Atridi

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: discendenti di Atreo
Sesso: Maschio
Genitori: [[]] e [[]]
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oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
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Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
'
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[[]]
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Divinità
Sottotipologia: Epiteti
Specificità: Epiteti Collettivi
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Fra i racconti più complessi ed articolati della mitologia greca, la storia della famiglia regnante degli Atridi copre almeno cinque generazioni, da Tantalo a Oreste, comprende il racconto dei tragici e violenti eventi di ciascun membro del casato e si interseca con il più grande ciclo epico, quello della Guerra di Troia.
Capostipite della famiglia fu Tantalo: questo mitico re della Frigia al quale alcuni autori attribuivano anche il governo della Lidia o di altre regioni dell'Asia Minore, è un personaggio di origine divina o semidivina, si diceva infatti che fosse figlio del dio della montagna Tmolo o dello stesso Zeus e sua madre era la ninfa Pluto.
Origini tanto prestigiose, il riferimento alla ricchezza implicito nel nome della madre, la sua regale condizione, sono tutti evidenti attributi di un personaggio ricco e potente, personaggio - per altro - che godeva in modo particolare della benevolenza degli dei i quali spesso si intrattenevano in sua compagnia.
Tantalo però non si dimostrò degno di questo onore, non solo mancava della necessaria riservatezza (raccontava agli uomini quanto gli dei gli confidavano) ma arrivò addirittura a mettere alla prova l'onniscenza degli olimpici ... e lo fece in modo orrendo.
Convocati tutti gli dèi a banchetto servì loro le carni del proprio figlio Pelope per verificare se i suoi ospiti, sorretti dalla divina sapienza, avrebbero rifiutato di mangiare o se, ignari, si sarebbero cibati di carne umana.
Evidentemente Tantalo propendeva per la seconda ipotesi, ma aveva torto: nessuno degli dei accettò quel cibo, tranne Demetra che era distratta dalla preoccupazione per la figlia Persefone, appena rapita da Ade.
Il bambino venne resuscitato dalle misteriose arti di Ermes, il suo corpo venne ricomposto e rianimato, la spalla mancante che Demetra aveva mangiato fu sostituita con una copia in avorio.
Quanto a Tantalo perse ovviamente l'amicizia degli dei che aveva così deprecabilmente provocato e fu precipitato negli inferi per essere punito con un tormento estremo ed esemplare. Sulla natura di questo tormento le fonti antiche non concordano: nell'Odissea si parla dello strazio procurato dalla fame e dalla sete destinate a non essere mai soddisfatte ed esacerbate dalla perenne visione di cibi deliziosi e di invitanti ma irraggiungibili bevande.
In altri testi, per esempio in Euripide, Alcmane, Archiloco, a tormentare Tantalo è il terrore di un masso enorme sospeso sul suo capo che eternamente minaccia di massacrarlo.