Femio

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: Φήμιος
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[]] e [[]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
'
[[]]
[[]]
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[[{{{consorte5}}}]]
LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Artisti
Specificità: Musici
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Aedo di Itaca che, mentre Ulisse è assente, intrattiene gli abitanti del palazzo reale con i suoi racconti. Il suo pubblico è in larga parte composto dai Proci, che si erano stabiliti a palazzo per cercare di convincere Penelope a sposare uno di loro.
Nel primo libro del poema Femio, su loro richiesta, declama una versione dei Nostoi, un poema che è effettivamente esistito anche in forma scritta, anche se probabilmente composto in epoca successiva. La sua esibizione viene sentita anche da Penelope che ne soffre, perché le ricorda che suo marito non è ancora tornato a casa: così Penelope esce dalle proprie stanze e chiede a Femio di scegliere un argomento che le risulti meno doloroso. La sua richiesta viene respinta con fermezza da suo figlio Telemaco, che le risponde così: «Madre mia, e perché vuoi impedire al caro aedo di recar gioia come la mente gli suggerisce? Non hanno colpa i cantori, ma Zeus è in qualche modo il responsabile: Zeus che dà agli uomini, come vuole lui, il bene e il male a ciascuno. Non c’è ragione di adirarsi se egli canta qui la triste sorte dei Danai. Gli uomini lodano maggiormente quella canzone di gesta che suona più nuova a chi ascolta.»
Nel poema si spiega che Femio si esibiva "malvolentieri" per i Proci e che, quando Ulisse organizza la morte degli stessi, riesce a convincerlo a risparmiargli la vita. Verso la fine del poema, Ulisse gli assegna il compito di intonare dei canti nuziali per non far sentire ad eventuali passanti le urla dei Proci mentre vengono uccisi.

CORRELAZIONI[modifica]

Voci[modifica]

Nome Tipologia Origine Sesso
Telemaco Umani Greci Maschio
Ulisse Umani Greci Maschio
Zeus Divinità Greci Maschio

Pagine[modifica]

BIBLIOGRAFIA[modifica]

Fonti Antiche[modifica]

Fonti Moderne[modifica]


Titolo Autore Anno
Dizionario di Mitologia Ferrari, Anna 1999
Dizionario di Mitologia Classica. Dèi, eroi, feste Biondetti, Luisa 1997