Differenze tra le versioni di "Lasa"
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− | Divinità femminili, per lo più alate, e con grandi occhi sulle ali, spesso adornate di ricchi monili e fornite di specchio e ghirlande. Il nome è stato accostato alla radice las o lar, da cui [[Lari]], ma è oggi ritenuto di esclusiva origine etrusca. Non è chiara la funzione di questi esseri e neppure il loro numero. Come per [[Charun]] sembra essere esistita una primitiva divinità personale che poi divenne una intera categoria di esseri. Di alcune Lase conosciamo anche i nomi propri: per esempio [[Acaviser]], [[ | + | Divinità femminili, per lo più alate, e con grandi occhi sulle ali, spesso adornate di ricchi monili e fornite di specchio e ghirlande. Il nome è stato accostato alla radice las o lar, da cui [[Lari]], ma è oggi ritenuto di esclusiva origine etrusca. Non è chiara la funzione di questi esseri e neppure il loro numero. Come per [[Charun]] sembra essere esistita una primitiva divinità personale che poi divenne una intera categoria di esseri. Di alcune Lase conosciamo anche i nomi propri: per esempio [[Acaviser]], [[Alpan]] ed [[Evan]]. La prima sembra aver fatto parte del seguito della dea dell'amore [[Turan]]; la seconda era una patrona dell'arte, ma anche una divinità dell'oltretomba; la terza, dal sesso incerto, ora maschile, ora femminile, era una personificazione dell'immortalità dell'anima. |
[[Categoria:Mitologia Etrusca]] | [[Categoria:Mitologia Etrusca]] |
Versione delle 16:11, 20 feb 2013
Divinità femminili, per lo più alate, e con grandi occhi sulle ali, spesso adornate di ricchi monili e fornite di specchio e ghirlande. Il nome è stato accostato alla radice las o lar, da cui Lari, ma è oggi ritenuto di esclusiva origine etrusca. Non è chiara la funzione di questi esseri e neppure il loro numero. Come per Charun sembra essere esistita una primitiva divinità personale che poi divenne una intera categoria di esseri. Di alcune Lase conosciamo anche i nomi propri: per esempio Acaviser, Alpan ed Evan. La prima sembra aver fatto parte del seguito della dea dell'amore Turan; la seconda era una patrona dell'arte, ma anche una divinità dell'oltretomba; la terza, dal sesso incerto, ora maschile, ora femminile, era una personificazione dell'immortalità dell'anima.