Biblioteca:Igino, Fabulae 74

Ipsipile[modifica]

I sette comandanti che andavano ad attaccare Tebe giunsero in Nemea, dove Ipsipile, figlia di Toante, ridotta in schiavitù, badava al piccolo Archemoro o Ofelte, figlio del re Lico, cui era stato predetto di non mettere il bambino per terra finche non fosse in grado di camminare. Ordunque, i sette comandanti che andavano a Tebe giunsero da Ipsipile mentre cercavano acqua e le chiesero di indicare loro dove potessero trovarne. La donna, per paura di deporre il bambino per terra, lo piazzò su un cespuglio di apio molto alto che cresceva vicino alla sorgente; ma mentre dava acqua agli uomini, il drago custode della sorgente divorò il fanciullo. Adrasto e gli altri lo uccisero; poi intercedettero a favore di Ipsipile presso Lico e istituirono dei giochi funebri in onore del bambino. In questi giochi, che si svolgono ogni quattro anni, i vincitori ricevono corone di apio.