Biblioteca:Igino, Fabulae 09

Anfione e Zeto, figli di Zeus e Antiope, figlia a sua volta di Nitteo, per ordine di Apollo costruirono le mura di Tebe sino al sepolcro ardente di Semele e mandarono in esilio Laio, figlio del re Labdaco, per governare loro stessi. Anfione sposò Niobe, figlia di Tantalo e Dione, dalla quale ebbe sette figli e altrettante figlie. Niobe pregiava la sua prole più di quella di Leto e si esprimeva in modo arrogante nei confronti di Artemide e Apollo: una (diceva) vestiva come un uomo, mentre l’altro portava una veste svolazzante e capelli lunghi; lei stessa, inoltre, sopravanzava Leto per numero di figli. Per questa ragione Apollo trafisse i suoi figli mentre cacciavano nei boschi e Artemide uccise tutte le figlie nella reggia ad eccezione di Cloride. Si racconta che allora la madre, privata dei figli, per il gran piangere divenne di pietra sul monte Sipilo e che ancora oggi colano le sue lacrime. Anfione poi, mentre tentava di impadronirsi del tempio di Apollo, fu trafitto dal Dio.