Biblioteca:Igino, Fabulae 29

Nel tempo in cui Anfitrione era lontano a espugnare Ecalia, Alcmena ammise Zeus nel proprio talamo, credendo che fosse il suo sposo. Quando il Dio fu nel talamo e le riferì le sue imprese a Ecalia, ella si persuase che era proprio il suo sposo e giacque con lui. E il Dio provò tanto piacere nel giacere con lei che passò lì un giorno intero e raddoppiò la durata della notte, al punto che Alcmena si meravigliò che la notte fosse così lunga. Quando poi fu riferita la notizia che suo marito ritornava vincitore, non la prese in considerazione poi che credeva di averlo già incontrato. Quando Anfitrione entrò nella reggia e la vide indifferente se ne meravigliò e le chiese come mai non era accorsa a riceverlo. Alcmena gli rispose: «Ma tu sei arrivato già ieri, hai dormito con me e mi hai raccontato le tue imprese ad Ecalia!» Ella poi gli diede le prove di quello che era accaduto, Anfitrione capì che al posto suo si era presentata qualche divinità e da quel giorno si astenne dal dormire con Alcmena. Ed essa in seguito al connubio con Zeus partorì Eracle.