Differenze tra le versioni di "Aedo"
Riga 1: | Riga 1: | ||
+ | {{Voce | ||
+ | |anagrafica= SCHEDA ANAGRAFICA | ||
+ | |nome originale=- | ||
+ | |altri nomi=- | ||
+ | |immagine=[[Immagine:Noimage.jpg|250px]] | ||
+ | |etimo=- | ||
+ | |sesso=Maschio | ||
+ | |sezione=Mitologia Classica | ||
+ | |continente=Europa | ||
+ | |area=Mediterraneo | ||
+ | |paese=Grecia | ||
+ | |origine=Greci | ||
+ | |tipologia=Umani | ||
+ | |sottotipologia=Artisti | ||
+ | |specificità=Musici | ||
+ | |indole=Benevola | ||
+ | |aspetto=Antropomorfo | ||
+ | |animali=- | ||
+ | |piante=- | ||
+ | |attributi=- | ||
+ | |elemento=- | ||
+ | |habitat=- | ||
+ | |ambiti=- | ||
+ | }} | ||
+ | |||
L'aedo, nella civiltà greca, era un cantore professionista. Il compito dell'aedo era quello di cantare e narrare i poemi epici e di insegnarli alle generazioni future. Un aedo tradizionalmente era ritratto come cieco in quanto, essendo tale, non veniva distratto da niente e da nessuno e affinando le capacità sensibili poteva entrare in contatto direttamente con le [[Muse]], e in particolare con la musa [[Calliope]], che gli narrava il poema sussurrandoglielo all'orecchio. L'aedo ricopriva un ruolo di rilievo all'interno della società greca: egli era infatti considerato un uomo di estrema saggezza e veniva da tutti rispettato e considerato un maestro. Il lavoro dell'aedo era estremamente difficoltoso e impegnativo; egli infatti non disponeva di un testo scritto, quindi necessitava di conoscere in maniera eccellente il testo a memoria. Per questa ragione la poesia epica racchiudeva tra i suoi versi molteplici i versi formulari, cioè espressioni uguali o molto somiglianti che si ripetevano alla fine delle battaglie, o in altri momenti particolari della narrazione, in modo che il pubblico e l'aedo stesso riuscissero a capire subito il punto della narrazione. La trasmissione orale, inoltre, richiedeva l'uso di un linguaggio chiaro e semplice, quindi un grande uso di similitudini e immagini figurate. Gli aedi erano soliti narrare i poemi non per intero, per ovvie ragioni di tempo, ma a pezzi; dovevano in ogni modo possedere una buona memoria e una grande immaginazione ; infatti succedeva molte volte che un aedo dimenticasse la strofa successiva e per non fare brutta figura con il suo pubblico molto spesso inventava sul momento frasi che successivamente sarebbero divenute veri e propri passaggi dell'opera epica. Questa libertà nel creare nuovi versi per le opere trasmesse fece divenire gli aedi non più soltanto trasmettitori orali e maestri, ma anche abili compositori che vi via arricchirono il poema. Grazie all'antica tradizione greca sappiamo anche che vi erano scuole di aedi che si tramandavano di generazione in generazione i propri canti; particolarmente famosa era quella degli Omeridi, che si vantavano di discendere dal grande Omero. | L'aedo, nella civiltà greca, era un cantore professionista. Il compito dell'aedo era quello di cantare e narrare i poemi epici e di insegnarli alle generazioni future. Un aedo tradizionalmente era ritratto come cieco in quanto, essendo tale, non veniva distratto da niente e da nessuno e affinando le capacità sensibili poteva entrare in contatto direttamente con le [[Muse]], e in particolare con la musa [[Calliope]], che gli narrava il poema sussurrandoglielo all'orecchio. L'aedo ricopriva un ruolo di rilievo all'interno della società greca: egli era infatti considerato un uomo di estrema saggezza e veniva da tutti rispettato e considerato un maestro. Il lavoro dell'aedo era estremamente difficoltoso e impegnativo; egli infatti non disponeva di un testo scritto, quindi necessitava di conoscere in maniera eccellente il testo a memoria. Per questa ragione la poesia epica racchiudeva tra i suoi versi molteplici i versi formulari, cioè espressioni uguali o molto somiglianti che si ripetevano alla fine delle battaglie, o in altri momenti particolari della narrazione, in modo che il pubblico e l'aedo stesso riuscissero a capire subito il punto della narrazione. La trasmissione orale, inoltre, richiedeva l'uso di un linguaggio chiaro e semplice, quindi un grande uso di similitudini e immagini figurate. Gli aedi erano soliti narrare i poemi non per intero, per ovvie ragioni di tempo, ma a pezzi; dovevano in ogni modo possedere una buona memoria e una grande immaginazione ; infatti succedeva molte volte che un aedo dimenticasse la strofa successiva e per non fare brutta figura con il suo pubblico molto spesso inventava sul momento frasi che successivamente sarebbero divenute veri e propri passaggi dell'opera epica. Questa libertà nel creare nuovi versi per le opere trasmesse fece divenire gli aedi non più soltanto trasmettitori orali e maestri, ma anche abili compositori che vi via arricchirono il poema. Grazie all'antica tradizione greca sappiamo anche che vi erano scuole di aedi che si tramandavano di generazione in generazione i propri canti; particolarmente famosa era quella degli Omeridi, che si vantavano di discendere dal grande Omero. | ||
Riga 13: | Riga 38: | ||
[[Categoria:Grecia]] | [[Categoria:Grecia]] | ||
[[Categoria:Umani]] | [[Categoria:Umani]] | ||
+ | [[Categoria:Artisti]] | ||
[[Categoria:Musici]] | [[Categoria:Musici]] | ||
[[Categoria:Sesso: Maschio]] | [[Categoria:Sesso: Maschio]] | ||
[[Categoria:Aspetto: Antropomorfo]] | [[Categoria:Aspetto: Antropomorfo]] | ||
[[Categoria:Indole: Benevola]] | [[Categoria:Indole: Benevola]] |
Versione delle 18:09, 1 nov 2019
SCHEDA | |
---|---|
IDENTITÀ | |
Nome orig.: | - |
Altri nomi: | - |
Etimologia: | - |
Sesso: | Maschio |
Genitori: | [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]] |
oppure | [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]] |
oppure | [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]] |
oppure | [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]] |
Fratelli/Sorelle: | |
Fratellastri e/o Sorellastre: |
|
{{{consorte}}} | {{{figlio}}} |
[[{{{consorte1}}}]] | |
[[{{{consorte2}}}]] | |
[[{{{consorte3}}}]] | |
[[{{{consorte4}}}]] | |
[[{{{consorte5}}}]] | |
LOCALIZZAZIONE | |
Sezione: | Mitologia Classica |
Continente: | Europa |
Area: | Mediterraneo |
Paese: | Grecia |
Regione: | [[{{{regione}}}]] |
Provincia: | [[{{{provincia}}}]] |
Città: | [[{{{citta}}}]] |
Origine: | Greci |
CLASSIFICAZIONE | |
Tipologia: | Umani |
Sottotipologia: | Artisti |
Specificità: | Musici |
Subspecifica: | [[:Elenchi:{{{sub}}}|{{{sub}}}]] |
CARATTERI | |
Aspetto: | Antropomorfo |
Indole: | Benevola |
Elemento: | |
Habitat: | |
ATTRIBUTI | |
Fisici
| |
Animali
| |
Vegetali
| |
Minerali
| |
Alimenti
| |
Colori
| |
Numeri
| |
Armi
| |
Abbigliamento
| |
Altri
| |
Personaggi
| |
TEMATICHE | |
L'aedo, nella civiltà greca, era un cantore professionista. Il compito dell'aedo era quello di cantare e narrare i poemi epici e di insegnarli alle generazioni future. Un aedo tradizionalmente era ritratto come cieco in quanto, essendo tale, non veniva distratto da niente e da nessuno e affinando le capacità sensibili poteva entrare in contatto direttamente con le Muse, e in particolare con la musa Calliope, che gli narrava il poema sussurrandoglielo all'orecchio. L'aedo ricopriva un ruolo di rilievo all'interno della società greca: egli era infatti considerato un uomo di estrema saggezza e veniva da tutti rispettato e considerato un maestro. Il lavoro dell'aedo era estremamente difficoltoso e impegnativo; egli infatti non disponeva di un testo scritto, quindi necessitava di conoscere in maniera eccellente il testo a memoria. Per questa ragione la poesia epica racchiudeva tra i suoi versi molteplici i versi formulari, cioè espressioni uguali o molto somiglianti che si ripetevano alla fine delle battaglie, o in altri momenti particolari della narrazione, in modo che il pubblico e l'aedo stesso riuscissero a capire subito il punto della narrazione. La trasmissione orale, inoltre, richiedeva l'uso di un linguaggio chiaro e semplice, quindi un grande uso di similitudini e immagini figurate. Gli aedi erano soliti narrare i poemi non per intero, per ovvie ragioni di tempo, ma a pezzi; dovevano in ogni modo possedere una buona memoria e una grande immaginazione ; infatti succedeva molte volte che un aedo dimenticasse la strofa successiva e per non fare brutta figura con il suo pubblico molto spesso inventava sul momento frasi che successivamente sarebbero divenute veri e propri passaggi dell'opera epica. Questa libertà nel creare nuovi versi per le opere trasmesse fece divenire gli aedi non più soltanto trasmettitori orali e maestri, ma anche abili compositori che vi via arricchirono il poema. Grazie all'antica tradizione greca sappiamo anche che vi erano scuole di aedi che si tramandavano di generazione in generazione i propri canti; particolarmente famosa era quella degli Omeridi, che si vantavano di discendere dal grande Omero.
Etimologia
L'etimologia della parola viene dal verbo greco aidein che significa ‘cantare'.