Biblioteca:Igino, Fabulae 198

Niso[modifica]

Sembra che il re di Megara, Niso, figlio di Ares (o secondo altri di Dione), avesse sul capo un capello d’oro; gli era stato predetto che avrebbe regnato finché avesse conservato quel capello. Quando Minosse, figlio di Zeus, venne ad assediarlo, Afrodite fece sì che Scilla, figlia di Niso, s’innamorasse di lui; e per farlo vincere tagliò il capello fatale al padre mentre stava dormendo. E così Niso fu sconfitto da Minosse. Quando Minosse tornò a Creta, Scilla gli chiese di portarla con lui, secondo i patti che avevano stabilito. Ma egli non volle che Creta, isola sacra, accogliesse un così enorme delitto, ed ella si precipitò in mare per sfuggire al castigo, mentre Niso che la stava inseguendo fu trasformato nell’uccello aliaeitos, vale adire in aquila marina, e Scilla nel pesce che chiamano keiris: e ancora oggi quando l’aquila marina vede quel pesce in mare, si tuffa nell’acqua, lo afferra e lo dilania con gli artigli.