Biblioteca:Apollodoro, Biblioteca, Epitome, 2

1[modifica]

Tantalo sconta la sua pena nell'Ade, con una pietra sospesa sulla testa, perennemente immerso in una palude, e alle sue spalle guarda un albero da frutta cresciuto sulla riva. L'acqua gli arriva al mento, ma quando vuole berla, essa si ritira; e quando vuole cogliere un frutto, l'albero e i suoi frutti vengono spinti dal vento fino alle nuvole. Alcuni dicono che Tantalo viene punito perché rivelò agli uomini i misteri degli Dèi, e perché diede l'ambrosia ai suoi compagni.

2[modifica]

Brotea, che era cacciatore, non rese ad Artemide i dovuti onori, e disse che il fuoco non gli faceva alcun male. Impazzito, si gettò nel fuoco.

3[modifica]

Pelope, dopo essere stato ucciso e cucinato nel banchetto degli Dèi, ritornò in vita più bello di prima, e per questa sua eccelsa bellezza divenne l'amato di Poseidone, che gli diede il suo carro volante: e poteva correre anche sul mare, senza nemmeno bagnare le ruote.

4[modifica]

Enomao, il re di Pisa, aveva una figlia, Ippodamia, e, sia che fosse innamorato di lei, come alcuni sostengono, sia invece che avesse ricevuto un oracolo - secondo il quale egli sarebbe stato ucciso dallo sposo della figlia -, nessuno ancora l'aveva presa in moglie. Ma il padre non era riuscito a persuaderla a unirsi a lui, e intanto uccideva tutti i suoi pretendenti.

5[modifica]

Enomao possedeva infatti armi e cavalli donatigli da Ares, e sfidava a una gara i pretendenti della figlia. Il pretendente doveva prendere sul suo carro Ippodamia, e poi correre fino all'istmo di Corinto: Enomao, armato, lo inseguiva, e se l'avesse raggiunto, poteva ucciderlo. Solo chi non si fosse fatto raggiungere avrebbe potuto avere la mano di Ippodamia. E in questo modo molti pretendenti erano già stati uccisi - dodici, secondo alcuni: e le loro teste mozze venivano inchiodate sul palazzo di Enomao.

6[modifica]

Anche Pelope chiese la sua mano: e Ippodamia, vedendo la sua bellezza, se ne innamorò e convinse Mirtilo, figlio di Ermes, ad aiutarlo. Mirtilo era infatti l'auriga di Enomao.

7[modifica]

Mirtilo la amava, e voleva trovar grazia presso di lei: così, non avvitò i chiodi nei mozzi delle ruote, e questo fece sì che Enomao nell'inseguimento fosse sconfitto. E le redini gli si aggrovigliarono intorno, venne trascinato a terra e morì. Molti invece dicono che fu ucciso da Pelope. Nel morire maledisse Mirtilo, perché aveva scoperto il suo inganno, invocando che fosse ucciso proprio da Pelope.

8[modifica]

Pelope dunque sposò Ippodamia; e un giorno, insieme a Mirtilo, giunsero in un certo posto, e Pelope si allontanò un momento per portare dell'acqua alla sposa che aveva sete. E Mirtilo intanto cercò di usare violenza a Ippodamia. Quando lei glielo riferì, Pelope gettò Mirtilo nel mare, vicino a Capo Geresto, e da allora quello si chiama mare Mirtoo: Mirtilo, nel precipitare, lanciò una maledizione contro la razza di Pelope.

9[modifica]

Egli intanto raggiunse l'Oceano, dove Efesto lo purificò; tornato poi a Pisa di Elide, prese il trono di Enomao, dopo aver conquistato tutta la regione che allora si chiamava Apia e Pelasgiotide, e che adesso dal suo nome chiamiamo Peloponneso.

10[modifica]

I figli di Pelope erano Pitteo, Atreo, Tieste e altri. La sposa di Atreo era Erope, figlia di Catreo: ma la donna si era innamorata di Tieste. Una volta Atreo aveva fatto voto di sacrificare ad Artemide l'animale più bello che fosse nato nel suo gregge. Ma quando improvvisamente vide che c'era un agnello d'oro,

11[modifica]

dicono che rinnegò il suo voto: sgozzò l'agnello e custodì il suo vello in una cassa. Ma Erope, per convincere Tieste a commettere adulterio con lei, glielo donò. Un oracolo aveva detto ai Micenei di prendere come re un figlio di Pelope, e Atreo e Tieste vennero fatti chiamare. In una discussione su chi avesse diritto al regno, Tieste disse alla gente che doveva essere re chi era in possesso del vello d'oro: Atreo fu d'accordo, e allora Tieste mostrò il [[vello d'oro]], ed ebbe il regno.

12[modifica]

Zeus mandò Ermes da Atreo, per dirgli di chiedere a Tieste se era d'accordo a cedergli il regno, nel caso che Elios avesse mutato il suo corso. Tieste acconsentì, edElios tramontò a oriente. A questa testimonianza divina dell'usurpazione di Tieste, Atreo ebbe il regno e cacciò in esilio Tieste.

13[modifica]

Quando in seguito venne a sapere dell'adulterio, mandò un messaggero per invitarlo a una riconciliazione. Tieste ritornò, ma Atreo, fingendosi ancora amico, uccise i figli che Tieste aveva avuto da una ninfa naiade - Aglao, Callileonte e Orcomeno - proprio mentre stavano all'altare di Zeus come supplici. Li fece a pezzi e li cucinò, poi li offrì per cena a Tieste, dopo aver messo da parte la testa, le mani e i piedi. Tieste li mangiò, e allora Atreo gli fece vedere la loro testa, le mani e i piedi: poi di nuovo lo cacciò in esilio.

14[modifica]

Tieste, cercando in tutti i modi il mezzo per vendicarsi di Atreo, si rivolse all'oracolo e il responso gli disse di generare un figlio con la propria figlia. Così fece, e con sua figlia generò Egisto: quando fu grande e seppe che era figlio di Tieste, Egisto uccise Atreo e rimise sul trono Tieste.

15[modifica]

La nutrice portò Agamennone e Menelao da Polifide, signore di Sicione, e questi ancora li mandò da Eneo, l'etolo. Poco dopo, di nuovo Tindaro li prese, e costrinsero Tieste, rifugiato all'altare di Era, a un gran giuramento, e lo mandarono a Citeria. Sposarono le figlie di Tindaro, diventando suoi generi. Agamennone si unì a Clitennestra, dopo averle ucciso il primo marito, Tantalo figlio di Tieste, e il figlio neonato; e Menelao sposò Elena.

16[modifica]

Agamennone diventò re di Micene e sposò Clitennestra, figlia di Tindaro, dopo averle ucciso il primo marito, Tantalo, figlio di Tieste, insieme al bambino. Agamennone e Clitennestra ebbero un maschio, Oreste, e tre femmine, Crisotemi, Elettra e Ifigenia. Menelao sposò Elena e regnò su Sparta quando Tindaro abdicò in suo favore.