Serafini

La più alta delle gerarchie angeliche. I Serafini si trovano alla presenza diretta di Dio.

ETIMOLOGIA[modifica]

La radice di Seraphim deriva sia dal verbo ebraico saraph (bruciare) che dal vocabolo ebraico saraph (fiammeggiante). Visto che il termine appare in riferimento ai serpenti incontrati nel deserto (Numeri 21,8; Deuteronomio 8,15; Isaia 14,29 e 30,6) è stato spesso supposto che fossero dei “serpenti fiammeggianti”. Per tale motivo è stata loro attribuita una forma serpentina e sono stati considerati come delle creature “fiammeggianti” o associate al fuoco.

ICONOGRAFIA[modifica]

Si dice che chiunque posi il suo sguardo su un Serafino verrebbe incenerito all’istante, visto l’immenso splendore da lui emanato. Vengono descritti come degli esseri possenti con sei ali e quattro teste, una per ogni punto cardinale. Un paio di ali servono per volare, un paio per velarsi gli occhi (poiché anche loro non possono guardare il volto di Dio) e uno per coprirsi i piedi (che è quasi certamente un eufemismo per indicare i genitali).
Nella visione avuta da Isaia nel Tempio, il profeta scorge i Serafini intorno al trono di Dio, mentre cantano al Signore e inneggiano “Santo, Santo, Santo…” (cap. 6). In tal caso sono raffigurati come esseri angelici, ma nel Libro dei Numeri appaiono come serpenti infiammati inviati per punire gli Israeliti.

Serafini noti[modifica]