Biblioteca:Pausania, Periegesi della Grecia, I, 8


1[modifica]

È pertinente aggiungere qui un resoconto su Attalo, perché anche lui fa parte degli eponimi ateniesi. Un macedone di nome Docimo, generale di Antigono, che in seguito cedette se stesso e i suoi beni a Lisimaco, aveva un eunuco papagone di nome Filetero. Tutto ciò che Filetero fece per favorire la rivolta di Lisimaco e il modo in cui riuscì a conquistare Seleuco, costituirà un episodio del mio racconto su Lisimaco. Attalo, invece, figlio di Attalo e nipote di Filetaero, ricevette il regno da suo cugino Eumenes, che glielo cedette. La più grande delle sue conquiste fu quella di costringere i Galli a ritirarsi dal mare nel paese che ancora detengono.

2[modifica]

Dopo le statue degli eponimi vengono le statue degli dèi, di Anfiarao e di Irene (Pace) che porta in braccio il ragazzo Pluto (Ricchezza). Qui si trova una figura in bronzo di Licurgo[1], figlio di Licofrone, e di Callia, che, come dice la maggior parte degli Ateniesi, portò alla pace tra i Greci e Artaserse, figlio di Serse.[2] Qui si trova anche Demostene, che gli Ateniesi costrinsero a ritirarsi a Calauria, l'isola al largo di Trezene, e poi, dopo averlo riaccolto, bandirono di nuovo dopo il disastro di Lamia.

3[modifica]

Esiliato per la seconda volta[3] Demostene si recò nuovamente a Calauria e lì si suicidò avvelenandosi, essendo l'unico esule greco che Archia non riuscì a riportare ad Antipatro e ai Macedoni. Questo Archia era un turiano che aveva intrapreso l'abominevole compito di portare ad Antipatro per punizione coloro che si erano opposti ai Macedoni prima della sconfitta dei Greci in Tessaglia. Questa fu la ricompensa di Demostene per la sua grande devozione ad Atene. Sono pienamente d'accordo con l'osservazione che nessun uomo che si sia buttato senza riserve in politica confidando nella lealtà della democrazia ha mai incontrato una morte felice.

4[modifica]

Vicino alla statua di Demostene c'è un santuario di Ares, dove sono collocate due immagini di Afrodite, una di Ares fatta da Alcamene e una di Atena fatta da un pario di nome Locro. C'è anche un'immagine di Enio, realizzata dai figli di Prassitele. Intorno al tempio si trovano le immagini di Eracle, di Teseo, di Apollo che si lega i capelli con un filetto e le statue di Calade,[4] che si dice abbia redatto leggi[5] per gli Ateniesi, e di Pindaro, la cui statua è una delle ricompense che gli Ateniesi gli diedero per averli elogiati in un'ode.

5[modifica]

Il motivo di questo atto e il metodo di esecuzione sono stati raccontati da altri; alcune figure sono state realizzate da Crizio[6], mentre quelle antiche sono opera di Antenore. Quando Serse prese Atene dopo che gli Ateniesi avevano abbandonato la città, portò via anche queste statue tra il bottino, ma in seguito furono restituite agli Ateniesi da Antioco.

6[modifica]

Prima dell'ingresso del teatro che chiamano Odeum (sala della musica) ci sono statue di re egizi. Si chiamano tutti allo stesso modo Tolomeo, ma ognuno ha un proprio cognome. Infatti, uno lo chiamano Filometore e l'altro Filadelfo, mentre il figlio di Lago è chiamato Soter, un nome che gli è stato dato dai Rodiani. Di questi, Filadelfo è colui che ho già menzionato tra gli eponimi, e vicino a lui c'è una statua di sua sorella Arsinoe.

NOTE[modifica]

  1. Un oratore ateniese che rese grandi servigi ad Atene quando Demostene cercava di sobillare i suoi connazionali contro Filippo di Macedonia.
  2. 448 a.C.
  3. 323 A.C.
  4. Non si sa altro di questa persona.
  5. O "melodie".
  6. 445 a.C.