Biblioteca:Igino, Fabulae 88

Atreo[modifica]

Bramoso di vendicarsi delle offese subite da parte di suo fratello Tieste, Atreo, figlio di Pelope e Ippodamia, tornò in buoni rapporti con lui e lo riammise nel regno; successivamente però uccise i suoi figli piccoli, Tantalo e Plistene, e li imbandì a banchetto a Tieste. Mentre egli banchettava, Atreo comandò che fossero portate le teste e le braccia dei bambini e per questo delitto Sole invertì il suo corso. Quando Tieste seppe di questo crimine immondo, si rifugiò presso il re Tesproto, nella terra in cui si dice sia il lago Averno. Di lì giunse a Sicione, dove era stata data in custodia sua figlia Pelopia. Per caso arrivò di notte mentre si celebrava un sacrificio a Atena, e per non contaminare il rito si nascose in un bosco. Pelopia, che stava conducendo un coro di fanciulle, cadde e s’imbrattò la veste col sangue di una pecora; si allontanò dunque verso il fiume per lavare il sangue e svestì la tunica macchiata. A capo coperto Tieste si precipitò fuori dal bosco: ma mentre veniva stuprata, Pelopia gli sfilò la spada dal fodero e, tornata al tempio, la nascose sotto il piedestallo della statua di Atena. Il giorno seguente Tieste pregò il re di rimandarlo nella sua terra natale di Lidia. Nel frattempo, il delitto di Atreo aveva attirato su Micene la carestia e un oracolo profetizzò al re che doveva restituire il regno a Tieste. Allora Atreo si recò dal re Tesproto, convinto che lì si trovasse Tieste; vide Pelopia e credendola figlia di Tesporoto la chiese in sposa al re. Per non destare sospetti, Tesproto gli concesse Pelopia, che portava già in grembo Egisto concepito da suo padre Tieste. Giunta in casa di Atreo, ella partorì Egisto e lo espose, ma alcuni pastori lo diedero a una capra perché lo allattasse, e Atreo lo fece cercare e allevare come figlio suo. Tempo dopo, Atreo mandò i figli Agamennone e Menelao alla ricerca di Tieste. Essi andarono a interrogare l’oracolo di Delfi e il caso volle che anche Tieste si trovasse là per chiedere al Dio in che modo avrebbe potuto vendicarsi del fratello; essi lo catturarono e lo trascinarono da Atreo che lo fece gettare in prigione. Egli poi convocò Egisto, persuaso che fosse suo figlio, e lo mandò a uccidere Tieste. Questi, quando vide Egisto e la spada che impugnava, riconobbe che era la stessa che aveva perduto durante lo stupro e gli domandò dove se la fosse procurata; lui rispose che gli era stata donata dalla madre Pelopia, che fece venire. Pelopia raccontò di averla tolta a uno sconosciuto durante la violenza che aveva subito di notte e che da quella violenza era nato Egisto; poi prese la spada, come per esaminarla, e si trafisse il petto. Egisto la sfilò ancora grondante sangue dal petto della madre e la portò ad Atreo il quale, convinto che la vittima fosse Tieste, se ne rallegrò; ma Egisto lo uccise sulla riva del mare, mentre stava celebrando un sacrificio, e recuperò il regno avito assieme al padre Tieste.