Lamo (2)

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[]] e [[]]
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oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
'
[[]]
[[]]
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[[{{{consorte4}}}]]
[[{{{consorte5}}}]]
LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Italia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Romani
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Guerrieri
Specificità: Fanti
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE
Decapitazione [[:Elenchi:-, Ebbrezza|-, Ebbrezza]]


Giovane guerriero rutulo dell'esercito di Turno nella guerra contro Enea.

MORTE[modifica]

Come è scritto nel nono libro dell'Eneide, Lamo trovò la morte durante la notte dell'assedio alla cittadella troiana insieme ai commilitoni Lamiro e Serrano - coi quali aveva gozzovigliato a lungo - e a Remo, condottiero del corpo militare cui i tre appartenevano: vennero tutti decapitati da Niso, entrato furtivamente nella tenda in cui essi dormivano.


e lo scudiero di Remo sopprime, e all'auriga, scovato proprio sotto i cavalli, col ferro fende il pendulo collo; poi la testa a lui stesso asporta, al padrone, e il tronco abbandona palpitante di sangue; scuro il tiepido fiotto la terra e il letto inzuppa. Così poi Lamiro e Lamo e il giovane Serrano, che a lungo quella notte aveva giocato, bello com'era, e disteso, le membra sopraffatte dall'abbondanza del dio: felice, se proseguendo avesse pareggiato la notte al gioco e fino alla luce del giorno l'avesse protratto (Virgilio, Eneide)


Sempre nel libro IX, ai versi in cui viene descritto il ritrovamento dei giovani rutuli uccisi nel sonno da Eurialo e Niso, si legge:

Nel campo c'era un uguale cordoglio per il ritrovamento di Ramnete esangue,
e di tanti capi uccisi da un'unica spada, e Serrano e Numa

(Virgilio, Eneide)

ma il nome "Numa" non era stato fatto nella descrizione della strage. Si tratta dunque di una svista di Virgilio, che come noto lasciò il suo poema privo dell'ultima revisione.
Un rutulo di nome Numa morirà nel libro X, mentre nel libro IX in luogo di "Numa" si deve ipotizzare il nome di un guerriero che condivide lo stesso destino del personaggio citato subito prima, Serrano, decapitato insieme ad altri tre da Niso. Gli unici due nomi possibili sono "Lamo" e "Remo", non essendo "Lamiro" bisillabo come "Numa". Entrambe le ipotesi restano ugualmente valide: potrebbe trattarsi di Lamo, visto che al pari di Serrano è sorpreso giacente a terra da Niso, a differenza di Remo che viene decapitato nel suo letto; o forse l'identità è proprio quella di Remo, considerando lo status di condottiero del personaggio (mentre Lamo risulta essere un carattere insignificante, degno di menzione solo per il suo nome in allitterazione con quello del compagno Lamiro). Il passo va pertanto ripensato come "e Serrano e Lamo", oppure "e Serrano e Remo", con implicito riferimento alle teste recise dei guerrieri.

Interpretazione[modifica]

Interessante notare come nella descrizione dell'assassinio di Lamiro, Lamo e Serrano il poeta segua un procedimento narrativo diverso da quello riguardante l'analoga sorte di Remo: l'audace uso della doppia negazione nec non, con valore affermativo, cui Virgilio fa sottintendere l'ultima azione della scena di sangue precedente, ovvero l'allontanarsi di Niso dal troncone sussultante del condottiero (verbo latino relinquit) fa sì che stavolta siano messi inizialmente agli occhi del lettore i busti delle nuove vittime.

BIBLIOGRAFIA[modifica]

Fonti Antiche[modifica]