Differenze tra le versioni di "Omero"

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Omero è il nome del poeta designato fin dall'Antichità come autore dell'[[Iliade]] e dell'[[Odissea]], antenato o più semplicemente fondatore della gilda rapsodica degli Omeridi, a cui si riferisce Platone ne La Repubblica, (X, 599 e - 600 b) come ad esperti con i quali si potrebbe discutere del valore morale della paideia omerica. Il nome di Omeridi può essere inteso sia come un gentilizio, anche se l'intera scuola non può identificarsi con un solo genos, sia come un appellativo professionale. Nel primo caso si tende a sostenere anche la realtà storica del poeta Omero, nel secondo, viceversa, ad escluderla. Ignote restano le vicende della sua vita. Ma tra i biografemi più significativi che lo riguardano, ne ricordiamo uno, tramandato da Eraclito e da Aristotele - che rimanda al carattere sapienziale e agonistico di ogni poesia - secondo cui Omero sarebbe morto di dolore per non aver saputo sciogliere un enigma; e un altro, che dobbiamo ad Isocrate, sull'ispirazione dei poemi: «Secondo gli Omeridi, [[Elena]] apparve in sogno a Omero e gli ordinò di cantare gli eroi della guerra troiana»: infatti l'epos omerico trae la sua origine dai più antichi canti eroici, che consistono nella descrizione di tenzoni singolari o aristiai. Su questa base è più facile intendere il taglio dell'[[Iliade]], che non finisce con la morte di [[Achille]] ma con la sua vittoria su [[Ettore]].
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[[Immagine:Omero.jpg|200px|thumb|right|Omero]] Omero è il nome del poeta designato fin dall'Antichità come autore dell'[[Iliade]] e dell'[[Odissea]], antenato o più semplicemente fondatore della gilda rapsodica degli Omeridi, a cui si riferisce Platone ne La Repubblica, (X, 599 e - 600 b) come ad esperti con i quali si potrebbe discutere del valore morale della paideia omerica. Il nome di Omeridi può essere inteso sia come un gentilizio, anche se l'intera scuola non può identificarsi con un solo genos, sia come un appellativo professionale. Nel primo caso si tende a sostenere anche la realtà storica del poeta Omero, nel secondo, viceversa, ad escluderla. Ignote restano le vicende della sua vita. Ma tra i biografemi più significativi che lo riguardano, ne ricordiamo uno, tramandato da Eraclito e da Aristotele - che rimanda al carattere sapienziale e agonistico di ogni poesia - secondo cui Omero sarebbe morto di dolore per non aver saputo sciogliere un enigma; e un altro, che dobbiamo ad Isocrate, sull'ispirazione dei poemi: «Secondo gli Omeridi, [[Elena]] apparve in sogno a Omero e gli ordinò di cantare gli eroi della guerra troiana»: infatti l'epos omerico trae la sua origine dai più antichi canti eroici, che consistono nella descrizione di tenzoni singolari o aristiai. Su questa base è più facile intendere il taglio dell'[[Iliade]], che non finisce con la morte di [[Achille]] ma con la sua vittoria su [[Ettore]].
 
Per quanto riguarda l'[[Iliade]] e l'[[Odissea]], la maggioranza degli studiosi ammette oggi che si tratta di opere unitarie sia dal punto di vista stilistico che narratologico. Sull'epoca in cui sono state scritte la discussione è aperta: secondo alcuni la loro composizione e redazione scritta sono prossime, se non coincidenti, e vanno collocate tra il IX e l'VIII secolo; secondo altri sono state tramandate oralmente fino al VI sec. cioè fino alla loro pubblicazione per volontà di Pisistrato, tiranno di Atene. L'[[Odissea]] comunque è con ogni probabilità successiva all'[[Iliade]]: segni di un'età più recente sono la decadenza della monarchia di fronte all'aristocrazia e l'importanza politica dell'assemblea. Per quanto riguarda l'elemento linguistico, si può parlare di una lingua comune ai due poemi, consistente in una mescolanza dei dialetti eolico e ionico, senza riscontro nell'uso corrente, che dev'essere considerata, quindi come frutto di una specifica tradizione poetica.  
 
Per quanto riguarda l'[[Iliade]] e l'[[Odissea]], la maggioranza degli studiosi ammette oggi che si tratta di opere unitarie sia dal punto di vista stilistico che narratologico. Sull'epoca in cui sono state scritte la discussione è aperta: secondo alcuni la loro composizione e redazione scritta sono prossime, se non coincidenti, e vanno collocate tra il IX e l'VIII secolo; secondo altri sono state tramandate oralmente fino al VI sec. cioè fino alla loro pubblicazione per volontà di Pisistrato, tiranno di Atene. L'[[Odissea]] comunque è con ogni probabilità successiva all'[[Iliade]]: segni di un'età più recente sono la decadenza della monarchia di fronte all'aristocrazia e l'importanza politica dell'assemblea. Per quanto riguarda l'elemento linguistico, si può parlare di una lingua comune ai due poemi, consistente in una mescolanza dei dialetti eolico e ionico, senza riscontro nell'uso corrente, che dev'essere considerata, quindi come frutto di una specifica tradizione poetica.  
  
 
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Versione delle 19:02, 25 giu 2009

Omero

Omero è il nome del poeta designato fin dall'Antichità come autore dell'Iliade e dell'Odissea, antenato o più semplicemente fondatore della gilda rapsodica degli Omeridi, a cui si riferisce Platone ne La Repubblica, (X, 599 e - 600 b) come ad esperti con i quali si potrebbe discutere del valore morale della paideia omerica. Il nome di Omeridi può essere inteso sia come un gentilizio, anche se l'intera scuola non può identificarsi con un solo genos, sia come un appellativo professionale. Nel primo caso si tende a sostenere anche la realtà storica del poeta Omero, nel secondo, viceversa, ad escluderla. Ignote restano le vicende della sua vita. Ma tra i biografemi più significativi che lo riguardano, ne ricordiamo uno, tramandato da Eraclito e da Aristotele - che rimanda al carattere sapienziale e agonistico di ogni poesia - secondo cui Omero sarebbe morto di dolore per non aver saputo sciogliere un enigma; e un altro, che dobbiamo ad Isocrate, sull'ispirazione dei poemi: «Secondo gli Omeridi, Elena apparve in sogno a Omero e gli ordinò di cantare gli eroi della guerra troiana»: infatti l'epos omerico trae la sua origine dai più antichi canti eroici, che consistono nella descrizione di tenzoni singolari o aristiai. Su questa base è più facile intendere il taglio dell'Iliade, che non finisce con la morte di Achille ma con la sua vittoria su Ettore.

Per quanto riguarda l'Iliade e l'Odissea, la maggioranza degli studiosi ammette oggi che si tratta di opere unitarie sia dal punto di vista stilistico che narratologico. Sull'epoca in cui sono state scritte la discussione è aperta: secondo alcuni la loro composizione e redazione scritta sono prossime, se non coincidenti, e vanno collocate tra il IX e l'VIII secolo; secondo altri sono state tramandate oralmente fino al VI sec. cioè fino alla loro pubblicazione per volontà di Pisistrato, tiranno di Atene. L'Odissea comunque è con ogni probabilità successiva all'Iliade: segni di un'età più recente sono la decadenza della monarchia di fronte all'aristocrazia e l'importanza politica dell'assemblea. Per quanto riguarda l'elemento linguistico, si può parlare di una lingua comune ai due poemi, consistente in una mescolanza dei dialetti eolico e ionico, senza riscontro nell'uso corrente, che dev'essere considerata, quindi come frutto di una specifica tradizione poetica.