Differenze tra le versioni di "Titanomachia"

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Secondo il racconto di [[Esiodo]] furono proprio gli [[Ecatonchiri]] e i [[Ciclopi]] a dare una svolta alla guerra. Infatti essa durava da 10 anni e si era giunti ad uno stallo. [[Gea]] allora rivelò agli dei un segreto per conseguire la vittoria: liberare i [[Ciclopi]] e andare a prendere i [[giganti]] [[Ecantochiri]] [[Briareo]], [[Cotto]] e [[Gia]] e convincerli ad unirsi alla battaglia. [[Zeus]] seguì il consiglio di [[Gea]]: liberò i [[Ciclopi]], che per gratitudine gli fabbricarono delle nuove armi da usare contro i [[Titani]], le folgori. Rifocillò gli [[Ecatonchiri]] con nettare e ambrosia e li invitò a lottare, per riconoscenza, al suo fianco contro i [[Titani]]. [[Cotto]] diede la sua parola per tutti e tre. La guerra riprese con gli dei schierati in cima al monte [[Olimpo]] e i [[Titani]] sulla cima dell'[[Otri]]. Ma i nuovi combattenti avevano cento mani l'uno con le quali presero cento pietre e le scagliarono contro i [[Titani]]. Con tale pioggia di pietre e con l'aiuto delle nuove armi donate dai [[Ciclopi]], i [[Titani]] furono sconfitti, in seguito incatenati e fatti precipitare nel [[Tartaro]]. Gli stessi [[Ecatonchiri]] furono messi a guardia dei [[Titani]], chiusi in una fortezza sigillata con delle porte di metallo create da [[Poseidone]].
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Secondo il racconto di [[Esiodo]] furono proprio gli [[Ecantochiri]] e i [[Ciclopi]] a dare una svolta alla guerra. Infatti essa durava da 10 anni e si era giunti ad uno stallo. [[Gea]] allora rivelò agli dei un segreto per conseguire la vittoria: liberare i [[Ciclopi]] e andare a prendere i [[giganti]] [[Ecantochiri]] [[Briareo]], [[Cotto]] e [[Gia]] e convincerli ad unirsi alla battaglia. [[Zeus]] seguì il consiglio di [[Gea]]: liberò i [[Ciclopi]], che per gratitudine gli fabbricarono delle nuove armi da usare contro i [[Titani]], le folgori. Rifocillò gli [[Ecatonchiri]] con nettare e ambrosia e li invitò a lottare, per riconoscenza, al suo fianco contro i [[Titani]]. [[Cotto]] diede la sua parola per tutti e tre. La guerra riprese con gli dei schierati in cima al monte [[Olimpo]] e i [[Titani]] sulla cima dell'[[Otri]]. Ma i nuovi combattenti avevano cento mani l'uno con le quali presero cento pietre e le scagliarono contro i [[Titani]]. Con tale pioggia di pietre e con l'aiuto delle nuove armi donate dai [[Ciclopi]], i [[Titani]] furono sconfitti, in seguito incatenati e fatti precipitare nel [[Tartaro]]. Gli stessi [[Ecantochiri]] furono messi a guardia dei [[Titani]], chiusi in una fortezza sigillata con delle porte di metallo create da [[Poseidone]].
  
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]

Versione delle 13:31, 26 mag 2009

Secondo il racconto di Esiodo furono proprio gli Ecantochiri e i Ciclopi a dare una svolta alla guerra. Infatti essa durava da 10 anni e si era giunti ad uno stallo. Gea allora rivelò agli dei un segreto per conseguire la vittoria: liberare i Ciclopi e andare a prendere i giganti Ecantochiri Briareo, Cotto e Gia e convincerli ad unirsi alla battaglia. Zeus seguì il consiglio di Gea: liberò i Ciclopi, che per gratitudine gli fabbricarono delle nuove armi da usare contro i Titani, le folgori. Rifocillò gli Ecatonchiri con nettare e ambrosia e li invitò a lottare, per riconoscenza, al suo fianco contro i Titani. Cotto diede la sua parola per tutti e tre. La guerra riprese con gli dei schierati in cima al monte Olimpo e i Titani sulla cima dell'Otri. Ma i nuovi combattenti avevano cento mani l'uno con le quali presero cento pietre e le scagliarono contro i Titani. Con tale pioggia di pietre e con l'aiuto delle nuove armi donate dai Ciclopi, i Titani furono sconfitti, in seguito incatenati e fatti precipitare nel Tartaro. Gli stessi Ecantochiri furono messi a guardia dei Titani, chiusi in una fortezza sigillata con delle porte di metallo create da Poseidone.