Differenze tra le versioni di "Biblioteca:Pindaro, Nemee, VIII"
m (Sostituzione testo - 'Ade' con 'Ade') |
|||
(10 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate) | |||
Riga 4: | Riga 4: | ||
I | I | ||
Strofe | Strofe | ||
− | Gioventù, degli ambrosi diletti di Cipride aralda celeste, | + | Gioventù, degli ambrosi diletti di [[Afrodite|Cipride]] aralda celeste, |
tu su le ciglia dei giovani, tu de le vergini hai sede: | tu su le ciglia dei giovani, tu de le vergini hai sede: | ||
questo con mani tu guidi dolcissime: quello con mani | questo con mani tu guidi dolcissime: quello con mani | ||
Riga 12: | Riga 12: | ||
Antistrofe | Antistrofe | ||
− | Come quei che, ministri dei doni soavi di Cipride, il talamo | + | Come quei che, ministri dei doni soavi di [[Cipride]], il talamo |
− | cinser di [[Zeus]] e di Egina. Frutto fu il sire d’Enona, | + | cinser di [[Zeus]] e di [[Egina (1)|Egina]]. Frutto fu il sire d’Enona, |
mano gagliarda, consiglio profondo. Bramarono molti | mano gagliarda, consiglio profondo. Bramarono molti | ||
venirgli al cospetto: | venirgli al cospetto: | ||
Riga 20: | Riga 20: | ||
Epodo | Epodo | ||
− | e quanti in Atene rupestre schieravano eserciti | + | e quanti in [[Atene]] rupestre schieravano eserciti |
− | giungeano, e da Sparta i Pelopidi. | + | giungeano, e da [[Sparta (2)|Sparta]] i [[Pelopidi]]. |
− | E anch’io, peregrino, le sacre ginocchia | + | E anch’io, peregrino, le sacre ginocchia d’[[Eaco]], per questa |
città, per i suoi cittadini, | città, per i suoi cittadini, | ||
abbraccio, recando una mitria | abbraccio, recando una mitria | ||
− | di Lidia, temprata di varia armonia, | + | di [[Lidia]], temprata di varia armonia, |
compenso del duplice stadio di Nenie, per Dinide e Mega | compenso del duplice stadio di Nenie, per Dinide e Mega | ||
suo padre. Più lunga è per gli uomini fortuna piantata dai | suo padre. Più lunga è per gli uomini fortuna piantata dai | ||
Riga 32: | Riga 32: | ||
II | II | ||
Strofe | Strofe | ||
− | Essa Cinira, sire di [[Cipro]] marina, copri di ricchezza. | + | Essa [[Cinira]], sire di [[Cipro]] marina, copri di ricchezza. |
Sto sui piedi agili, traggo, pria di cantare, il respiro. | Sto sui piedi agili, traggo, pria di cantare, il respiro. | ||
Molte, con varia maniera, si dissero laudi; ma nuove | Molte, con varia maniera, si dissero laudi; ma nuove | ||
Riga 41: | Riga 41: | ||
Antistrofe | Antistrofe | ||
− | E l’Invidia fu morte ad Aiace, che il ferro nel sen si confisse. | + | E l’Invidia fu morte ad [[Aiace Telamonio|Aiace]], che il ferro nel sen si confisse. |
Pesa l’oblio, ne le tristi liti, su molti ch’àn cuore | Pesa l’oblio, ne le tristi liti, su molti ch’àn cuore | ||
saldo, ma tarda favella: grandissimo onore si libra | saldo, ma tarda favella: grandissimo onore si libra | ||
da lubrica frode. | da lubrica frode. | ||
− | I Danai nei voti segreti fur ligi ad Odisseo; ed Aiace, | + | I Danai nei voti segreti fur ligi ad [[Ulisse|Odisseo]]; ed [[Aiace Telamonio|Aiace]], |
− | privato dell’armi tutte auree | + | privato dell’armi tutte auree d’[[Achille]], la morte affrontò. |
Epodo | Epodo | ||
Riga 83: | Riga 83: | ||
l’elogio per l’opera. E può con i cantici | l’elogio per l’opera. E può con i cantici | ||
qualcuno il dolor dei travagli lenire. E fu l’inno d’encomio | qualcuno il dolor dei travagli lenire. E fu l’inno d’encomio | ||
− | ben pria che a contesa venissero Adrasto e la prole di Cadmo. | + | ben pria che a contesa venissero [[Adrasto (1)|Adrasto]] e la prole di [[Cadmo]]. |
</poem> | </poem> | ||
+ | |||
+ | [[Categoria:Bibliografia]] | ||
+ | [[Categoria:Fonti Antiche]] | ||
+ | [[Categoria:Verificato]] |
Versione attuale delle 22:29, 14 gen 2024
PER DINIDE D’EGINA. VINCITORE NELLO STADIO A NEMEA
I
Strofe
Gioventù, degli ambrosi diletti di Cipride aralda celeste,
tu su le ciglia dei giovani, tu de le vergini hai sede:
questo con mani tu guidi dolcissime: quello con mani
crudeli e fatali.
Pur giova, in ogni opera impresa, mai lungi dal segno prefisso
non volgere il piede; ed il termine godere dei validi amori.
Antistrofe
Come quei che, ministri dei doni soavi di Cipride, il talamo
cinser di Zeus e di Egina. Frutto fu il sire d’Enona,
mano gagliarda, consiglio profondo. Bramarono molti
venirgli al cospetto:
il fior degli eroi che abitavano le terre d’intorno, spontanei,
non già per invito, volevano d’Eàco piegarsi all’arbitrio;
Epodo
e quanti in Atene rupestre schieravano eserciti
giungeano, e da Sparta i Pelopidi.
E anch’io, peregrino, le sacre ginocchia d’Eaco, per questa
città, per i suoi cittadini,
abbraccio, recando una mitria
di Lidia, temprata di varia armonia,
compenso del duplice stadio di Nenie, per Dinide e Mega
suo padre. Più lunga è per gli uomini fortuna piantata dai
Numi.
II
Strofe
Essa Cinira, sire di Cipro marina, copri di ricchezza.
Sto sui piedi agili, traggo, pria di cantare, il respiro.
Molte, con varia maniera, si dissero laudi; ma nuove
trovarne, alla prova
offrirle, è gran rischio. Le ciance condiscono il pane
dell’ invido.
che sempre agli egregi si appiglia, risparmia la gente dappoco.
Antistrofe
E l’Invidia fu morte ad Aiace, che il ferro nel sen si confisse.
Pesa l’oblio, ne le tristi liti, su molti ch’àn cuore
saldo, ma tarda favella: grandissimo onore si libra
da lubrica frode.
I Danai nei voti segreti fur ligi ad Odisseo; ed Aiace,
privato dell’armi tutte auree d’Achille, la morte affrontò.
Epodo
E si, ben diverse ferite, pugnando schermiti
dall’aste, rompean nelle carni
tepenti dei loro nemici, e intorno ad Achille trafitto,
e in ogni travaglio dei giorni
funesti. Ché pure nei tempi
remoti viveva la frode, compagna
dei blandi discorsi, che macchina insidie, prepara calunnie,
deprime chi brilla, agli oscuri protende la putrida’ lode.
III
Strofe
Zeus padre, non mai tale usanza m’abbia io; ma per semplici vie
muovere io possa di vita: spento, ai miei figli non lasci
mala nomèa. C’è chi brama ricchezze; chi brama distese
di terra infinite;
ai miei cittadini piacere voglio io: voglio scendere all’Ade
lodando chi merita, seme d’obbrobrio gittando sui tristi.
Antistrofe
Ma Virtude fra gli uomini saggi, fra i giusti si leva, si come
fusto per verdi rugiade surge ne l’Etere molle.
L’utile è vario che puoi ritrar dagli amici: più appare
se presso è lo stento.
La Gioia pur essa desidera dar segno di sé manifesto.
A me non riesce possibile, o Mega, tornare il tuo spirito
Epodo
a luce; ed a vane speranze precluso è l’evento;
ma per la tua patria e i Carfadi
ben posso scolpire una pietra che in musiche voci favelli
la duplice corsa vittrice.
Ben godo io, se lancio opportuno
l’elogio per l’opera. E può con i cantici
qualcuno il dolor dei travagli lenire. E fu l’inno d’encomio
ben pria che a contesa venissero Adrasto e la prole di Cadmo.