Differenze tra le versioni di "Sak"

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Undicesimo mese dell'[[Haab]], con tutta probabilità aveva come patrono il dio del mese maya, detto [[Winal]], che veniva raffigurato con una testa di un rettile o di una rana. Nel mese di Sak i cacciatori celebravano una solennità tesa a chiedere perdono agli dèi per il sangue degli animali versato durante la caccia. Ciò dimostra il profondo rispetto che i Maya nutrivano per gli animali. Se questo sentimento di rispetto veniva meno, lo spirito tutelare dell’animale cacciato non avrebbe più concesso il successo nella caccia al sacrilego. Inoltre, presso i Maya vi era una cerimonia di espiazione dopo l’uccisione dell’animale, che obbligava il cacciatore a versare il proprio sangue sulle ferite dell’animale.
 
Undicesimo mese dell'[[Haab]], con tutta probabilità aveva come patrono il dio del mese maya, detto [[Winal]], che veniva raffigurato con una testa di un rettile o di una rana. Nel mese di Sak i cacciatori celebravano una solennità tesa a chiedere perdono agli dèi per il sangue degli animali versato durante la caccia. Ciò dimostra il profondo rispetto che i Maya nutrivano per gli animali. Se questo sentimento di rispetto veniva meno, lo spirito tutelare dell’animale cacciato non avrebbe più concesso il successo nella caccia al sacrilego. Inoltre, presso i Maya vi era una cerimonia di espiazione dopo l’uccisione dell’animale, che obbligava il cacciatore a versare il proprio sangue sulle ferite dell’animale.
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[[Categoria:Mitologia Precolombiana]]
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[[Categoria:Mitologia Maya]]
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[[Categoria:Americhe]]
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[[Categoria:Centroamerica]]
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[[Categoria:Calendario]]
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[[Categoria:Mesi]]

Versione delle 19:10, 6 nov 2013

Undicesimo mese dell'Haab, con tutta probabilità aveva come patrono il dio del mese maya, detto Winal, che veniva raffigurato con una testa di un rettile o di una rana. Nel mese di Sak i cacciatori celebravano una solennità tesa a chiedere perdono agli dèi per il sangue degli animali versato durante la caccia. Ciò dimostra il profondo rispetto che i Maya nutrivano per gli animali. Se questo sentimento di rispetto veniva meno, lo spirito tutelare dell’animale cacciato non avrebbe più concesso il successo nella caccia al sacrilego. Inoltre, presso i Maya vi era una cerimonia di espiazione dopo l’uccisione dell’animale, che obbligava il cacciatore a versare il proprio sangue sulle ferite dell’animale.