Biblioteca:Igino, Fabulae 137

Merope[modifica]

Polifonte, re di Messenia, uccise Cresfonte, figlio di Aristomaco, e s’impadronì del suo regno e della sua sposa. La madre Merope inviò segretamente il figlio ancora bambino che aveva avuto da Cresfonte presso un ospite in Etolia. Polifonte si mise a cercarlo con ogni cura e prometteva dell’oro a chi lo avesse ucciso. Quando quello raggiunse la giovinezza, progettò di vendicare la morte del padre e del fratello; così si presentò dal re Polifonte a chiedergli l’oro, dicendo di avere ucciso il figlio di Merope e Cresfonte, chiamato Telefonte. Il re gli impose di fermarsi presso di sé come ospite, per informarsi più distesamente della questione. Mentre egli, stanco, stava dormendo, un vecchio, che aveva fatto da intermediario tra figlio e madre, giunse da Merope in lacrime dicendo che egli non stava più presso l’ospite ed era scomparso. Merope, persuasa che l’uomo addormentato fosse l’assassino di suo figlio, penetrò nella stanza da letto brandendo una scure per uccidere il figlio che non aveva riconosciuto. Ma il vecchio lo riconobbe e trattenne la madre dal delitto; quando poi Merope vide che era giunta l’occasione di vendicarsi del suo nemico, si riconciliò con Polifonte: e mentre il re stava lietamente celebrando un sacrificio, l’ospite fece finta di colpire la vittima ma vibrò il colpo contro di lui e riconquistò il regno paterno.