Sant'Orsola

Principessa vissuta presumibilmente nel IV secolo dopo Cristo, martirizzata dagli Unni a Colonia. La sua storia ci è stata tramandata da varie opere agiografiche e da resoconti laici medievali. Di lei riferisce anche la Legenda Aurea. Le varie fonti appaiono però discordanti tra loro e alcuni elementi che riguardano la santa sono assolutamente improbabili.
Orsola era l'unica figlia del nobile Dionoto (il cui vero nome era però forse Noto), presentato a volte come cornovagliese, altre volte come bretone. Si presume che costui fosse il capo dei Dumnoni; non pare che avesse propriamente il titolo di re, ma il suo status sarebbe stato piuttosto quello di un governatore di un territorio, ormai cristianizzato, per conto dell'Impero Romano. Dionoto stesso era cristiano, così come la moglie e Orsola. La ragazza, molto bella d'aspetto, venne chiesta in sposa dal principe e condottiero inglese Conan Meriadoc, che a quanto pare era suo cugino (nei testi agiografici il giovane è chiamato perlopiù Ereo o Etereo, talora invece semplicemente Conan). Orsola si era ripromessa di restare vergine, per consacrarsi a Dio: ma a preoccuparla era soprattutto il fatto che Conan fosse pagano, e dunque rifiutare la proposta di matrimonio avrebbe potuto produrre un grave incidente diplomatico. Una notte vide in sogno un angelo, dal quale ricevette il consiglio di dettare condizioni. Orsola parlò quindi con suo padre, che affidò agli ambasciatori inglesi una lettera in cui veniva espressa la volontà della ragazza: consenso al matrimonio, ma dopo un periodo di tre anni e la richiesta di conversione dello sposo. Conan, mosso non soltanto da ragioni politiche, essendo realmente innamorato di Orsola, le promise che avrebbe abiurato. Il giovane, che nel frattempo aveva occupato l'Armorica divenendone dunque governatore, si accordò quindi con Dionoto per cementare l'alleanza: il padre di Orsola gli inviò 72.000 vergini, affinché sposassero i suoi soldati. Sempre secondo le condizioni imposte da Orsola, 11.000 di queste donne partirono con lei per un pellegrinaggio a Roma. Le fonti a questo punto discordano: secondo alcune, Conan si battezzò in patria e non seguì le donne; mentre per altre raggiunse Orsola a Roma oppure si imbarcò insieme a essa, e a battezzarlo sarebbe stato il papa. La coppia convolò anche a nozze, sebbene qualche Passio su Orsola affermi che essa morì nubile. La principessa e le compagne intrapresero il viaggio su una flotta di undici navi, che risalì tutto il fiume Reno, passando dunque anche da Colonia: a Basilea fecero ancorare i vascelli, per poi proseguire a piedi fino a Roma. Conan e Orsola ebbero un figlio, Gadeon, che probabilmente nacque a Roma durante il pellegrinaggio, anche se nei testi agiografici si dice che la principessa rimase vergine. Orsola si trovava ancora ospite presso il papa, quando una notte le apparve in sogno un angelo ad annunciare l'imminente martirio della principessa e di tutte le vergini. Poiché nel frattempo Dionoto era morto, Orsola avrebbe affidato Gadeon a Conan, affinché il bambino venisse riportato subito in patria. La santa si trattenne invece a Roma, dopodiché prese la via del ritorno ripercorrendo lo stesso itinerario. Giunte con le navi a Colonia, Orsola e le compagne trovarono la città invasa dagli Unni, che massacrarono le vergini in un solo giorno, un 21 ottobre. Orsola, risparmiata in un primo tempo, fu poi uccisa anch'essa, per essersi rifiutata di concedersi al capo dei barbari, che diede ordine a un suo arciere di saettarla. Tutte le vittime, meno Orsola, furono gettate in una fossa comune. Le ossa di molte delle vergini ritornarono alla luce nell'XI secolo e oggi sono conservate nella Basilica di Sant'Orsola a Colonia, sorta nel luogo dove avvenne l'eccidio. Testi agiografici tardi affermano che a Colonia vennero uccisi anche Conan, il suo seguito e persino il papa insieme ad alcuni prelati, unitisi a Orsola nel viaggio di ritorno: ma tali scritti seguono una versione assolutamente inverosimile, da ricondurre ai diversi abbagli presi dalla mistica Elisabetta di Schönau in seguito al rinvenimento di ossa maschili a Colonia, tra cui un uomo di nome "Aetherius", che sarebbe invece vissuto in epoca altomedievale. Non si conosce la data della canonizzazione delle martiri: il culto delle Undicimila era comunque già attestato ben prima dell'anno Mille. Oggi si ritiene che il numero delle vergini fosse decisamente inferiore: un errore di trascrizione in un documento conservato in un monastero presso Colonia dov'è indicato il "martirio di Orsola e delle sue compagne ad undecim milia (o ad undecim miliarium)", avrebbe causato l'equivoco. Sant'Orsola riposa a Bruges: alcune sue ossa si trovano però a Gozo.

Culto[modifica]

La Chiesa Cattolica celebra lei e le compagne (in numero non specificato) il 21 ottobre, giorno in cui sarebbe avvenuto il loro martirio.