Biblioteca:Igino, Fabulae 191

Il re Mida[modifica]

Mida, re dei Migdoni, figlio della Madre degli Dèi, fu cooptato da Tmolo nel tempo in cui Apollo gareggiò con Marsia - oppure Fauno - in una sfida con il flauto. Tmolo assegnò la vittoria ad Apollo, Mida invece disse che andava attribuita a Marsia. Allora Apollo, sdegnato, disse a Mida: «Qual è stato il tuo cuore nel giudicare, così avrai le orecchie!», e con queste parole fece sì che gli spuntassero orecchie d’asino. In quel periodo, mentre il padre Libero stava conducendo il suo esercito in India, Sileno se ne distaccò e Mida lo ospitò splendidamente e gli diede una guida che lo riconducesse al corteo di Libero. Allora il padre Libero donò a Mida il privilegio di ottenere da lui qualsiasi cosa avesse desiderato; a lui Mida chiese che qualsiasi cosa avesse toccato diventasse d’oro. Dopo avere ottenuto questo ed essere ritornato nella reggia, qualsiasi cosa toccasse diventava d’oro; ormai tormentato dalla fame, chiese a Libero di sottrargli quel dono così splendido, e Libero gli comandò di bagnarsi nel fiume Pattolo. Quando l’acqua toccò il suo corpo, si fece di un colore dorato: ecco perché ancora oggi quel fiume in Lidia è detto Crisorroa.