Differenze tra le versioni di "Partenope (1)"

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Una delle [[Sirene]]. Secondo una leggenda tardiva, quando Ulisse, grazie all'espediante dei tappi, non si lasciò irretire la loro canto, le Sirene si gettarono in mare per la disperazione. Il corpo di Partenope venne depositato dalle correnti marine in un luogo in cui fu edificata una città che prese il nome di Partenope, l'odierna [[Napoli]]. [[Strabone]] ref>Strabone, 5, 246</ref>riferisce che, ancora ai suoi tempi, era possibile ammirare in città il monumento dedicato alla sirena, cui venivano tributate feste e giochi atletici.
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<br> Secondo [[Filargirio]]<ref>Giunio Filargirio, ''Ad. Georg.'', 4,564</ref>, la città di Partenope fu fondata dai Cumani sulla tomba della sirena, ma ben presto i Cumani stessi avevano deciso di distruggerla, perchè era diventata grazie alla sua prosperità, una concorrente temibile.
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<br>Non appena ebbero distrutto la città, però una terribile epidemia si sparse tra la popolazione di [[Cuma]], un oracolo predisse che per allontanare l'epidemia bisognava ricostruire la città (che prese allora in nome di ''Neapolis'', "città nuova") e istituire cerimonie religiose in onore di Partenope.
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[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
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Versione delle 20:05, 25 mag 2011

Una delle Sirene. Secondo una leggenda tardiva, quando Ulisse, grazie all'espediante dei tappi, non si lasciò irretire la loro canto, le Sirene si gettarono in mare per la disperazione. Il corpo di Partenope venne depositato dalle correnti marine in un luogo in cui fu edificata una città che prese il nome di Partenope, l'odierna Napoli. Strabone ref>Strabone, 5, 246</ref>riferisce che, ancora ai suoi tempi, era possibile ammirare in città il monumento dedicato alla sirena, cui venivano tributate feste e giochi atletici.
Secondo Filargirio[1], la città di Partenope fu fondata dai Cumani sulla tomba della sirena, ma ben presto i Cumani stessi avevano deciso di distruggerla, perchè era diventata grazie alla sua prosperità, una concorrente temibile.
Non appena ebbero distrutto la città, però una terribile epidemia si sparse tra la popolazione di Cuma, un oracolo predisse che per allontanare l'epidemia bisognava ricostruire la città (che prese allora in nome di Neapolis, "città nuova") e istituire cerimonie religiose in onore di Partenope.

Note

  1. Giunio Filargirio, Ad. Georg., 4,564