Categoria:Mitologia Arturiana

Secondo una tradizione affermatasi nel corso degli anni, le leggende del ciclo arturiano affonderebbero le loro radici nel periodo in cui le legioni romane, vista la crisi attraversata dal Tardo Impero, abbandonano la Britannia lasciandola così in balia delle incursioni di tribù bellicose provenienti dalle coste danesi. In effetti, il nome del principale personaggio della saga, Artù, riecheggia Arctorius, un cognomen romano attestato in alcune iscrizioni, anche in Britannia e nel più celebre luogo collegato al ciclo arturiano stesso, Glastonbury.
La prima testimonianza scritta che lega tra loro questi luoghi e questi avvenimenti è decisamente più tarda, risalente al IX secolo: si tratta dell’opera intitolata Historia Britonum, attribuita, con notevoli incertezze, ad un monaco gallese di nome Nennio. Di poco più tardi, del 950 d.C., sono gli anonimi Annales Cambriae, che, oltre al personaggio di Artù, presentano anche Mordred (chiamato Medraut), già visto come uccisore del re nella battaglia di Camlann.
Il periodo di fioritura del ciclo arturiano, però, si colloca nei secoli successivi, a partire dal XII, quando non solo nell’Inghilterra normanna, ma anche e soprattutto in Francia, nascono diverse opere in cui trovano un posto di rilievo sia re Artù sia i suoi cavalieri. In quest’epoca, infatti, il ciclo arturiano assume due fisionomie completamente diverse, mantenendosi sulla trattazione storica in ambito anglofono, e divenendo invece materia per cicli cavallereschi in territorio francese.

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