Differenze tra le versioni di "Biblioteca:Pindaro, Pitiche, I"

m (Sostituzione testo - 'Cronide' con 'Cronide')
 
(16 versioni intermedie di 2 utenti non mostrate)
Riga 11: Riga 11:
 
svolgi dei balli i preludi.
 
svolgi dei balli i preludi.
 
Tu de la fiamma perenne spengi la folgore acuta.
 
Tu de la fiamma perenne spengi la folgore acuta.
Sovra lo scettro di [[Zeus]] sopita sta l’aquila: da entrambi i
+
Sovra lo scettro di [[Zeus]] sopita sta l’[[aquila]]: da entrambi i
 
suoi fianchi
 
suoi fianchi
 
le penne veloci abbandona
 
le penne veloci abbandona
Riga 23: Riga 23:
 
[[Ares]] il crudo, egli pure
 
[[Ares]] il crudo, egli pure
 
lascia dell’asta la cuspide aspra, ed il cuore nel sonno
 
lascia dell’asta la cuspide aspra, ed il cuore nel sonno
placa: ché i suoni vibrali da te, grazie al figlio di Leto e
+
placa: ché i suoni vibrali da te, grazie al [[Apollo|figlio]] di [[Leto]] e
 
alle [[Muse]],
 
alle [[Muse]],
 
addolciscono l’alma anche ai Demoni.
 
addolciscono l’alma anche ai Demoni.
Riga 30: Riga 30:
 
Quanti poi [[Zeus]] non ama, sgomentano, udendo la voce
 
Quanti poi [[Zeus]] non ama, sgomentano, udendo la voce
 
de le Pieridi, sopra la terra e l’indomito mare:
 
de le Pieridi, sopra la terra e l’indomito mare:
sgomenta il nemico dei Numi, che giace nel Tartaro,
+
sgomenta il nemico dei Numi, che giace nel [[Tartaro]],
Tifone dai cento cerèbri. Un di’ l’ospitava
+
[[Tifone]] dai cento cerèbri. Un di’ l’ospitava
 
l’antro famoso Cilicio:
 
l’antro famoso Cilicio:
ora le spiagge di Cuma, ch’àn siepe di flutti, e Sicilia,
+
ora le spiagge di [[Cuma]], ch’àn siepe di flutti, e [[Sicilia]],
 
gli premono il petto villoso: lo schiaccia, colonna del cielo,
 
gli premono il petto villoso: lo schiaccia, colonna del cielo,
 
Etna nevosa, nutrice perenne di fulgida neve,
 
Etna nevosa, nutrice perenne di fulgida neve,
Riga 45: Riga 45:
 
rocce portando con lungo
 
rocce portando con lungo
 
strepito al ponto profondo.
 
strepito al ponto profondo.
Tali d’Avemo terribili flutti su avventa quel drago:
+
Tali d’[[Ade|Averno]] terribili flutti su avventa quel drago:
 
miro spettacolo, a scorgerlo da presso: chi l’oda narrare da
 
miro spettacolo, a scorgerlo da presso: chi l’oda narrare da
 
quanti
 
quanti
Riga 51: Riga 51:
  
 
Antistrofe
 
Antistrofe
come de l’Etna sui vertici negri di boschi,
+
come de l’[[Etna]] sui vertici negri di boschi,
 
giù sino al piano, legato
 
giù sino al piano, legato
 
stendesi, e il crudo giaciglio tutto aspro gli lacera il dorso. —
 
stendesi, e il crudo giaciglio tutto aspro gli lacera il dorso. —
Riga 58: Riga 58:
 
fronte del suolo ferace!
 
fronte del suolo ferace!
 
Su la città che le sorge presso, che prende il suo nome,
 
Su la città che le sorge presso, che prende il suo nome,
piovere gloria fe’ il celebre signor che l’estrusse: ché a Pilo
+
piovere gloria fe’ il celebre signor che l’estrusse: ché a [[Pilo (1)|Pilo]]
 
l’araldo
 
l’araldo
insieme fe’ d’Etna e Ierone
+
insieme fe’ d’[[Etna]] e Ierone
  
 
Epodo
 
Epodo
Riga 69: Riga 69:
 
Etna per serti e cavalli
 
Etna per serti e cavalli
 
celebre, e molto evocata sarà nei conviti sonori.
 
celebre, e molto evocata sarà nei conviti sonori.
O Febo, di Licia e di Deio re, ch’ami la fonte castalia,
+
O [[Apollo|Febo]], di [[Licia]] e di Deio re, ch’ami la fonte castalia,
 
tu questi eventi abbi a cuore, tu questa città di gagliardi.
 
tu questi eventi abbi a cuore, tu questa città di gagliardi.
  
Riga 87: Riga 87:
 
e gli rammenti che prove di guerra ei sostenne,
 
e gli rammenti che prove di guerra ei sostenne,
 
animo intrepido, quando
 
animo intrepido, quando
s’ebber dai Superi onore qual mai niun fra gli uomini d’Ellade
+
s’ebber dai Superi onore qual mai niun fra gli uomini d’[[Ellade]]
 
falciò, degno serto a ricchezza.
 
falciò, degno serto a ricchezza.
 
Ora, dove’ careggiarlo,
 
Ora, dove’ careggiarlo,
 
scodinzolargli dinanzi,
 
scodinzolargli dinanzi,
tal ch’era già tracotante: ch’egli emulò Filottete
+
tal ch’era già tracotante: ch’egli emulò [[Filottete]]
 
partecipando l’agone. Raccontan che un giorno gli Eroi
 
partecipando l’agone. Raccontan che un giorno gli Eroi
 
Seminumi
 
Seminumi
Tarderò figliuol di Peante
+
Tarderò figliuol di [[Peante]]
  
 
Epodo
 
Epodo
 
d’ulcera immane consunto cercarono; ed egli di [[Priamo]]
 
d’ulcera immane consunto cercarono; ed egli di [[Priamo]]
strusse la rocca, ed a fine condusse il travaglio dei Dànai,
+
strusse la rocca, ed a fine condusse il travaglio dei Danai,
 
pure egre movendo le membra: ché quello era il fato.
 
pure egre movendo le membra: ché quello era il fato.
 
Oh, il Dio nel futuro a Ierone sia fausto, e maturi
 
Oh, il Dio nel futuro a Ierone sia fausto, e maturi
 
l’ora opportuna a sue brame.
 
l’ora opportuna a sue brame.
Musa! Ed ancora ti piaccia cantare a Dinòmene il premio
+
Musa! Ed ancora ti piaccia cantare a Dinomene il premio
 
pel cocchio dei quattro cavalli: non è la vittoria del padre
 
pel cocchio dei quattro cavalli: non è la vittoria del padre
gaudio straniero: su, I’ inno troviamo ch’ esalti il re d’Etna.
+
gaudio straniero: su, I’ inno troviamo ch’ esalti il re d’[[Etna]].
  
 
IV
 
IV
Riga 110: Riga 110:
 
Questa città costruiva lerone per esso,
 
Questa città costruiva lerone per esso,
 
libera, cara ai Celesti,
 
libera, cara ai Celesti,
ligia alle norme e alle regole d’ [[Ilio]]: che sempre osservare
+
ligia alle norme e alle regole d’ [[Troia|Ilio]]: che sempre osservare
le doriche leggi d’Egimio
+
le doriche leggi d’[[Egimio]]
 
bramano quei che son sangue
 
bramano quei che son sangue
d’Eracle e Panfilo, e ch’ebbero
+
d’[[Eracle]] e [[Panfilo (2)|Panfilo]], e ch’ebbero
stanza sottesso il Taigeto. Scesi dall’alpe di Pindo
+
stanza sottesso il [[Taigeto]]. Scesi dall’alpe di [[Pindo (2)|Pindo]]
essi abitavano Amicla, vicino ai Tindaridi dai bianchi cavalli,
+
essi abitavano [[Amicle (1)|Amicle]], vicino ai [[Tindaridi]] dai bianchi cavalli,
 
onde alta è la fama guerriera.
 
onde alta è la fama guerriera.
  
 
Antistrofe
 
Antistrofe
[[Zeus]], che i voti compisci, su l'acque d’Amena
+
[[Zeus]], che i voti compisci, su l'acque d’[[Amena]]
 
ai cittadini e al sovrano
 
ai cittadini e al sovrano
 
sempre tal sorte la fama decreti; e sia fama perenne.
 
sempre tal sorte la fama decreti; e sia fama perenne.
Riga 127: Riga 127:
 
Ora annuisci al mio voto, [[Cronide]], che lunge si freni
 
Ora annuisci al mio voto, [[Cronide]], che lunge si freni
 
l’urlo tirreno e il fenicio, veggendo lo scempio di navi
 
l’urlo tirreno e il fenicio, veggendo lo scempio di navi
nell’acque di Cuma, veggendo.
+
nell’acque di [[Cuma]], veggendo.
  
 
Epodo
 
Epodo
 
quanto patiron fiaccati dal duce dei Siracusani,
 
quanto patiron fiaccati dal duce dei Siracusani,
 
che dalle rapide navi nei flutti la lor gioventù
 
che dalle rapide navi nei flutti la lor gioventù
sommerse, che l’Ellade trasse dal grave servaggio.
+
sommerse, che l’[[Ellade]] trasse dal grave servaggio.
La gloria dirò che ad Atene recò Salamina:
+
La gloria dirò che ad [[Atene]] recò [[Salamina (2)|Salamina]]:
dirò la pugna di Sparta
+
dirò la pugna di [[Sparta (2)|Sparta]]
 
al [[Citerone]], ove il Medo dall’arco ricurvo fu domo;
 
al [[Citerone]], ove il Medo dall’arco ricurvo fu domo;
e presso la bella corrente d’Imèra cantar di Dinomene
+
e presso la bella corrente d’[[Imera]] cantar di Dinomene
 
i figli conviene: ché degni ne son, pei nemici sconfitti.
 
i figli conviene: ché degni ne son, pei nemici sconfitti.
  
Riga 166: Riga 166:
 
Epodo
 
Epodo
 
indica ai vati e alla storia la vita di chi più non è.
 
indica ai vati e alla storia la vita di chi più non è.
Non è distrutta di Creso ancor la bontà, la vjrtude;
+
Non è distrutta di [[Creso (1)|Creso]] ancor la bontà, la virtude;
 
ma aàlari, cuore feroce, che ardeva le genti
 
ma aàlari, cuore feroce, che ardeva le genti
nel tauro di bronzo, lo avvolge la fama odiosa:
+
nel tauro di [[bronzo]], lo avvolge la fama odiosa:
 
né fra le mense le cétere
 
né fra le mense le cétere
 
nelle canzoni dei giovani l’accolgono. Il primo dei beni
 
nelle canzoni dei giovani l’accolgono. Il primo dei beni
Riga 174: Riga 174:
 
ambe consegue e possiede, toccò la ghirlanda suprema.
 
ambe consegue e possiede, toccò la ghirlanda suprema.
 
</poem>
 
</poem>
 +
 +
[[Categoria:Bibliografia]]
 +
[[Categoria:Fonti Antiche]]
 +
[[Categoria:Verificato]]

Versione attuale delle 11:36, 15 gen 2024

PER IERONE D’ETNA VINCITORE COL CARRO A PITO

I
Strofe
Cetera d’oro, comune dovizia d’Apollo
e de le Muse, che mammole
han su le chiome, te ascoltano i passi, spiccandosi a danza,
e seguon tuoi cenni i cantori,
quando con musiche spire
svolgi dei balli i preludi.
Tu de la fiamma perenne spengi la folgore acuta.
Sovra lo scettro di Zeus sopita sta l’aquila: da entrambi i
suoi fianchi
le penne veloci abbandona

Antistrofe
pendule, il re degli augelli: ché al capo grifagno
tu negro nuvolo avvolgi,
dolce serrarne a le palpebre: vinto da l’impeto tuo
canoro, sopiscesi; e il dorso
agile un palpito corre.
Ares il crudo, egli pure
lascia dell’asta la cuspide aspra, ed il cuore nel sonno
placa: ché i suoni vibrali da te, grazie al figlio di Leto e
alle Muse,
addolciscono l’alma anche ai Demoni.

Epodo
Quanti poi Zeus non ama, sgomentano, udendo la voce
de le Pieridi, sopra la terra e l’indomito mare:
sgomenta il nemico dei Numi, che giace nel Tartaro,
Tifone dai cento cerèbri. Un di’ l’ospitava
l’antro famoso Cilicio:
ora le spiagge di Cuma, ch’àn siepe di flutti, e Sicilia,
gli premono il petto villoso: lo schiaccia, colonna del cielo,
Etna nevosa, nutrice perenne di fulgida neve,

II
Strofe
dalle cui latebre rugghiano fonti purissime
d’orrido fuoco. Di giorno,
fiumi travolgono flutti di fumi e faville: nel buio
purpurea vampa giù rotola,
rocce portando con lungo
strepito al ponto profondo.
Tali d’Averno terribili flutti su avventa quel drago:
miro spettacolo, a scorgerlo da presso: chi l’oda narrare da
quanti
lo videro, anch’egli stupisce,

Antistrofe
come de l’Etna sui vertici negri di boschi,
giù sino al piano, legato
stendesi, e il crudo giaciglio tutto aspro gli lacera il dorso. —
Deh, possa, deh, possa io piacerti,
Zeus che guardi quest’alpe,
fronte del suolo ferace!
Su la città che le sorge presso, che prende il suo nome,
piovere gloria fe’ il celebre signor che l’estrusse: ché a Pilo
l’araldo
insieme fe’ d’Etna e Ierone

Epodo
per la vittoria del cocchio, suonare i due nomi. — Ai nocchieri
prima fortuna è che s’alzi un prospero vento, presagio
d’ancora più fausto ritorno. Cosi la ragione
da questa fortuna trae fede che pur nel futuro
Etna per serti e cavalli
celebre, e molto evocata sarà nei conviti sonori.
O Febo, di Licia e di Deio re, ch’ami la fonte castalia,
tu questi eventi abbi a cuore, tu questa città di gagliardi.

III
Strofe
Dono dei Numi son tutte degli uomini l'arti:
quanti han saggezza, o di mani
possa, o fiorita loquela. Or ch’io mi sobbarco a esaltare
tant’uomo, non essere m’auguro
come colui che, rotando
bronzeo dardo, lo vibra
fuor «dell’agone; ma lunge più che i rivali scagliarlo.
Possa ogni giorno donargli successi felici, gran copia di beni,
oblio delle pene gli arrechi,

Antistrofe
e gli rammenti che prove di guerra ei sostenne,
animo intrepido, quando
s’ebber dai Superi onore qual mai niun fra gli uomini d’Ellade
falciò, degno serto a ricchezza.
Ora, dove’ careggiarlo,
scodinzolargli dinanzi,
tal ch’era già tracotante: ch’egli emulò Filottete
partecipando l’agone. Raccontan che un giorno gli Eroi
Seminumi
Tarderò figliuol di Peante

Epodo
d’ulcera immane consunto cercarono; ed egli di Priamo
strusse la rocca, ed a fine condusse il travaglio dei Danai,
pure egre movendo le membra: ché quello era il fato.
Oh, il Dio nel futuro a Ierone sia fausto, e maturi
l’ora opportuna a sue brame.
Musa! Ed ancora ti piaccia cantare a Dinomene il premio
pel cocchio dei quattro cavalli: non è la vittoria del padre
gaudio straniero: su, I’ inno troviamo ch’ esalti il re d’Etna.

IV
Strofe
Questa città costruiva lerone per esso,
libera, cara ai Celesti,
ligia alle norme e alle regole d’ Ilio: che sempre osservare
le doriche leggi d’Egimio
bramano quei che son sangue
d’Eracle e Panfilo, e ch’ebbero
stanza sottesso il Taigeto. Scesi dall’alpe di Pindo
essi abitavano Amicle, vicino ai Tindaridi dai bianchi cavalli,
onde alta è la fama guerriera.

Antistrofe
Zeus, che i voti compisci, su l'acque d’Amena
ai cittadini e al sovrano
sempre tal sorte la fama decreti; e sia fama perenne.
E a te bene accetto, lerone
guidi il suo figlio, e al suo popolo
dia la concordia serena.
Ora annuisci al mio voto, Cronide, che lunge si freni
l’urlo tirreno e il fenicio, veggendo lo scempio di navi
nell’acque di Cuma, veggendo.

Epodo
quanto patiron fiaccati dal duce dei Siracusani,
che dalle rapide navi nei flutti la lor gioventù
sommerse, che l’Ellade trasse dal grave servaggio.
La gloria dirò che ad Atene recò Salamina:
dirò la pugna di Sparta
al Citerone, ove il Medo dall’arco ricurvo fu domo;
e presso la bella corrente d’Imera cantar di Dinomene
i figli conviene: ché degni ne son, pei nemici sconfitti.

V
Strofe
Se molte fila giungendo nell’ora opportuna
breve tu parli, minore
segue degli uomini il biasimo: poiché le veloci speranze
sfiorisce il molesto fastidio.
Pubblica lode al successo
d’altri, amareggia i cuor’ torvi.
Prima però che il compianto, scegli l’invidia. Persevera
nel bene operare. Conduci le genti con retto timone: su
incudine
veridica tempra la lingua;

Antistrofe
ché se uscirà dal tuo labbro, pur essa una inezia
grande parrà. Sei di molte
genti ministro; e sovr’esse, su te, molti tengon lo sguardo.
Se cara hai la fama, tenacia
mostra nei nobili impulsi;
né ti dispiaccia esser prodigo:
come nocchiere le vele lascia dischiuse alla brezza.
Né con le blande menzogne, diletto, in inganno te traggano
i furbi.
Sol vanto che a morte consegua

Epodo
indica ai vati e alla storia la vita di chi più non è.
Non è distrutta di Creso ancor la bontà, la virtude;
ma aàlari, cuore feroce, che ardeva le genti
nel tauro di bronzo, lo avvolge la fama odiosa:
né fra le mense le cétere
nelle canzoni dei giovani l’accolgono. Il primo dei beni
è compier bell’opre: secondo aver buona fama. Se un uomo
ambe consegue e possiede, toccò la ghirlanda suprema.