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Letteralmente "capro-cervo". Sotto questo nome si celano due significati: da una parte esso designa una metafora dell'inesistente, un essere irreale ed anche impossibile; dall'altra invece questa metafora, per il semplice fatto di esistere come parola, e di far riferimento a due esseri naturali, è divenuta nel tempo la definizione di un essere ibrido, che è stato ritenuto reale. Cosi abbiamo da un lato filosofi che usano questo ente per disquisire sulle capacità dell'immaginazione, in grado di prescindere dai dati sensoriali, e di accoppiarli come meglio crede, in libertà; sull'altro versante abbiamo invece naturalisti che traducono la metafora in immagini di un possibile essere reale, dando sempre più corpo a quello che doveva essere solo un'allegoria dell'irrealtà. E cosi, in pieno Rinascimento e fino al XVIII secolo questo essere, partito come un ente coscientemente immaginario ed inesistente, trova ancora un suo spazio nelle prime opere che inaugurano la zoologia scientifica come animale reale.
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Letteralmente "capro-[[cervo]]". Sotto questo nome si celano due significati: da una parte esso designa una metafora dell'inesistente, un essere irreale ed anche impossibile; dall'altra invece questa metafora, per il semplice fatto di esistere come parola, e di far riferimento a due esseri naturali, è divenuta nel tempo la definizione di un essere ibrido, che è stato ritenuto reale. Cosi abbiamo da un lato filosofi che usano questo ente per disquisire sulle capacità dell'immaginazione, in grado di prescindere dai dati sensoriali, e di accoppiarli come meglio crede, in libertà; sull'altro versante abbiamo invece naturalisti che traducono la metafora in immagini di un possibile essere reale, dando sempre più corpo a quello che doveva essere solo un'allegoria dell'irrealtà. E cosi, in pieno Rinascimento e fino al XVIII secolo questo essere, partito come un ente coscientemente immaginario ed inesistente, trova ancora un suo spazio nelle prime opere che inaugurano la zoologia scientifica come animale reale.
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Versione attuale delle 15:27, 5 ago 2023

SCHEDA
Noimage.jpg
IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio e Femmina
Genitori: [[]] e [[]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
'
[[]]
[[]]
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Folklore
Continente: Europa
Area: -
Paese:
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Bestiari
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Creature Fantastiche
Sottotipologia: Animali
Specificità: -
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Animale-Animale
Indole: Neutrale
Elemento: Terra
Habitat: Foresta
ATTRIBUTI
Fisici
Animali

Capra Cervo

Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Letteralmente "capro-cervo". Sotto questo nome si celano due significati: da una parte esso designa una metafora dell'inesistente, un essere irreale ed anche impossibile; dall'altra invece questa metafora, per il semplice fatto di esistere come parola, e di far riferimento a due esseri naturali, è divenuta nel tempo la definizione di un essere ibrido, che è stato ritenuto reale. Cosi abbiamo da un lato filosofi che usano questo ente per disquisire sulle capacità dell'immaginazione, in grado di prescindere dai dati sensoriali, e di accoppiarli come meglio crede, in libertà; sull'altro versante abbiamo invece naturalisti che traducono la metafora in immagini di un possibile essere reale, dando sempre più corpo a quello che doveva essere solo un'allegoria dell'irrealtà. E cosi, in pieno Rinascimento e fino al XVIII secolo questo essere, partito come un ente coscientemente immaginario ed inesistente, trova ancora un suo spazio nelle prime opere che inaugurano la zoologia scientifica come animale reale.