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I
 
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Strofe
 
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La città celebrate di Danao, o Cariti, e delle cinquanta
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La città celebrate di [[Danao]], o [[Cariti]], e delle cinquanta
 
sue figlie dai fulgidi troni,
 
sue figlie dai fulgidi troni,
d’Era degnissima sede, che splende per mille corone,
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d’[[Era]] degnissima sede, che splende per mille corone,
 
i mille e mille opere audaci.
 
i mille e mille opere audaci.
Lungo è narrare le gesta di Perseo contro Medusa:
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Lungo è narrare le gesta di [[Perseo (1)|Perseo]] contro [[Medusa (1)|Medusa]]:
molte in Egitto città si fondaron per opera d’Epafo;
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molte in [[Egitto (4)|Egitto]]  città si fondaron per opera d’[[Epafo]];
né dissennata Ipermnestra
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né dissennata [[Ipermnestra (1)|Ipermnestra]]
 
apparve, serbando, sola essa, nel fodero il brando omicida:
 
apparve, serbando, sola essa, nel fodero il brando omicida:
  
 
Antistrofe
 
Antistrofe
Diomede fu reso immortale da Pallade flava occhicesia:
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Diomede fu reso immortale da [[Pallade (2)|Pallade]] flava occhicesia:
il suol, dagli strali di Zeus
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il suol, dagli strali di [[Zeus]]
folgoreggiato, si fende, e inghiotte il figliuolo d’Iclèo,
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folgoreggiato, si fende, e inghiotte il figliuolo d’[[Oicleo]],
 
profeta, turbin di guerra.
 
profeta, turbin di guerra.
 
Anche da tempo è famosa per donne di bella cesarie:
 
Anche da tempo è famosa per donne di bella cesarie:
Zeus tal vanto conferma, d’AIcmena invaghendo e di Danae:
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[[Zeus]] tal vanto conferma, d’[[AIcmena]] invaghendo e di [[Danae]]:
 
e fior di senno concesse
 
e fior di senno concesse
con senso di retta giustizia, al padre d’Adrasto, a Linceo.
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con senso di retta giustizia, al padre d’[[Adrasto (1)|Adrasto]], a [[Linceo]].
  
 
Epodo
 
Epodo
Anche il "valor d’Anfitrione nutrì. Giunse questi nel solco
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Anche il "valor d’[[Anfitrione]] nutrì. Giunse questi nel solco
 
già fecondato dal Nume: ché mentre l’eroe sterminava,
 
già fecondato dal Nume: ché mentre l’eroe sterminava,
 
chiuso nel l’arme, i Telèbi, il sire dei Superi, assunta
 
chiuso nel l’arme, i Telèbi, il sire dei Superi, assunta
 
la sua sembianza, alla reggia
 
la sua sembianza, alla reggia
venne, recando l’impavido germe d’Alcide; a cui sposa
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venne, recando l’impavido germe d’[[Eracle|Alcide]]; a cui sposa
Ebe, vaghissima Diva, ora è, nelle case d’Olimpo,
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[[Ebe]], vaghissima Diva, ora è, nelle case d’[[Olimpo (1)|Olimpo]],
 
vicina alla pronuba madre.
 
vicina alla pronuba madre.
  
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Troppo breve è il mio fiato; né tutti può correr di gloria i
 
Troppo breve è il mio fiato; né tutti può correr di gloria i
 
sentieri
 
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che son d’Argo sacra retaggio;
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che son d’[[Argo (4)|Argo]] sacra retaggio;
 
ed affrontare il fastidio degli uomini è grave. Ma pure,
 
ed affrontare il fastidio degli uomini è grave. Ma pure,
 
desta la lira sonora,
 
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volgi alle ginniche gare la mente; ché il bronzeo certame
 
volgi alle ginniche gare la mente; ché il bronzeo certame
spinge le genti ove ad Era si sgozzano tauri, e d’agoni
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spinge le genti ove ad [[Era]] si sgozzano tauri, e d’agoni
 
si fa giudizio: ché il figlio
 
si fa giudizio: ché il figlio
 
d’Ulia, qui due volte riscosse l’oblio della nobil fatica.
 
d’Ulia, qui due volte riscosse l’oblio della nobil fatica.
  
 
Antistrofe
 
Antistrofe
Degli eliòni campioni la schiera in Pito ei già vinse. E Fortuna
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Degli eliòni campioni la schiera in [[Pito]] ei già vinse. E Fortuna
nell’Istmo e in Nemea gli fu socia.
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nell’Istmo e in [[Nemea]] gli fu socia.
Quivi alle Muse egli offerse, che cura ne avessero, il serto:
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Quivi alle [[Muse]] egli offerse, che cura ne avessero, il serto:
 
tre su le porte del ponto,
 
tre su le porte del ponto,
 
tre ne la sacra pianura, pei giochi di Adrasto ne ottenne.
 
tre ne la sacra pianura, pei giochi di Adrasto ne ottenne.
Zeus, quanto egli ora brama non dice: ogni evento è in te posto:
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[[Zeus]], quanto egli ora brama non dice: ogni evento è in te posto:
 
certo, chiedendo tal grazia,
 
certo, chiedendo tal grazia,
 
non ei nell’audacia confida; ma in cuor che fatica non teme.
 
non ei nell’audacia confida; ma in cuor che fatica non teme.
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Epodo
 
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Cose ben note a lui canto, e a chi si cimenta pei vertici
 
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sommi di gloria: ebbe Pisa la regola somma d’Alcide,
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sommi di gloria: ebbe [[Pisa (1)|Pisa]] la regola somma d’[[Eracle|Alcide]],
 
Ma dei preludi le voci dolcissime lui nelle feste
 
Ma dei preludi le voci dolcissime lui nelle feste
sacre d’Atene, tre volte
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sacre d’[[Atene]], tre volte
 
celebre resero. E dentro la creta riarsa dal fuoco,
 
celebre resero. E dentro la creta riarsa dal fuoco,
d’Era alla nobile gente giungea dell’olivo la bacca
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nel grembo a dedalei vasi.
 
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Dei german’ di tua madre alla chiara progenie è retaggio, o Teeo,
 
Dei german’ di tua madre alla chiara progenie è retaggio, o Teeo,
 
la gloria dei pubblici agoni,
 
la gloria dei pubblici agoni,
grazie alle Cariti, grazie a [[Tindaro]], ai figli. — Se fossi
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grazie alle [[Cariti]], grazie a [[Tindaro]], ai figli. — Se fossi
 
sangue di Trasiclo e Antia,
 
sangue di Trasiclo e Antia,
certo vorrei che il mio sguardo in Argo fulgor non perdesse.
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certo vorrei che il mio sguardo in [[Argo (4)|Argo]] fulgor non perdesse.
 
Deh! Quanti fior di vittorie li ornava sottessa l’equestre
 
Deh! Quanti fior di vittorie li ornava sottessa l’equestre
rocca di Preto, e nei fondi
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rocca di [[Preto (1)|Preto]], e nei fondi
 
corinzi recessi! e ben quattro ne colsero presso i Cleoni.
 
corinzi recessi! e ben quattro ne colsero presso i Cleoni.
  
 
Antistrofe
 
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Li recinse fulgore d’argento quando essi, le fiale del vino
 
Li recinse fulgore d’argento quando essi, le fiale del vino
recando, tornar da Sicione:
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recando, tornar da [[Sicione (1)|Sicione]]:
morbida lana il lor dorso copriva al redir da Pellene:
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morbida lana il lor dorso copriva al redir da [[Pellene (2)|Pellene]]:
 
computo fare dei bronzi
 
computo fare dei bronzi
 
mal si potria: numerarli vorrebbe più lunga fatica,
 
mal si potria: numerarli vorrebbe più lunga fatica,
quanti Clitore e Tegèa e l’alte città degli Achei
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quanti [[Clitore]] e [[Tegea]] e l’alte città degli [[Achei]]
ed il Linceo, presso al circo
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ed il [[Linceo (4)|Linceo]], presso al circo
di Zeus ne posero, a vincerli con forza di piedi o di mano.
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di [[Zeus]] ne posero, a vincerli con forza di piedi o di mano.
  
 
Epodo
 
Epodo
Qual meraviglia che siano fortissimi atleti, se Castore
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Qual meraviglia che siano fortissimi atleti, se [[Castore]]
ed il germano Polluce l’ospizio cercar del loro avolo
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ed il germano [[Polluce]] l’ospizio cercar del loro avolo
 
Panfao: se sono i gemelli ministri agli agoni nell’ampia
 
Panfao: se sono i gemelli ministri agli agoni nell’ampia
Sparta; e lor florida sorte
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[[Sparta (2)|Sparta]]; e lor florida sorte
cercano insiem con Ermes, col figlio possente di Zeus?
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cercano insiem con [[Ermes]], col figlio possente di [[Zeus]]?
 
Essi gran cura si danno di quanti hanno in cuore giustizia.
 
Essi gran cura si danno di quanti hanno in cuore giustizia.
 
E fida è la stirpe dei Numi.
 
E fida è la stirpe dei Numi.
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Strofe
 
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Essi alteman lor vita, a vicenda passando l’un giorno vicino
 
Essi alteman lor vita, a vicenda passando l’un giorno vicino
al padre diletto, in Olimpo,
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al padre diletto, in [[Olimpo (1)|Olimpo]],
l’altro in terrestri latebre, nell’adito sacro, a Terapne,
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l’altro in terrestri latebre, nell’adito sacro, a [[Terapne]],
 
stretti a una sorte: ché questo
 
stretti a una sorte: ché questo
scelse Polluce, piuttosto che sempre esser Nume, ed in cielo
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scelse [[Polluce]], piuttosto che sempre esser Nume, ed in cielo
vivere, quando in battaglia fu a Castore spenta la vita.
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vivere, quando in battaglia fu a [[Castore]] spenta la vita.
 
Ida, tutto ira pei bovi
 
Ida, tutto ira pei bovi
furati, l’avea con la cuspide dell’asta di bronzo trafitto.
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furati, l’avea con la cuspide dell’asta di [[bronzo]] trafitto.
  
 
Antistrofe
 
Antistrofe
Dal Tegèto spiando. Linceo scoperto l’avea, che sovresso
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Dal [[Tegeto]] spiando. [[Linceo]] scoperto l’avea, che sovresso
 
il tronco sedea d’una quercia:
 
il tronco sedea d’una quercia:
 
ch’ei più di tutti i mortali aveva acutissimo l’occhio.
 
ch’ei più di tutti i mortali aveva acutissimo l’occhio.
 
Presto lo giunser coi piedi
 
Presto lo giunser coi piedi
 
rapidi; e in breve compieron lo scempio famoso. Ma grave
 
rapidi; e in breve compieron lo scempio famoso. Ma grave
pena le mani di Zeus inflisser d’Afarete ai figli:
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pena le mani di [[Zeus]] inflisser d’[[Afarete]] ai figli:
l’altro rampollo di Leda
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l’altro rampollo di [[Leda]]
 
accorse: essi attesero fermi vicini alla tomba del padre.
 
accorse: essi attesero fermi vicini alla tomba del padre.
  
 
Epodo
 
Epodo
Quivi, divelta l’immagine dell’Ade, scolpito macigno,
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Quivi, divelta l’immagine dell’[[Ade]], scolpito macigno,
i’avventar di Polluce al petto; ma né lo contusero,
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i’avventar di [[Polluce]] al petto; ma né lo contusero,
 
né rintuzzarono; e quegli piombò, dentro il fianco a Linceo,
 
né rintuzzarono; e quegli piombò, dentro il fianco a Linceo,
 
spinse la pronta zagaglia:
 
spinse la pronta zagaglia:
Giove contro Ida scagliò la fiamma ed il fumo del folgore:
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[[Zeus|Giove]] contro Ida scagliò la fiamma ed il fumo del folgore:
 
e derelitti i due corpi quivi arsero. Cosa è ben ardua
 
e derelitti i due corpi quivi arsero. Cosa è ben ardua
 
per l’uomo, lottar coi più forti.
 
per l’uomo, lottar coi più forti.
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Strofe
 
Strofe
Corse sùbito il figlio di [[Tindaro]] vicino al fratello, se ancora
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Corse sùbito il [[Castore|figlio]] di [[Tindaro]] vicino al fratello, se ancora
 
traesse il respiro. Né spento
 
traesse il respiro. Né spento
 
era; ma tutto era corso di brividi; e grave l’anelito.
 
era; ma tutto era corso di brividi; e grave l’anelito.
 
Lagrime amare e singhiozzi
 
Lagrime amare e singhiozzi
quegli mescendo a gran voce, gridava: «Cronide, mio padre,
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quegli mescendo a gran voce, gridava: «[[Cronide]], mio padre,
 
quale rimedio trovare potrò di mie doglie? La morte
 
quale rimedio trovare potrò di mie doglie? La morte
 
anche a me infliggi, o Signore:
 
anche a me infliggi, o Signore:
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Antistrofe
 
Antistrofe
 
nelle ambasce rimangon fedeli, né parte vi pigliano». Disse
 
nelle ambasce rimangon fedeli, né parte vi pigliano». Disse
cosi. Zeus, corsogli accanto,
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cosi. [[Zeus]], corsogli accanto,
 
tali parole gli porse: ir Mio figlio sei tu. Dopo me
 
tali parole gli porse: ir Mio figlio sei tu. Dopo me
 
giunse l’eroe, che mortale
 
giunse l’eroe, che mortale
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vuoi tu sfuggire la morte, e gli anni del tedio senile,
 
vuoi tu sfuggire la morte, e gli anni del tedio senile,
 
ed abitare la casa
 
ed abitare la casa
d’Olimpo, con me, con Atena, con [[Ares]] dal cuspide negro?
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d’[[Olimpo (1)|Olimpo]], con me, con Atena, con [[Ares]] dal cuspide negro?
  
 
Epodo
 
Epodo
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mezzo su in ciel, nelle case
 
mezzo su in ciel, nelle case
 
d’oro». Cosi favellò. Né in duplice avviso la mente
 
d’oro». Cosi favellò. Né in duplice avviso la mente
pose Polluce. Onde Castore dall’elmo di bronzo dischiuse
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pose [[Polluce]]. Onde [[Castore]] dall’elmo di [[bronzo]] dischiuse
 
lo sguardo, ed il labbro, e parlò.
 
lo sguardo, ed il labbro, e parlò.
 
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[[Categoria:Bibliografia]]
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[[Categoria:Fonti Antiche]]
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[[Categoria:Verificato]]

Versione attuale delle 22:36, 14 gen 2024

PER TEEO D‘ ARGO. VINCITORE NEI LUDI GINNICI

I
Strofe
La città celebrate di Danao, o Cariti, e delle cinquanta
sue figlie dai fulgidi troni,
d’Era degnissima sede, che splende per mille corone,
i mille e mille opere audaci.
Lungo è narrare le gesta di Perseo contro Medusa:
molte in Egitto città si fondaron per opera d’Epafo;
né dissennata Ipermnestra
apparve, serbando, sola essa, nel fodero il brando omicida:

Antistrofe
Diomede fu reso immortale da Pallade flava occhicesia:
il suol, dagli strali di Zeus
folgoreggiato, si fende, e inghiotte il figliuolo d’Oicleo,
profeta, turbin di guerra.
Anche da tempo è famosa per donne di bella cesarie:
Zeus tal vanto conferma, d’AIcmena invaghendo e di Danae:
e fior di senno concesse
con senso di retta giustizia, al padre d’Adrasto, a Linceo.

Epodo
Anche il "valor d’Anfitrione nutrì. Giunse questi nel solco
già fecondato dal Nume: ché mentre l’eroe sterminava,
chiuso nel l’arme, i Telèbi, il sire dei Superi, assunta
la sua sembianza, alla reggia
venne, recando l’impavido germe d’Alcide; a cui sposa
Ebe, vaghissima Diva, ora è, nelle case d’Olimpo,
vicina alla pronuba madre.

Strofe
Troppo breve è il mio fiato; né tutti può correr di gloria i
sentieri
che son d’Argo sacra retaggio;
ed affrontare il fastidio degli uomini è grave. Ma pure,
desta la lira sonora,
volgi alle ginniche gare la mente; ché il bronzeo certame
spinge le genti ove ad Era si sgozzano tauri, e d’agoni
si fa giudizio: ché il figlio
d’Ulia, qui due volte riscosse l’oblio della nobil fatica.

Antistrofe
Degli eliòni campioni la schiera in Pito ei già vinse. E Fortuna
nell’Istmo e in Nemea gli fu socia.
Quivi alle Muse egli offerse, che cura ne avessero, il serto:
tre su le porte del ponto,
tre ne la sacra pianura, pei giochi di Adrasto ne ottenne.
Zeus, quanto egli ora brama non dice: ogni evento è in te posto:
certo, chiedendo tal grazia,
non ei nell’audacia confida; ma in cuor che fatica non teme.

Epodo
Cose ben note a lui canto, e a chi si cimenta pei vertici
sommi di gloria: ebbe Pisa la regola somma d’Alcide,
Ma dei preludi le voci dolcissime lui nelle feste
sacre d’Atene, tre volte
celebre resero. E dentro la creta riarsa dal fuoco,
d’Era alla nobile gente giungea dell’olivo la bacca
nel grembo a dedalei vasi.

III
Strofe
Dei german’ di tua madre alla chiara progenie è retaggio, o Teeo,
la gloria dei pubblici agoni,
grazie alle Cariti, grazie a Tindaro, ai figli. — Se fossi
sangue di Trasiclo e Antia,
certo vorrei che il mio sguardo in Argo fulgor non perdesse.
Deh! Quanti fior di vittorie li ornava sottessa l’equestre
rocca di Preto, e nei fondi
corinzi recessi! e ben quattro ne colsero presso i Cleoni.

Antistrofe
Li recinse fulgore d’argento quando essi, le fiale del vino
recando, tornar da Sicione:
morbida lana il lor dorso copriva al redir da Pellene:
computo fare dei bronzi
mal si potria: numerarli vorrebbe più lunga fatica,
quanti Clitore e Tegea e l’alte città degli Achei
ed il Linceo, presso al circo
di Zeus ne posero, a vincerli con forza di piedi o di mano.

Epodo
Qual meraviglia che siano fortissimi atleti, se Castore
ed il germano Polluce l’ospizio cercar del loro avolo
Panfao: se sono i gemelli ministri agli agoni nell’ampia
Sparta; e lor florida sorte
cercano insiem con Ermes, col figlio possente di Zeus?
Essi gran cura si danno di quanti hanno in cuore giustizia.
E fida è la stirpe dei Numi.

IV
Strofe
Essi alteman lor vita, a vicenda passando l’un giorno vicino
al padre diletto, in Olimpo,
l’altro in terrestri latebre, nell’adito sacro, a Terapne,
stretti a una sorte: ché questo
scelse Polluce, piuttosto che sempre esser Nume, ed in cielo
vivere, quando in battaglia fu a Castore spenta la vita.
Ida, tutto ira pei bovi
furati, l’avea con la cuspide dell’asta di bronzo trafitto.

Antistrofe
Dal Tegeto spiando. Linceo scoperto l’avea, che sovresso
il tronco sedea d’una quercia:
ch’ei più di tutti i mortali aveva acutissimo l’occhio.
Presto lo giunser coi piedi
rapidi; e in breve compieron lo scempio famoso. Ma grave
pena le mani di Zeus inflisser d’Afarete ai figli:
l’altro rampollo di Leda
accorse: essi attesero fermi vicini alla tomba del padre.

Epodo
Quivi, divelta l’immagine dell’Ade, scolpito macigno,
i’avventar di Polluce al petto; ma né lo contusero,
né rintuzzarono; e quegli piombò, dentro il fianco a Linceo,
spinse la pronta zagaglia:
Giove contro Ida scagliò la fiamma ed il fumo del folgore:
e derelitti i due corpi quivi arsero. Cosa è ben ardua
per l’uomo, lottar coi più forti.

V
Strofe
Corse sùbito il figlio di Tindaro vicino al fratello, se ancora
traesse il respiro. Né spento
era; ma tutto era corso di brividi; e grave l’anelito.
Lagrime amare e singhiozzi
quegli mescendo a gran voce, gridava: «Cronide, mio padre,
quale rimedio trovare potrò di mie doglie? La morte
anche a me infliggi, o Signore:
ché scevro è d’onore chi perde gli amici; e ben pochi degli uomini

Antistrofe
nelle ambasce rimangon fedeli, né parte vi pigliano». Disse
cosi. Zeus, corsogli accanto,
tali parole gli porse: ir Mio figlio sei tu. Dopo me
giunse l’eroe, che mortale
germe in tua madre stillava. Ora io questa scelta ti porgo:
vuoi tu sfuggire la morte, e gli anni del tedio senile,
ed abitare la casa
d’Olimpo, con me, con Atena, con Ares dal cuspide negro?

Epodo
Questo sia pure il tuo fato. Se poi pel fratello contendere
brami, ed uguale dividere in tutto la sorte con lui,
mezzo il tuo tempo vivrai del suol nelle viscere fonde,
mezzo su in ciel, nelle case
d’oro». Cosi favellò. Né in duplice avviso la mente
pose Polluce. Onde Castore dall’elmo di bronzo dischiuse
lo sguardo, ed il labbro, e parlò.