Differenze tra le versioni di "Acamante (3)"

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<br>Acamante partecipò poi alla guerra stessa e fu tra quelli che si nascosero nel famoso cavallo di legno (vedi [[Cavallo di Troia]]) architettato da [[Ulisse]].  
 
<br>Acamante partecipò poi alla guerra stessa e fu tra quelli che si nascosero nel famoso cavallo di legno (vedi [[Cavallo di Troia]]) architettato da [[Ulisse]].  
 
<br>Dopo che la città di [[Troia]] fu espugnata dagli [[Achei]], liberò la nonna paterna [[Etra]] che aveva accompagnato [[Elena]] a [[Troia]]; si mosse poi verso la [[Tracia]], dove rimase a lungo per amore di [[Fillide]], figlia del re [[Filleo]].
 
<br>Dopo che la città di [[Troia]] fu espugnata dagli [[Achei]], liberò la nonna paterna [[Etra]] che aveva accompagnato [[Elena]] a [[Troia]]; si mosse poi verso la [[Tracia]], dove rimase a lungo per amore di [[Fillide]], figlia del re [[Filleo]].
<br>Un'altra versione della leggenda racconta che Fillide si era innamorata di Acamante e l'attendeva ansiosa quando Troia cadde e la flotta ateniese prese il viaggio di ritorno. Acamante, però, fu trattenuto nella [[Troade]] dai venti contrari, e Fillide, dopo aver atteso invano per nove giorni il suo ritorno, si impiccò per il dolore, e la dea Atena la trasformò in albero di mandorlo. Acamante, arrivato il dì seguente, potè abbracciare soltanto il suo nudo tronco. Poi si recò a Cipro dove fondò una colonia. Si racconta che qui morisse, per una caduta da cavallo, essendo finito malauguratamente sulla propria spada. Ma questa leggenda e quella della principessa Fillide, sono generalmente ricollegate a suo fratello [[Demofoonte]]. Secondo altre leggende, Acamante, dopo aver partecipato alla presa di Troia col fratello Demofoonte, ritornò in Attica con la nonna Etra, e qui riprese il potere e regnò in pace.
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<br>Un'altra versione della leggenda racconta che Fillide si era innamorata di Acamante e l'attendeva ansiosa quando Troia cadde e la flotta ateniese prese il viaggio di ritorno. Acamante, però, fu trattenuto nella [[Troade]] dai venti contrari, e Fillide, dopo aver atteso invano per nove giorni il suo ritorno, si impiccò per il dolore, e la dea [[Atena]] la trasformò in albero di mandorlo. Acamante, arrivato il dì seguente, potè abbracciare soltanto il suo nudo tronco. Poi si recò a Cipro dove fondò una colonia. Si racconta che qui morisse, per una caduta da cavallo, essendo finito malauguratamente sulla propria spada. Ma questa leggenda e quella della principessa Fillide, sono generalmente ricollegate a suo fratello [[Demofoonte]]. Secondo altre leggende, Acamante, dopo aver partecipato alla presa di Troia col fratello Demofoonte, ritornò in Attica con la nonna Etra, e qui riprese il potere e regnò in pace.
  
 
==La morte==
 
==La morte==

Versione delle 15:46, 17 feb 2013

Figlio di Teseo e di Fedra, fratello di Demofoonte. Assieme a Diomede si recò a Troia al fine di chiedere la restituzione di Elena. Qui fu scorto da Laodice, figlia di Priamo, la quale s'innamorò di lui. La ragazza confidò la sua passione alla moglie di Perseo, Filobia, la quale decise subito di aiutarla. Convinse il proprio marito, che regnava sulla città di Dardano, in Troade, a invitare separatamente i due giovani a un banchetto, e a metterli l'uno accanto all'altra. Laodice sarebbe passata per una cortigiana della reggia di Priamo. Alla fine del banchetto, Laodice era diventata la moglie di Acamante. Da questa unione nacque un figlio, Munito, che fu allevato nella casa di Priamo dalla bisnonna, Etra, madre di Teseo, allora prigioniera d'Elena. Alla caduta di Troia, mentre Laodice stava nel santuario di Troo, la terra si aprì e la inghiottì davanti agli occhi degli astanti. Nella confusione che seguì, Etra fuggì con Munito al campo greco, dove Acamante e Demofoonte riconobbero in lei la loro nonna che credevano morta da tempo. Subito chiesero ad Agamennone che la vecchia fosse rimpatriata. Agamennone accolse la loro richiesta, ma in cambio volle che rinunciassero alla loro parte del bottino. Sventuratamente, quando Acamante sbarcò in Tracia durante il viaggio di ritorno in patria, Munito, a Olinto, mentre cacciava, fu morso da un serpente e morì.
Acamante partecipò poi alla guerra stessa e fu tra quelli che si nascosero nel famoso cavallo di legno (vedi Cavallo di Troia) architettato da Ulisse.
Dopo che la città di Troia fu espugnata dagli Achei, liberò la nonna paterna Etra che aveva accompagnato Elena a Troia; si mosse poi verso la Tracia, dove rimase a lungo per amore di Fillide, figlia del re Filleo.
Un'altra versione della leggenda racconta che Fillide si era innamorata di Acamante e l'attendeva ansiosa quando Troia cadde e la flotta ateniese prese il viaggio di ritorno. Acamante, però, fu trattenuto nella Troade dai venti contrari, e Fillide, dopo aver atteso invano per nove giorni il suo ritorno, si impiccò per il dolore, e la dea Atena la trasformò in albero di mandorlo. Acamante, arrivato il dì seguente, potè abbracciare soltanto il suo nudo tronco. Poi si recò a Cipro dove fondò una colonia. Si racconta che qui morisse, per una caduta da cavallo, essendo finito malauguratamente sulla propria spada. Ma questa leggenda e quella della principessa Fillide, sono generalmente ricollegate a suo fratello Demofoonte. Secondo altre leggende, Acamante, dopo aver partecipato alla presa di Troia col fratello Demofoonte, ritornò in Attica con la nonna Etra, e qui riprese il potere e regnò in pace.

La morte

Fondò una colonia a Cipro, dove morì per un singolare incidente: rimase trafitto dalla sua stessa spada in seguito a una caduta da cavallo.