Biblioteca:Igino, Fabulae 26

Medea da Corinto giunse esule in Atene, ospite del re Egeo, figlio di Pandione, e divenne sua sposa; da Egeo ebbe il figlio Medo. Successivamente la sacerdotessa di Artemide iniziò ad attaccare Medea e disse al re che le era impossibile compiere i sacrifici in modo incontaminato dato che in quella città abitava un’avvelenatrice e un’assassina. Allora Medea dovette nuovamente andare in esilio e ritornò da Atene alla Colchide sul suo carro trainato da serpenti. Durante il viaggio, giunse ad Absori dove era sepolto il fratello Apsirto. Gli abitanti di quella terra erano perseguitati da una moltitudine di serpenti contro i quali non avevano rimedio. Per loro supplica, Medea li raccolse e li gettò nel sepolcro del fratello, ed essi ancora dimorano lì: se qualcuno di essi esce dal sepolcro, immediatamente muore.