Differenze tra le versioni di "Io (1)"
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Versione delle 16:50, 15 nov 2011
Figlia di Inaco, primo re di Argo. La bella Io, principessa di Argo, fu amata da Zeus che si unì a lei avvolgendola in una fitta caligine. Il fatto non sfuggì alla sospettosa Era che, calata dal cielo, ordinò alle nebbie di ritirarsi; ma Zeus, che aveva previsto l'arrivo della consorte, fece in tempo a mutare la figura di Io in quella di una lustra giovenca. Era, fingendo di non sapere, lodò l'aspetto dell'animale e costrinse il marito a fargliene dono, quindi la affidò alla custodia dei cento occhi di Argo. Ma Zeus, che non sopportava di vedere Io così umiliata, chiese a Ermes di liberarla e il giovane dio, pur essendo il più abile dei ladri, dovette addormentare Argo al magico suono di un flauto prima di mozzargli il capo. Era fissò i cento occhi di Argo nelle penne del pavone, animale a lei sacro, poi perseguitò la giovenca Io con le intollerabili punture di un tafano e la costrinse a vagare da una regione all'altra del mondo in preda alla frenesia. L'infelice trovò finalmente ristoro e riposo sulla riva del Nilo, dove ritornò alle sue fattezze originarie e generò a Zeus il figlio Epafo. Le genti egiziane venerarono Io col nome di Iside.
Fonti
- Eschilo, Prometeo incatenato, 561 ss.
Riferimenti artistici
- Correggio, Giove e Io, dipinto.