Zu

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Divinità uccello protagonista, sia nella mitologia babilonese che in quella sumera, del mito del furto delle Tavole del Destino. Da un punto di vista astronomico, è probabilmente da far corrispondere alla costellazione di Pegaso.

Mitologia Babilonese

Figlio di Siris, signora della pioggia e delle nuvole, era l'uccello della tempesta ed abitava, assieme alla sua compagna ed ai suoi figli, sul monte Sabu.
Un giorno, nei primi tempi della creazione, Zu decise di uguagliarsi alle divinità e pertanto si intrufolò nella Duku, la camera del destino, dove attese nell'ombra il momento opportuno per agire. Quando Marduk si fu seduto sul trono ed ebbe posato la corona, Zu con uno scatto fulmineo gli strappò dalle mani le Tavole del Destino e si dette alla fuga, rifugiandosi nel suo nido sul monte Sabu.
Giunta ad Anu la notizia del furto, egli chiese al figlio Ramman, di sconfiggere Zu e recuperare le Tavole. Ramman, però, si rifiutò sentendosi troppo debole, dopo il furto, di fronte a Zu. Stessa risposta fu data da Shara, figlio di Ishtar. Fu alla fine Ninurta ad accettare l'incarico, si recò sul monte Sabu, lottò contro Zu, lo sconfisse e recuperò le tavole che da allora in poi non furono più rubate.

Mitologia Sumera

Nella mitologia sumero-accadica, Zu è una procellaria divina, la personificazione del vento del sud e delle nubi temporalesche. Questo demone metà uomo e metà uccello, sottrasse a Enlil le “Tavolette del Destino” e le nascose in cima a una montagna. An ordinò agli altri dei di recuperare le tavolette, sebbene tutti loro temessero il demone. Secondo un testo, Marduk uccise l’uccello, ma in un altro risulta essere stato ucciso dalle frecce del dio Ninurta. L’uccello viene chiamato anche Anzu e a volte si confonde con Imdugud.

Interpretazione

Diverse sono state le interpretazioni avanzate per spiegare il mito di Zu. C'è chi ritiene che simboleggi un fenomeno fisico: la luna oscurata dalle nubi. Oppure la potenza del Sole in pieno possesso della sua forza (Shamash) rispetto al Sole mattutino (Marduk) che si lascia derubare, cioè non può splendere in tutto il suo fulgore, avviluppato com'è, dalle nubi. Altri, infine, paragonano Zu a Prometeo, come il titano rubò agli dèi il fuoco, così Zu rubò le Tavole del Destino.