Biblioteca:Igino, Fabulae 140

Pitone[modifica]

Pitone, figlio di Tello, era un serpente immenso che rendeva oracoli sul monte Parnasso prima di Apollo. A lui era stata preannunciata la morte per mano di un figlio di Leto. In quel tempo Zeus giacque con Leto, figlia di Polo; quando Era lo venne a sapere, decretò che Leto partorisse in un luogo non toccato da Sole. Pitone fu informato che Leto era stata resa gravida da Zeus e iniziò a inseguirla per ucciderla. Ma per volontà di Zeus il vento Aquilone rapì Leto e la condusse presso Poseidone, il quale l’accolse, ma, non volendo disobbedire a un decreto di Era, la portò nell’isola di Ortigia, che fece scomparire sotto le onde. Pitone non riuscì a trovarla e dovette tornarsene al Parnasso; allora Poseidone riportò alla luce la cima dell’isola di Ortigia, che in seguito fu detta Delo. Fu in quel luogo che Leto, abbracciata a un ulivo, partorì Apollo e Artemide, a cui Efesto regalò le frecce. Quattro giorni dopo la nascita Apollo vendicò la madre: giunse sul Parnasso e uccise Pitone trafiggendolo con le sue frecce (da ciò deriva il soprannome Pizio), poi gettò le sue ossa in un tripode che collocò nel suo tempio e istituì in suo onore i giochi funebri che vengono detti Pitici.