Differenze tra le versioni di "Tartaro"
m (Sostituzione testo - 'Categoria:Mitologia Greca' con 'Categoria:Mitologia Greca Categoria:Europa Categoria:Mediterraneo Categoria:Grecia') |
|||
Riga 9: | Riga 9: | ||
[[Categoria:Mitologia Greca]] | [[Categoria:Mitologia Greca]] | ||
+ | [[Categoria:Europa]] | ||
+ | [[Categoria:Mediterraneo]] | ||
+ | [[Categoria:Grecia]] | ||
[[Categoria:Inferi]] | [[Categoria:Inferi]] |
Versione delle 14:06, 1 nov 2011
Figlio dell'Etere e di Gea, padre dei Giganti dei tempi primordiali. I Greci chiamarono Tartaro il luogo sotterraneo in cui Zeus precipitò e imprigionò i Titani. Il nome indicò poi quella parte dell'Inferno in cui le anime dei mortali malvagi subivano atroci tormenti (tale fu la sorte di Sisifo, Tantalo, Issione, le Danaidi) e anche, in generale, l'Inferno, o Ade, o Erebo. Dall'unione di Tartaro con Gea nacque Tifone.
"Tanto è profondo il Tartaro oscuro sotto la terra:
se un'incudine di bronzo cadesse dal cielo, dopo nove notti
e nove giorni, al decimo arriverebbe a terra
- e così è profondo sotto la terra anche il Tartaro oscuro,
che se un'incudine di bronzo cadesse dalla terra, dopo nove notti
e nove giorni, al decimo arriverebbe al Tartaro"
(Esiodo, Teogonia vv. 721 ss.).