Biblioteca:Igino, Fabulae 190

Teonoe[modifica]

L’indovino Testore ebbe il figlio Calcante e le figlie Leucippe e Teonoe. Quest’ultima, mentre stava giocando, fu rapita dai pirati giunti dal mare e portata in Caria; lì il re Icaro la acquistò per farne la sua concubina. Testore partì alla ricerca della figlia scomparsa e in seguito a un naufragio giunse in Caria, il luogo in cui si trovava Teonoe, e lì venne tenuto in catene. Allora Leucippe, che aveva perduto padre e sorella, si recò a Delfi per chiedere dove potesse ritrovarli; Apollo rispose: «Vaga per le terre come mio sacerdote e li troverai!» A questo responso Leucippe si tagliò i capelli e, travestita da giovane sacerdote, si mise a girare il mondo alla loro ricerca. Quando giunse in Caria, Teonoe la vide e, pensando che fosse un sacerdote, se ne innamorò e ordinò che le fosse condotta per fare l’amore con lei. Ma dato che Leucippe era una donna, rifiutò la proposta; allora Teonoe, adirata, la fece gettare in prigione, in una cella, e ordinò che si facesse venire un carcerato a uccidere quel sacerdote. A compiere il delitto fu mandato il vecchio Testore che, senza saperlo, giunse al cospetto della propria figlia: lei non lo riconosce, gli dà una spada gli ordina di uccidere il sacerdote. Egli entrò nella cella con la spada in mano e si mise a gridare che era Testore e, dopo avere perduto due figlie, Leucippe e Teonoe, ora era giunto al punto di doversi piegare questo delitto che gli era stato ordinato. Poi rivolse la spada contro sé stesso con l’intenzione di suicidarsi ma Leucippe, quando intese il nome del padre, gli strappò la spada di mano e gli chiese aiuto per uccidere la regina: e Teonoe, quando sentì il nome del padre, rivelò di essere sua figlia. Allora il re Icaro, dopo ......