Differenze tra le versioni di "Capaneo"
(→La figura di Capaneo nella letteratura posclassica) |
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*Dante Alighieri, ''Divina Commedia''. Capaneo è punito nel girone infernale dei bestemmiatori. Assurge a simbolo dell'uomo anarchico che, contro ogni evidenza, vuole vivere e agire indipendentemente da Dio. | *Dante Alighieri, ''Divina Commedia''. Capaneo è punito nel girone infernale dei bestemmiatori. Assurge a simbolo dell'uomo anarchico che, contro ogni evidenza, vuole vivere e agire indipendentemente da Dio. | ||
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+ | <poem> ''Allora il duca mio parlò di forza'' | ||
+ | ''tanto, ch’i’ non l’avea sì forte udito:'' | ||
+ | "O Capaneo, in ciò che non s’ammorza'' | ||
+ | ''la tua superbia, se’ tu più punito;'' | ||
+ | ''nullo martiro, fuor che la tua rabbia, | ||
+ | ''sarebbe al tuo furor dolor compito" '' </poem> | ||
==Fonti Antiche== | ==Fonti Antiche== |
Versione delle 17:16, 21 lug 2011
Uno dei sette principi che assediarono Tebe. Figlio d'Ipponoo e di Astinome, marito di Evadne, salì sulle mura di Tebe assediata e giurò temerariamente che neppure Zeus l'avrebbe fatto retrocedere. Egli si era vantato di espugnare Tebe anche se l'avessero difesa gli dèi, e sulle mura della città osò offendere Zeus dicendo che i fulmini del dio gli sembravano i raggi del sole a mezzogiorno. Zeus, sdegnato, lo fulminò, allora tutto l'esercito assediante si ritirò disordinatamente. Evadne si fece bruciare viva insieme al cadavere di Capaneo. Gli altri comandanti erano: Adrasto, figlio di Talao; Anfiarao, figlio di Oicleo; Ippomedonte, figlio di Aristomaco, o di Talao secondo alcuni; questi erano di Argo. Di Tebe invece Polinice, figlio di Edipo; Tideo, figlio di Eneo, era dell'Etolia; Partenopeo, figlio di Melanione, era dell'Arcadia. Alcuni non comprendono nell'elenco dei sette Tideo e Polinice, e vi aggiungono invece Eteoclo, figlio di Ifi, e Mecisteo.
Riferimenti letterari
La figura di Capaneo nella letteratura posclassica
- Dante Alighieri, Divina Commedia. Capaneo è punito nel girone infernale dei bestemmiatori. Assurge a simbolo dell'uomo anarchico che, contro ogni evidenza, vuole vivere e agire indipendentemente da Dio.
Allora il duca mio parlò di forza
tanto, ch’i’ non l’avea sì forte udito:
"O Capaneo, in ciò che non s’ammorza
la tua superbia, se’ tu più punito;
nullo martiro, fuor che la tua rabbia,
sarebbe al tuo furor dolor compito"
Fonti Antiche
- Eschilo, I sette contro Tebe 423 ss.;
- Euripide, Fenicie 1172 ss. e Supplici 496 ss.