Khepri

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: colui che diviene
Sesso: Maschio
Genitori: [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
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[[{{{consorte5}}}]]
LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Egizia
Continente: Africa
Area: Africa del Nord
Paese: Egitto
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Egizi
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Divinità
Sottotipologia: Divinità Superne
Specificità: Divinità del Sole
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Uomo-Animale
Indole: Benevola
Elemento: Fuoco
Habitat: Cielo
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE
Sole

È il dio del sole levante.

ETIMOLOGIA[modifica]

Il suo nome significa "colui che diviene", e la sua pronuncia corrispondeva a quella della parola "scarabeo".

ICONOGRAFIA[modifica]

E' rappresentato come un uomo con un grosso scarabeo al posto della testa, o interamente come uno scarabeo.

INTERPRETAZIONE[modifica]

Plutarco spiega che «si crede che la sua specie (quella degli scarabei) non possiede femmine, che sono tutti maschi e che depongono la loro semenza in una specie di materia che manipolano in forma di sfera, e che rotolano spingendola all'indietro, come il sole che, andando da occidente ad oriente, sembra seguire una dirczione contraria a quella del cielo». Questa spiegazione nasce da una confusione ingenerata da una osservazione sommaria della natura dello scarabeo. Infatti, è vero che lo scarabeo maschio forma una palla di stereo (la "materia" di Plutarco), che spinge con le zampe fino a qualche cavità del terreno, e che poi usa come cibo; tuttavia, anche gli scarabei femmina (che, ovviamente, esistono), usano deporre le nova in una pallina di stereo e seppellirle nel terreno; da queste nova escono poi i giovani scarabei. La confusione tra questi due comportamenti simili del maschio e della femmina, e il vedere i nuovi scarabei uscire dalle palline di stereo, quasi fossero autocreati, ha portato da un lato a credere tutti questi insetti appartenenti ad un solo genere, quallo maschile; dall'altro ad identificare l'insetto col sole, anch'esso autocreato e rinascente ogni giorno. C'è da rilevare anche un'altra curiosità: Plutarco ci parla del sole che va da «Occidente ad Oriente». Si tratta evidentemente non del sole che noi vediamo, ma del sole notturno, nel suo viaggio nell'aldilà, fino alla rinascita. Questa identificazione dello scarabeo col sole, portatore di vita e rinascente dalla morte notturna, spiega l'enorme voga degli amuleti scarabeo, dall'Impero Antico fino all'epoca post-faraonica.

EPITETI[modifica]

Tra gli epiteti di Khepri troviamo infatti «quello che fu per sé stesso», «colui che uscì dalla terra», «colui che uscì dallo stereo».

Voci correlate[modifica]