglio; li donò a Procri e la donna si giacque con lui: ma prima gli aveva fatto bere un filtro preparato da Circe con una radice particolare, che impediva qualsiasi danno da parte di Minosse. Temendo in ogni caso la vendetta di Pasifae, Procri se ne andò ad Atene, si riconciliò con Cefalo e partecipò a una caccia insieme a lui, perché era una provetta cacciatrice. Procri seguì lo sposo fra i cespugli, e Cefalo, senza sapere che si trattava della donna, tirò il suo giavellotto, la colpì e la uccise. Processato nell'Areopago, Cefalo fu condannato al perpetuo esilio.

2[modifica]

Orizia, mentre giocava sulle rive del fiume Ilisso, fu rapita da Borea e si unì in amore con lui; e partorì due figlie, Cleopatra e Chione, e due figli alati, Zetes e Calai, che parteciparono alla spedizione di Giasone e morirono durante l'inseguimento delle Arpie. Secondo Acusilao, invece, essi furono uccisi da Eracle a Tino.

3[modifica]

Cleopatra andò sposa a Fineo, e partorì due figli, Plessippo e Pandione. Dopo aver avuto questi due maschi da Cleopatra, Fineo sposò Idea, figlia di Dardano. La donna calunniò i due figliastri, dicendo a Fineo che l'avevano sedotta; il marito le prestò fede e li accecò entrambi. Ma quando poi gli Argonauti passarono di lì insieme a Borea, lo punirono.

4[modifica]

Chione si unì in amore con Poseidone. Di nascosto dal padre partorì Eumolpo, e per non essere scoperta gettò il bambino nell'abisso del mare. Ma Poseidone lo raccolse, lo portò in Etiopia, e lo affidò da allevare a Bentesicime, figlia sua e di Anfitrite. Quando divenne grande, il marito di Bentesicime gli diede in sposa una delle sue due figlie. Ma Eumolpo cercò di possedere con la forza anche la sorella della sua sposa, e per questo fu esiliato insieme a suo figlio Ismaro, e trovò riparo alla corte di Tegirio, re di Tracia, che diede in sposa sua figlia al figlio di Eumolpo. Tempo dopo, però, egli fu scoperto a tramare contro Tegirio, venne di nuovo esiliato e si rifugiò presso gli Eleusini, dei quali divenne alleato. Quando poi Ismaro morì, fu richiamato da Tegirio, pose fine all'ostilità contro di lui e gli succedette al trono. Fra Ateniesi ed Eleusini scoppiò la guerra; allora Eumolpo fu chiamato in aiuto dagli Eleusini e combatte come loro alleato insieme a un forte esercito di Traci. Eretteo interrogò l'oracolo per sapere se gli Ateniesi avrebbero vinto: e il Dio rispose che per conseguire la vittoria in quella guerra avrebbe dovuto sacrificare una delle sue figlie. Eretteo sacrificò la più giovane, e le altre sorelle allora si sgozzarono anch'esse: e questo perché, si dice, avevano fatto fra loro il giuramento di morire insieme.

5[modifica]

Nella battaglia che seguì al sacrificio, Eretteo uccise Eumolpo. Allora Poseidone distrusse Eretteo e tutta la sua casa, e Cecrope, il maggiore dei suoi figli, divenne re. Egli sposò Metiadusa, figlia di Eupalamo, e generò Pandione. Pandione regnò dopo di lui, ma fu scacciato in una spedizione dai figli di Metione; andò allora a Megara, alla corte di Pila, e ne sposò la figlia Pilia. In seguito gli fu affidato il trono della città; infatti Pila uccise il fratello di suo padre, Biante, quindi lasciò il regno a Pandione e andò in esilio nel Peloponneso insieme a parte della sua gente, e qui fondò la città di Pilo. A Megara Pandione ebbe quattro figli, Egeo, Pallante, Niso e Lico. Alcuni dicono che Egeo era figlio di Scirio, e che Pandione lo adottò.

6[modifica]

Dopo la morte di Pandione, i suoi figli fecero guerra contro Atene, scacciarono i Metionidi, e si divisero il potere in quattro: ma Egeo ebbe la sovranità assoluta. La sua prima sposa fu Meta, figlia di Oplete, e la seconda Calciope, figlia di Ressenore. Ma non riusciva ad avere figli, e temeva che i suoi fratelli usurpassero il trono. Allora andò dalla Pizia e chiese un oracolo sulla possibilità di avere dei figli. E il Dio gli diede questo responso: "Il piede che sporge dell'otre, o migliore fra gli uomini, non sciogliere, prima di giungere al sommo di Atene."

7[modifica]

Egeo, che non riusciva a interpretare il responso, riprese la strada per Atene. Durante il viaggio si fermò a Trezene, ospite di Pitteo, figlio di Pelope; Pitteo capì il responso, e mentre Egeo era ubriaco lo fece dormire insieme a sua figlia Etra. Ma in quella stessa notte anche Poseidone si unì alla fanciulla. Egeo raccomandò a Etra, se fosse nato un maschio, di allevarlo senza dirgli chi fosse suo padre; poi lasciò sotto una pietra una spada e dei sandali, e disse che, quando il ragazzo fosse stato in grado di far rotolare via la pietra e prendere quegli oggetti, era il momento di mandarlo da lui, con la spada e i sandali. Egeo ritornò ad Atene e celebrò i giochi delle feste Panatenaiche: Androgeo, il figlio di Minosse, risultò sempre vincitore su tutti i partecipanti. Egeo allora lo mandò a catturare il toro di Maratona, ma il giovane restò ucciso. C'è però chi racconta che Androgeo si recò a Tebe per prendere parte ai giochi in onore di Laio, e i suoi avversari, per invidia, gli tesero un agguato e lo uccisero.
Quando gli fu portata la notizia della morte del figlio, Minosse stava compiendo un sacrificio in onore delle Cariti, a Paro; si strappò la ghirlanda dalla testa, cacciò i suonatori di flauto, e terminò comunque il sacrificio: per questo anche adesso a Paro il sacrificio alle Cariti viene celebrato senza flauti e senza fiori.

8[modifica]

Quando, poco più tardi, Minosse ebbe il controllo del mare, con una flotta fece guerra ad Atene; e prese la città di Megara, che era governata da Niso, figlio di Pandione: e uccise Megareo, figlio di Ippomene, che era venuto da Onchesto in aiuto di Niso. Anche Niso morì, per il tradimento di sua figlia. In mezzo alla testa, Niso aveva una ciocca purpurea, e un oracolo aveva rivelato che, se gli fosse stata tagliata, il re sarebbe morto. Sua figlia Scilla si innamorò di Minosse e tagliò la ciocca a suo padre. Ma quando Minosse si fu impadronito della città, legò per i piedi la fanciulla alla prua della nave e la affogò. La guerra ormai si protraeva, e Minosse non riusciva a prendere Atene. Allora pregò Zeus di dargli vendetta sugli Ateniesi. E la città fu devastata dalla carestia e da una pestilenza. Per prima cosa gli Ateniesi, in ossequio a un antico oracolo, sgozzarono sulla tomba del ciclope Geresto le figlie di Giacinto Anteide, Egleide, Litea e Ortea (il padre, Giacinto, era venuto da Sparta, e si era stabilito in Atene). Ma non servì a niente; allora chiesero un altro oracolo per sapere come liberarsi dalla calamità. E il Dio rispose che dovevano pagare il loro debito a Minosse, nella forma che questi avesse imposto. Allora inviarono dei messaggeri a Minosse per chiedergli cosa volesse per ritenersi vendicato. E il re ordinò di mandare sette fanciulli e sette fanciulle, senza armi, in pasto al Minotauro.
Il Minotauro era rinchiuso in un labirinto, dove, per chiunque entrasse, era poi impossibile uscire: tanti erano gli intricati meandri che chiudevano la via d'uscita, rendendola introvabile. L'aveva progettato Dedalo, figlio di Eupalamo (a sua volta figlio di Metione) e Alcippe. Dedalo era un grandissimo architetto, e fu lui il primo a inventare l'arte figurata. Era stato bandito da Atene per aver buttato giù dall'acropoli Talo, il figlio di sua sorella Perdice. Talo era suo allievo, ma Dedalo temeva che il suo innato talento superasse quello del maestro: il ragazzo, infatti, un giorno aveva trovato una mascella di serpente, e aveva capito che con quella si poteva tagliare il legno, inventando così la sega. Il cadavere di Talo fu scoperto; Dedalo fu processato nell'Areopago, venne condannato e fuggi alla corte di Minosse. Qui, frattanto, Pasifae si era innamorata del toro di Poseidone; Dedalo le offrì complicità e costruì la vacca di legno. Poi progettò il labirinto, proprio quello dove gli Ateniesi ogni anno dovevano inviare sette fanciulli e sette fanciulle in pasto al Minotauro.