Anguane

SCHEDA
Anguane.jpg
IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: Agane, Aganes, Aganis, Aguane, Aguanes, Acquane, Aquane, Bele Butèle, Bregostane, Gannes, Guane, Langane, Longane, Naquane, Ogane, Pantegane, Salinghe, Salvane, Subiane, Vivanes, Vivena, Vivenes, Zubiane
Etimologia: -
Sesso: Femmina
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Folklore
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Italia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Creature Fantastiche
Sottotipologia: [[:Elenchi:|]]
Specificità: [[:Elenchi:|]]
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: [[:Elenchi:Indole: |]]
Elemento: Acqua
Habitat: Fiume
ATTRIBUTI
Fisici

Piedi ritorti Zoccoli

Animali

Salamandra (1) Gatto Cane Lontra

Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori

Bianco

Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE
Agricoltura Cannibalismo Magia Maledizione Metamorfosi Protezione Sapienza Sessualità

Storie e leggende delle Anguane si ritrovano soprattutto nelle aree pedemontane e montane dell'arco alpino nord-orientale, anche se non mancano anche in altre parti d'Italia, come le zone lagunari del Friuli e persino in zone appenniniche della Romagna. Nella maggior parte delle leggende le Anguane si trovano in prossimità delle fonti e dei ruscelli, o nelle loro profondità, come protettrici delle acque, e sotto molti aspetti sono affini alle Ninfe. Secondo la credenza popolare queste creature, protettrici anche dei pescatori, se insultate portano sfortuna per tutta la vita. D'altra parte, si racconta che abbiano aiutato il genere umano in molti modi, insegnando alle donne la lavorazione della lana e agli uomini come si fa il formaggio. Infatti vengono descritte come impareggiabili nella tessitura, il ricamo, la coltivazione, l'allevamento, la lavorazione del latte. Vengono attribuiti loro poteri magici, curativi e profetici, la capacità di parlare con gli animali e di influenzare il clima. Sanno lanciare incantesimi o maledizioni con alte e forti grida, in grado di stordire (vi è un antico detto veneto, sigàr come n'Anguana, gridare come un'Anguana). Per quanto di indole buona e generosa, sono spesso descritte come tremendamente irascibili e vendicative. In alcune zone e in certi racconti invece ricoprono il ruolo di megere orribili e in alcuni casi anche cannibali.
Nei racconti, le Anguane nella loro forma di anziane sono a volte associate ai selvaggi protettori delle montagne, i Salvani, come loro mogli o compagne. In questa forma spesso predicono il futuro, formulano profezie, usano i loro poteri per maledire o per curare.
Le attività delle Anguane giovani e seducenti si svolgerebbero in prevalenza di notte, quando si occupano di fare il bucato nei fiumi e nei ruscelli o anche nei lavatoi mentre cantano per poi stenderlo ad asciugare sui prati o su fili da bucato che stendevano da una parte all'altra delle valli. Con il loro fascino seducono e rapiscono i viandanti, a volte per un certo periodo, a volte per sempre.

ICONOGRAFIA[modifica]

Possono essere donne bellissime, giovani e attraenti o anche anziane vispe e socievoli dai seni penduli rovesciati sulle spalle, o anche apparire come figure metà umane e metà animali, con parti inferiori caprine, serpentine o di pesce. Una caratteristica che ricorre spesso è quella di non avere la schiena. Al suo posto vi è un buco, che nascondono di solito mediante un pezzo di corteccia d'albero. A volte, nelle versioni dove le Aguane sono spose dei Salvani, sulla schiema hanno invece ceste intrecciate dentro cui portano i loro figli. Amano vestirsi con lunghi veli bianchi, oppure di colori brillanti e accesi come il rosso e l'arancione, e sono attente all'eleganza. Altre volte, nel loro aspetto di megere, vestono di stracci neri.
Caratteristica sempre presente per le anguane di entrambi gli aspetti è avere un piede od entrambi malformati o ritorti all’indietro o zoccoli caprini al posto dei piedi (molto utili per camminare sui fili del bucato che tendono da una parte all'altra delle vallate alpine), o ancora piedi palmati come le oche. Alcune leggende le descrivono addirittura con zoccoli ed arti inferiori caprini, e pelose dal ventre in giù, altre le descrivono con corpo di serpente dalla vita in giù. Con le loro lunghe vesti, sia bianche che colorate o nere e lacere nascondono queste loro malformazioni.
Sono in grado di trasformarsi molto velocemente in grossi serpenti, spesso neri, ma possono assumere anche l’aspetto di lontra, gatto o salamandra.

ETIMOLOGIA[modifica]

Il nome delle anguane doveva essere antico poiché se ne trovano tracce anche nel passato. Ci sono tre ipotesi differenti sull'etimologia del nome, che non si escludono a vicenda:

1- Si ritiene, in base all'etimologia popolare, che possa derivare da “anguis”, cioè serpente o biscia d'acqua, animale in cui le anguane si trasformano spesso e di cui condividono la natura.

2- I vari nomi sotto cui sono conosciute le anguane appaiono essere semplici variazioni locali derivanti tutte dalla parola latina aquana derivante a sua volta da “aqua”, a significare creatura o donna delle acque; ma la similitudine con la parola “aqua” probabilmente venne accentuata dopo la latinizzazione.

3- Si ritiene che le varie divinità venerate in questi luoghi nei tempi antichi non siano mai state dimenticate dalle loro popolazioni, trasformandosi nel tempo nelle favolose Anguane. Presso la Basilica di San Vincenzo a Galliano di Cantù, in provincia di Como, venne ritrovata un’ara di epoca romana con una epigrafe indicante una dedica indirizzata alle “Matronis et Adganae” (entità d’acqua pagane di probabile origine celtica chiamate contemporaneamente col nome latino “matronis” e con quello celtico “adganae”). Non a caso nella cripta della basilica è ancora presente un pozzo, dove una volta sgorgava l’acqua, posto sotto un dipinto raffigurante la “Madonna che allatta”. Tutto questo può stare ad indicare la presenza di un antico culto legato alle acque risemantizzato in chiave cristiana.

Inoltre, se prendiamo il nome prima citato “Adganae” troviamo il suffisso “gan”, che nelle lingue celtiche corrisponde ai nomi delle entità fatate. Questa stessa parola (sempre usata per indicare fate d’acqua) la ritroviamo nel vocabolo ladino Gana. Anche questo nome come toponimo si trova in altre parti del mondo alpino e prealpino. È a questo proposito emblematico il sito della Val Ganna in provincia di Varese. Qui, proprio in località Ganna, è presente la Fonte di San Gemolo, ancora oggi oggetto di devozione popolare: non è un caso che questo toponimo sia legato alla funzione sacrale dell’acqua.

LOMBARDIA[modifica]

Canzo[modifica]

Era presente il culto di questo spirito presso lo Scalfìn dal diaul (=Tallone del diavolo), detto anche Cèpp da l'Angua (=Masso dell'Anguana), a Canzo. Questo viene ricordato durante la sofisticata celebrazione della Giubiana da Canz con la presenza del personaggio. Bisogna ricordare che il passaggio dalla dedicazione all'Anguana alla titolazione al diavolo è stata dovuta alla demonizzazione delle divinità pagane nel medioevo.

Val Camonica[modifica]

Conosciute come Naquane o Aquane.

FRIULI VENEZIA GIULIA[modifica]

Chiusaforte[modifica]

Le credenze locali hanno connotazione negativa e parlano delle Aguane come di pericolosi esseri che vivono nei pressi del torrente Macilla a Chiusaforte. Hanno i piedi rivolti al contrario; in questo modo riescono a confondere i viandanti con le loro impronte e li divorano in un sol boccone.

TRENTINO-ALTO ADIGE[modifica]

Val di Fassa[modifica]

Anche le Vivene, o Vivane del trentino sono collegate con gli Uomini Selvaggi, i Vivan, anche se, contrariamente all'aspetto primitivo di questi, il loro è piacevole e delicato. Esse offrono agli uomini i loro servigi nei lavori di casa o dei campi, moltiplicano le messi, insegnano i trucchi di bellezza alle donne. Per ringraziarle, chi viveva nel borgo faceva costruire nelle finestre di legno una piccola apertura, per lasciare loro da mangiare sul davanzale. Ancora oggi questi piccoli fori, che potete vedere negli scuri delle case più tradizionali, si chiamano Portelle delle Vivane. Sono dedite alla tessitura e talvolta amano rubare vestiti con cui coprirsi. Hanno la proprietà di rendersi invisibili e, si dice, siano creature destinate a vivere fino alla fine dei tempi. Secondo alcune ipotesi e leggende, si tratterebbe del ricordo di una razza antecedente, le cui esponenti femminili erano esperte nelle arti magiche.
L'antitesi mostruosa delle dolci Vivene sono le Bregostane, sempre legate alla controparte maschile, i Bregostani. Sono antropofaghe e coperte di peli, ed hanno le mani dotate di artigli. Per catturarle si presenta loro un tronco spaccato, tenuto largo da un cuneo, e si chiede loro di mettere le mani nello spacco per aiutare il boscaiolo ad allargarlo. Poi si toglie il cuneo, e l'essere mostruoso resta imprigionato. Le Bregostane amano mangiare soprattutto i bambini, ed il boccone più prelibato per loro sono gli intestini con tutto il loro ripieno. Per difendersi da questi esseri è sufficiente andare in giro con un cane, animale che temono fortemente.

Val Badia[modifica]

Conosciute come Pantegane.

VENETO[modifica]

Cadore e Comelico[modifica]

Nelle Dolomiti bellunesi le Bregostene sono dotate di poteri sciamanici e curativi, e a volte esercitano anche la magia nera. Qui le Anguane sono conosciute anche come Salinghe e Longane o Langane.

Campofontana (Verona)[modifica]

Nei comuni cimbri veronesi le anguane (in questo territorio chiamate anche Bele Butèle, Belle Ragazze), erano un tempo addette ai pozzi e lavavano i panni della gente delle contrade, ma si rifiutavano di lavare i capi di colore nero. Lavoravano la notte, stendendo lunghe funi di canapa dal covolo fino a Bolca, Durlo e Velo. La mattina, le donne si recavano al Pozzo dei Seraldi per ritirare i panni puliti.

Recoaro Terme[modifica]

Le anguane della Montagna Spaccata sono le più aggressive e le più pericolose. Sono anguane guerriere. Vivono nelle profondità della montagna, da cui escono cavalcando selvaggiamente diabolici destrieri neri. Vestono principalmente di nero ed hanno il coltello facile. Per tale motivo, sono chiamate comunemente Anguane Nere. Sotto i loro abiti, nascondono abitualmente armi bianche, e hanno l’abitudine di rapire spesso i bei giovanotti che sorprendono a girovagare solitari, per sedurli e lasciarli ritornare alle loro case. A volte, però, i rapiti non fanno ritorno e si dice che queste anguane, belle e seducenti, a volte si nutrano di sangue umano.

CORRELAZIONI[modifica]

Voci[modifica]

Nome Tipologia Origine Sesso
Langane
Pantegane
Vivene

Pagine[modifica]

(v. anche Basa-Juan, Homme de Bouc, Ancho, Uomini Selvaggi, Salige Fraulein, Diale, Giubiana, Krivapete)

BIBLIOGRAFIA[modifica]

Fonti Antiche[modifica]


ATTENZIONE: Nessun risultato.

Fonti Moderne[modifica]


Titolo Autore Anno
Il Dizionario Illustrato dei Mostri Izzi, Massimo 1989
Il Piccolo Popolo Spada, Dario 1983

LINK[modifica]