Biblioteca:Igino, Fabulae 80

Castore[modifica]

Ida e Linceo, figli di Afareo di Messene, erano fidanzati con Febe e Ileira, figlie di Leucippo; ma poiché si trattava di fanciulle bellissime - Febe era sacerdotessa di Atena e Ileira di Artemide - Castore e Polluce se ne innamorarono e le rapirono. Ida e Linceo, avendo perso così le fidanzate, presero le armi per cercare di recuperarle. Castore uccise Linceo in combattimento; alla morte del fratello, Ida rinunciò alla lotta e alla fidanzata e cominciò a dargli sepoltura. Mentre stava collocando le spoglie del fratello sulla pira, Castore intervenne per impedirgli di innalzare il monumento funebre, dicendo che aveva vinto Linceo troppo facilmente, come se fosse stato una donna. A queste parole, Ida montò in collera e trafisse l’inguine di Castore con la spada di cui era cinto. Altri dicono che mentre stava innalzando la pira la fece crollare addosso a Castore, uccidendolo. Quando Polluce fu informato dell’accaduto, accorse e vinse Ida a singolar tenzone; poi recuperò il cadavere del fratello e lo seppellì. Ora, Polluce aveva ricevuto da Zeus una stella che a Castore non era stata concessa, in quanto Zeus diceva che quest’ultimo e Clitennestra erano nati dal seme di Tindaro, mentre Polluce ed Elena erano figli suoi; Polluce allora supplicò che gli venisse concesso di dividere il suo dono con il fratello, e lo ottenne: per questo si dice «redento da alterna morte». Da ciò viene un ‘usanza che anche i Romani mantengono: quando fanno partire un saltatore, questi ha due cavalli e un berretto in testa esalta dall’uno all’altro, alternandosi con il fratello.