Modifica di Ciclopi

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Figli di [[Gea]] e di [[Urano]]. Sono solitamente tre: [[Bronte]], [[Sterope (1)|Sterope]] ed [[Arge (1)|Arge]]; alcuni autori ne citano un quarto, [[Piragmone]]. Erano [[giganti]] con un occhio solo, fabbricavano i fulmini per [[Zeus]].  
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Figli di [[Gea]] e di [[Urano]]. Sono solitamente tre: [[Bronte]], [[Sterope]] ed [[Arge]]; alcuni autori ne citano un quarto, [[Piragmone]]. Erano [[giganti]] con un occhio solo, fabbricavano i fulmini per [[Zeus]].  
<br>Essi sono dei ''mekhanai'', degli artigiani inventori, che si dedicavano soprattutto alla metallurgia ed all'architettura.  
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<br>Nella [[Teogonia]] di [[Esiodo]], i Ciclopi sono tre giganti, Bronte, Sterope e Piragmone, che appartengono alla prima generazione cosmica, poiché sono figli di Urano e Gea. Essi sono dei mekhanai, degli artigiani inventori, che si dedicavano soprattutto alla metallurgia ed all'architettura.  
 
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Essi si rivoltarono contro il padre [[Urano]], il quale li rinchiuse nel [[Tartaro]].  Quando [[Crono]] detronizzò Urano, su invito di [[Gea]], liberò i Ciclopi, ma, col tempo, sentendosi minacciato dalla presenza di questi giganti, li rinchiuse nuovamente nel Tartaro, guardati a vista dal mostro [[Kampe]]. Successivamente un oracolo predisse a [[Zeus]], che voleva ribaltare la situazione e prendere il potere, che l'aiuto di questi esseri, ed in particolar modo dei Ciclopi, abili fabbri, sarebbe stato fondamentale per giungere alla vittoria. Quindi il dio si cimentò contro il mostro Kampe, e liberò Ciclopi ed Ecatonchiri, ottenendo così le armi che gli permisero di ottenere la vittoria sui [[Titani]]: i Ciclopi, infatti,  per sdebitarsi, donarono il fulmine a Zeus, ad Ade l'elmo dell'invisibilità e il tridente a Poseidone. Grazie a queste armi, Zeus riuscì nel suo intento e apprezzando le arti dei Ciclopi, se li tenne per essere sempre rifornito di fulmini. Da questo momento i Ciclopi rimangono i fabbri divini, e forniscono a Zeus le sue potenti folgori.  
==LA RIVOLTA CONTRO URANO==
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<br>Un giorno il dio, seccato perché [[Asclepio]], figlio di [[Apollo]], resuscitava con la sua abilità medica troppi morti e rischiava di svuotare l'Ade, lo uccise con una saetta. Apollo sdegnato, non potendosi vendicare su Zeus, pensò bene di prendersela con i poveri Ciclopi, e li sterminò. A sua volta Zeus, irritato per l'affronto, costrinse Apollo ad espiare la sua colpa, servendo come schiavo il re [[Admeto]] di [[Tessaglia]].
Si rivoltarono contro il padre [[Urano]], il quale li rinchiuse nel [[Tartaro]].  Quando [[Crono]] detronizzò Urano, su invito di [[Gea]], liberò i Ciclopi, ma, col tempo, sentendosi minacciato dalla presenza di questi giganti, li rinchiuse nuovamente nel [[Tartaro]], guardati a vista dal mostro [[Campe (1)|Campe]].  
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<br>Accanto a questi Ciclopi della generazione uranica, che sembra fossero più dei tre menzionati sopra (alcuni pensano addirittura ad un centinaio), bisogna ricordare delle intere popolazioni a carattere umano od umanoide, stanziate sulla terra, che portavano il medesimo nome. È a questi popoli preistorici che vengono attribuite le costruzioni megalitiche, spesso dette "ciclopiche": ricordo in particolare le fortificazioni di [[Tirinto]] ed [[Argo]]. È questo il caso dei ciclopi omerici, e del loro più famoso esponente, [[Polifemo]]. Nei vari tentativi di localizzare la terra dei Ciclopi descritta da [[Omero]], si sono ipotizzati molti luoghi: la Sicilia (sulla costa orientale presso l'[[Etna]] come dice [[Virgilio]]), le isole Canarie, la Campania (da Baia al Vesuvio). In tutte queste ipotesi l'idea guida è quella che il ciclope non sia altro che una allegoria dei fenomeni vulcanici.
 
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<br>Va ricordato infine che col nome generico di Ciclopi vengono comunemente indicati tutti gli esseri mostruosi dotati di un solo occhio frontale, che spesso si riuniscono in veri e propri Popoli mostruosi come gli [[Arimaspi]] della Scizia; un popolo anonimo che si credeva vivesse nella regione indiana (v. Friedman, 1981, pp. 13-15); e gli eschimesi [[Inugpait]], favolosa razza di giganti dotati di un solo occhio, che vivono oltremare (v. Rink, ''Tales and Traditons of the Eskimo'', 1875, p. 47).
==RUOLO NELLA TITANOMACHIA==
 
Successivamente un oracolo predisse a [[Zeus]], che voleva ribaltare la situazione e prendere il potere, che l'aiuto di questi esseri, ed in particolar modo dei Ciclopi, abili fabbri, sarebbe stato fondamentale per giungere alla vittoria. Quindi il dio si cimentò contro il mostro [[Campe (1)|Campe]], e liberò Ciclopi ed [[Ecatonchiri]], ottenendo così le armi che gli permisero di ottenere la vittoria sui [[Titani]]: i Ciclopi, infatti,  per sdebitarsi, donarono il fulmine a [[Zeus]], ad [[Ade]] l'elmo dell'invisibilità e il tridente a [[Poseidone]]. Grazie a queste armi, Zeus riuscì nel suo intento e apprezzando le arti dei Ciclopi, se li tenne per essere sempre rifornito di fulmini. Da questo momento i Ciclopi rimangono i fabbri divini, e forniscono a Zeus le sue potenti folgori.  
 
 
 
==MORTE==
 
Un giorno il dio, seccato perché [[Asclepio]], figlio di [[Apollo]], resuscitava con la sua abilità medica troppi morti e rischiava di svuotare l'[[Ade]], lo uccise con una saetta. [[Apollo]] sdegnato, non potendosi vendicare su Zeus, pensò bene di prendersela con i poveri Ciclopi, e li sterminò. Da allora le loro ombre vagano nelle caverne del vulcano [[Etna]].
 
<br>A sua volta [[Zeus]], irritato per l'affronto, costrinse [[Apollo]] ad espiare la sua colpa, servendo come schiavo il re [[Admeto]] di [[Tessaglia]].
 
 
 
==GLI ALTRI CICLOPI==
 
Accanto a questi Ciclopi della generazione uranica, che sembra fossero più dei tre menzionati sopra (alcuni pensano addirittura ad un centinaio), bisogna ricordare delle intere popolazioni a carattere umano od umanoide, stanziate sulla terra, che portavano il medesimo nome. È a questi popoli preistorici che vengono attribuite le costruzioni megalitiche, spesso dette "ciclopiche": in particolare le fortificazioni di [[Tirinto]] ed [[Argo]]. È questo il caso dei ciclopi omerici, e del loro più famoso esponente, [[Polifemo]].  
 
<br>Nei vari tentativi di localizzare la terra dei Ciclopi descritta da [[Omero]], si sono ipotizzati molti luoghi: la Sicilia (sulla costa orientale presso l'[[Etna]] come dice [[Virgilio]]), le isole Canarie, la Campania (da Baia al Vesuvio). In tutte queste ipotesi l'idea guida è quella che il ciclope non sia altro che una allegoria dei fenomeni vulcanici.
 
<br>Va ricordato infine che col nome generico di Ciclopi vengono comunemente indicati tutti gli esseri mostruosi dotati di un solo occhio frontale, che spesso si riuniscono in veri e propri Popoli mostruosi come gli [[Arimaspi]] della [[Scizia]]; un popolo anonimo che si credeva vivesse nella regione indiana (v. Friedman, 1981, pp. 13-15); e gli eschimesi [[Inugpait]], favolosa razza di giganti dotati di un solo occhio, che vivono oltremare (v. Rink, ''Tales and Traditons of the Eskimo'', 1875, p. 47).
 
 
 
==ETIMOLOGIA==
 
Il termine ciclope significa "dall'occhio rotondo".
 
  
 
==CULTO==
 
==CULTO==
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Il loro aspetto non è mai specificato, anche se generalmente sono ritenuti avere un solo occhio. Va però detto che nessun testo antico li definisce esplicitamente come esseri con un solo occhio al centro della fronte. E vero che l'episodio di Polifemo fa chiaramente riferimento ad un solo occhio ma, a parte che Polifemo appartiene ad un'altra stirpe, diversa da quella esiodea, bisogna ammettere che per quanto emerge dal testo dell'[[Odissea]], potrebbe anche ipotizzarsi che il Ciclope fosse semplicemente orbo da un occhio. Le rappresentazioni artistiche non offrono maggiori lumi: i Ciclopi compaiono talora con un solo occhio frontale, talora con due normalissimi occhi. Nonostante la scarsità di documenti in proposito, si deve ammettere che di tutti i complessi miti intrecciati attorno a queste figure, l'unica idea sopravvissuta in maniera determinante è proprio quella che li vuole strutturalmente monocoli. Va ricordato, a livello di curiosità documentaria, il fatto che, sia pur raramente, i Ciclopi sono a volte detti chirogasteres e cioè "con la mano nel ventre", ma non è noto a cosa l'epiteto possa riferirsi.
 
Il loro aspetto non è mai specificato, anche se generalmente sono ritenuti avere un solo occhio. Va però detto che nessun testo antico li definisce esplicitamente come esseri con un solo occhio al centro della fronte. E vero che l'episodio di Polifemo fa chiaramente riferimento ad un solo occhio ma, a parte che Polifemo appartiene ad un'altra stirpe, diversa da quella esiodea, bisogna ammettere che per quanto emerge dal testo dell'[[Odissea]], potrebbe anche ipotizzarsi che il Ciclope fosse semplicemente orbo da un occhio. Le rappresentazioni artistiche non offrono maggiori lumi: i Ciclopi compaiono talora con un solo occhio frontale, talora con due normalissimi occhi. Nonostante la scarsità di documenti in proposito, si deve ammettere che di tutti i complessi miti intrecciati attorno a queste figure, l'unica idea sopravvissuta in maniera determinante è proprio quella che li vuole strutturalmente monocoli. Va ricordato, a livello di curiosità documentaria, il fatto che, sia pur raramente, i Ciclopi sono a volte detti chirogasteres e cioè "con la mano nel ventre", ma non è noto a cosa l'epiteto possa riferirsi.
  
==INTERPRETAZIONE==
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==Interpretazioni==
È evidentissima in Omero la volontà di descrivere in maniera accentuata lo stato primitivo di questi esseri e la loro condizione subumana. Ciò ha portato a varie interpretazioni razionalistiche del mito. C'è chi ha pensato che i ciclopi siciliani fossero una popolazione di scimmie antropomorfe, per la precisione gorilla; chi ha pensato che l'idea del ciclope monocolo dovesse attribuirsi ai ritrovamenti, avvenuti più volte in Sicilia, di crani di elefanti fossili, nei quali il grosso foro centrale, che corrisponde all'attacco della proboscide, veniva scambiato per un occhio; chi, come Roger Dion, ha visto nel mito dei ciclopi siciliani una satira del popolo dei corinzi e della città di [[Corinto]] in particolare; infine, ed è l'interpretazione più famosa, c'è chi ha visto nei ciclopi dell'[[Odissea]] delle figurazioni allegoriche delle zone vulcaniche e nell'unico occhio le bocche degli stessi vulcani. In questa stessa chiave si possono interpretare tutte le fasi del racconto omerico: i sonni del mostro, alternati a risvegli collerici, sono i "parossismi" o le eruzioni alternate a periodi di pausa: le urla del ciclope, le esplosioni; le materie rigurgitate, le eruzioni laviche; i massi scagliati contro la nave di [[Ulisse]], l'esplosione delle pareti interne del cratere, lanciate a distanza dal vulcano.
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È evidentissima in [[Omero]] la volontà di descrivere in maniera accentuata lo stato primitivo di questi esseri e la loro condizione subumana. Ciò ha portato a varie interpretazioni razionalistiche del mito. C'è chi ha pensato che i ciclopi siciliani fossero una popolazione di scimmie antropomorfe, per la precisione gorilla; chi ha pensato che l'idea del ciclope monocolo dovesse attribuirsi ai ritrovamenti, avvenuti più volte in Sicilia, di crani di elefanti fossili, nei quali il grosso foro centrale, che corrisponde all'attacco della proboscide, veniva scambiato per un occhio; chi, come Roger Dion, ha visto nel mito dei ciclopi siciliani una satira del popolo dei corinzi e della città di [[Corinto]] in particolare; infine, ed è l'interpretazione più famosa, c'è chi ha visto nei ciclopi dell'[[Odissea]] delle figurazioni allegoriche delle zone vulcaniche e nell'unico occhio le bocche degli stessi vulcani. In questa stessa chiave si possono interpretare tutte le fasi del racconto omerico: i sonni del mostro, alternati a risvegli collerici, sono i "parossismi" o le eruzioni alternate a periodi di pausa: le urla del ciclope, le esplosioni; le materie rigurgitate, le eruzioni laviche; i massi scagliati contro la nave di [[Ulisse]], l'esplosione delle pareti interne del cratere, lanciate a distanza dal vulcano.
<br>Robert Graves<ref>Graves, Robert - [[I Miti Greci]] (1954)</ref> sostiene che ''"...i Ciclopi, pare, furono i membri di un'associazione di fabbri durante la civiltà elladica primitiva. Ciclope significa «dall'occhio rotondo» e probabilmente essi avevano tatuati sulla fronte dei cerchi concentrici in onore del sole, fonte del fuoco che alimentava le loro fornaci. I Traci infatti continuarono a tatuarsi fino all'epoca classica. I cerchi concentrici facevano parte del mistero dell'arte del fabbro: per forgiare tazze, elmi o maschere rituali, il fabbro si regolava su tali cerchi, tracciati col compasso attorno al centro di una lastra piatta. I Ciclopi vengono descritti come monocoli anche perché i fabbri ferrai spesso si coprono un occhio con una benda per ripararlo dalle scintille. In seguito ci si scordò della vera identità dei Ciclopi e i mitografi, lavorando di fantasia, dissero che le loro ombre vagavano nelle caverne dell'Etna, per spiegare così il fenomeno del fuoco e del fumo che uscivano dal suo cratere..."''
 
  
{{Correlazioni}}
 
  
{{Bibliografia}}
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== Riferimenti artistici ==
 +
*Odilon Redon, ''Il Ciclope'', dipinto.
  
==MUSEO==
+
==PERSONAGGI SIMILI==
<DPL>
+
*[[Wei]] (Mitologia Cinese)
linksto=Ciclopi
+
*[[Yimu]] (Mitologia Cinese)
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</DPL>
 
  
==NOTE==
+
{{Bibliografia}}
<references/>
 
  
 
[[Categoria:Mitologia Classica]]
 
[[Categoria:Mitologia Classica]]
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[[Categoria:Habitat: Vulcano]]
 
[[Categoria:Habitat: Vulcano]]
 
[[Categoria:Umanoidi]]
 
[[Categoria:Umanoidi]]
[[Categoria:Giganti]]
 
 
[[Categoria:Gigantismo]]
 
[[Categoria:Gigantismo]]
 
[[Categoria:Ciclopia]]
 
[[Categoria:Ciclopia]]

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