Differenze tra le versioni di "Popol Vuh"

 
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Il più importante testo religioso dei Maya Quiché («il Libro del consiglio»), dopo [[Chilam Galani]] e [[Anales de los Cakchiquel]]. E' anche noto come la Bibbia Maya, in quanto offre elementi di cosmogonia, teogonia e astrologia, notizie sulle antiche tradizioni dei Maya guatemaltechi, con la cronologia dei loro re fino al 1550. L'autore dell'opera è ignoto; gli studiosi l'attribuiscono a qualche saggio sacerdote indigeno che, dopo l'influsso culturale portato dai conquistadores, scrisse l'opera nella sua lingua ma servendosi di caratteri latini. Il Popol Vuh fu scoperto nel secolo XVII dal padre domenicano Francisco Ximenez nella parrocchia di San Tommaso a Chicicastenago, nel Guatemala, ed è conosciuto anche come il ''Manoscritto di Chicicastenago'', Ximenez la tradusse dal quiché in spagnolo e la chiamò ''Historia del Origen de los Indios e de esta provincia de Guatemala''; nel 1861, dopo quasi un secolo di oblio, il testo fu riscoperto dall'abate francese Brasseur Bourbourg, che lo tradusse e lo pubblicò integralmente. In seguito l'italiano Felice Cabrera segnalò al mondo il Popol Vuh in un libro edito a Londra col titolo ''Estro antico americano''.
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Il più importante testo religioso dei Maya Quiché («il Libro del consiglio»), assieme [[Chilam Balam]] e [[Anales de los Cakchiquel]]. E' anche noto come la Bibbia Maya, in quanto offre elementi di cosmogonia, teogonia e astrologia, notizie sulle antiche tradizioni dei Maya guatemaltechi, con la cronologia dei loro re fino al 1550. L'autore dell'opera è ignoto; gli studiosi l'attribuiscono a qualche saggio sacerdote indigeno che, dopo l'influsso culturale portato dai conquistadores, scrisse l'opera nella sua lingua ma servendosi di caratteri latini. Il ''Popol Vuh'' fu scoperto nel secolo XVII dal padre domenicano Francisco Ximénez nella parrocchia di San Tommaso a Chichicastenango, nel Guatemala, ed è conosciuto anche come il ''Manoscritto di Chichicastenango'', Ximénez la tradusse dal quiché in spagnolo e la chiamò ''Historia del Origen de los Indios e de esta provincia de Guatemala''; nel 1861, dopo quasi un secolo di oblio, il testo fu riscoperto dall'abate francese Brasseur Bourbourg, che lo tradusse e lo pubblicò integralmente. In seguito l'italiano Felice Cabrera segnalò al mondo il ''Popol Vuh'' in un libro edito a Londra col titolo ''Estro antico americano''.
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Versione attuale delle 19:46, 28 gen 2023

POPOL VUH
Popolvuh.jpeg
Titolo orig.: Popol Vuh
Autore: Anonimo
Nazione: {{{nazione}}}
Sezione: Mitologia Maya
Anno: -
Tipo: Fonti Antiche
Genere: Testi Sacri
Subgenere: {{{subgenere}}}
Lingua orig.: Maya
In Biblioteca: No
Traduzione: -

Il più importante testo religioso dei Maya Quiché («il Libro del consiglio»), assieme Chilam Balam e Anales de los Cakchiquel. E' anche noto come la Bibbia Maya, in quanto offre elementi di cosmogonia, teogonia e astrologia, notizie sulle antiche tradizioni dei Maya guatemaltechi, con la cronologia dei loro re fino al 1550. L'autore dell'opera è ignoto; gli studiosi l'attribuiscono a qualche saggio sacerdote indigeno che, dopo l'influsso culturale portato dai conquistadores, scrisse l'opera nella sua lingua ma servendosi di caratteri latini. Il Popol Vuh fu scoperto nel secolo XVII dal padre domenicano Francisco Ximénez nella parrocchia di San Tommaso a Chichicastenango, nel Guatemala, ed è conosciuto anche come il Manoscritto di Chichicastenango, Ximénez la tradusse dal quiché in spagnolo e la chiamò Historia del Origen de los Indios e de esta provincia de Guatemala; nel 1861, dopo quasi un secolo di oblio, il testo fu riscoperto dall'abate francese Brasseur Bourbourg, che lo tradusse e lo pubblicò integralmente. In seguito l'italiano Felice Cabrera segnalò al mondo il Popol Vuh in un libro edito a Londra col titolo Estro antico americano.