Differenze tra le versioni di "Edipo a Colono"

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[[Edipo]], ormai mendico e cieco, nel suo vagabondare insieme alla figlia [[Antigone]], arriva a [[Colono]], un sobborgo nei pressi di [[Atene]], in obbedienza ad un'antica profezia che diceva che lì sarebbero terminati i suoi giorni. Gli abitanti del luogo, conosciuta la sua identità, vorrebbero allontanarlo, ma il re di Atene, [[Teseo]], gli accorda ospitalità e protezione. A questo punto Edipo rivela a Teseo che quando i Tebani diverranno nemici degli Ateniesi, la sua tomba preserverà i confini dell'[[Attica]]. L'altra figlia [[Ismene]] li raggiunge, portando la notizia dello scontro fra i fratelli [[Eteocle]] e [[Polinic]]e, anch'essi figli di Edipo. Secondo un oracolo, la vittoria sarebbe arrisa a quello dei fratelli che fosse riuscito ad assicurarsi l'appoggio paterno. Arriva anche [[Creonte]], re di [[Tebe]], per convincere Edipo a tornare in patria, ma, visto il rifiuto di quest'ultimo, Creonte prende in ostaggio le figlie, che vengono però messe in salvo da Teseo. Giunge poi Polinice, nel tentativo di ingraziarsi le simpatie del padre, ma viene scacciato da Edipo. Infine si manifestano una serie di prodigi divini, che fanno capire ad Edipo che la sua fine è vicina. Egli viene accompagnato da Teseo in un boschetto sacro alle [[Eumenidi]], e lì sparisce per volontà degli dei, dopo aver predetto al re di Atene lunga prosperità per la sua città. Antigone e Ismene vorrebbero correre a vedere il luogo in cui il loro padre ora riposa, ma Teseo le ferma: a nessuno è lecito accostarsi a quel luogo. Le due sorelle si preparano allora a fare rientro a Tebe.
 
[[Edipo]], ormai mendico e cieco, nel suo vagabondare insieme alla figlia [[Antigone]], arriva a [[Colono]], un sobborgo nei pressi di [[Atene]], in obbedienza ad un'antica profezia che diceva che lì sarebbero terminati i suoi giorni. Gli abitanti del luogo, conosciuta la sua identità, vorrebbero allontanarlo, ma il re di Atene, [[Teseo]], gli accorda ospitalità e protezione. A questo punto Edipo rivela a Teseo che quando i Tebani diverranno nemici degli Ateniesi, la sua tomba preserverà i confini dell'[[Attica]]. L'altra figlia [[Ismene]] li raggiunge, portando la notizia dello scontro fra i fratelli [[Eteocle]] e [[Polinic]]e, anch'essi figli di Edipo. Secondo un oracolo, la vittoria sarebbe arrisa a quello dei fratelli che fosse riuscito ad assicurarsi l'appoggio paterno. Arriva anche [[Creonte]], re di [[Tebe]], per convincere Edipo a tornare in patria, ma, visto il rifiuto di quest'ultimo, Creonte prende in ostaggio le figlie, che vengono però messe in salvo da Teseo. Giunge poi Polinice, nel tentativo di ingraziarsi le simpatie del padre, ma viene scacciato da Edipo. Infine si manifestano una serie di prodigi divini, che fanno capire ad Edipo che la sua fine è vicina. Egli viene accompagnato da Teseo in un boschetto sacro alle [[Eumenidi]], e lì sparisce per volontà degli dei, dopo aver predetto al re di Atene lunga prosperità per la sua città. Antigone e Ismene vorrebbero correre a vedere il luogo in cui il loro padre ora riposa, ma Teseo le ferma: a nessuno è lecito accostarsi a quel luogo. Le due sorelle si preparano allora a fare rientro a Tebe.
  
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Versione attuale delle 21:27, 26 gen 2023

EDIPO A COLONO
Edipoacolono.jpeg
Titolo orig.: Oἰδίπoυς ἐπὶ Κολωνῷ
Autore: Sofocle
Nazione: {{{nazione}}}
Sezione: Mitologia Greca
Anno: 401 a.C.
Tipo: Fonti Antiche
Genere: Tragedie
Subgenere: {{{subgenere}}}
Lingua orig.: Greco antico
In Biblioteca: Si
Traduzione: Italiano

Edipo a Colono (in greco antico: Oἰδίπoυς ἐπὶ Κολωνῷ, Oidìpus epì Kolōnō) è una tragedia scritta da Sofocle e rappresentata postuma nel 401 a.C. L'opera viene a volte indicata anche come Edipo coloneo o Edipo secondo, in quanto costituisce la prosecuzione della vicenda raccontata dallo stesso Sofocle nell’Edipo re. La storia collettiva della famiglia di Edipo viene chiamata saga dei Labdacidi.

TRAMA[modifica]

Edipo, ormai mendico e cieco, nel suo vagabondare insieme alla figlia Antigone, arriva a Colono, un sobborgo nei pressi di Atene, in obbedienza ad un'antica profezia che diceva che lì sarebbero terminati i suoi giorni. Gli abitanti del luogo, conosciuta la sua identità, vorrebbero allontanarlo, ma il re di Atene, Teseo, gli accorda ospitalità e protezione. A questo punto Edipo rivela a Teseo che quando i Tebani diverranno nemici degli Ateniesi, la sua tomba preserverà i confini dell'Attica. L'altra figlia Ismene li raggiunge, portando la notizia dello scontro fra i fratelli Eteocle e Polinice, anch'essi figli di Edipo. Secondo un oracolo, la vittoria sarebbe arrisa a quello dei fratelli che fosse riuscito ad assicurarsi l'appoggio paterno. Arriva anche Creonte, re di Tebe, per convincere Edipo a tornare in patria, ma, visto il rifiuto di quest'ultimo, Creonte prende in ostaggio le figlie, che vengono però messe in salvo da Teseo. Giunge poi Polinice, nel tentativo di ingraziarsi le simpatie del padre, ma viene scacciato da Edipo. Infine si manifestano una serie di prodigi divini, che fanno capire ad Edipo che la sua fine è vicina. Egli viene accompagnato da Teseo in un boschetto sacro alle Eumenidi, e lì sparisce per volontà degli dei, dopo aver predetto al re di Atene lunga prosperità per la sua città. Antigone e Ismene vorrebbero correre a vedere il luogo in cui il loro padre ora riposa, ma Teseo le ferma: a nessuno è lecito accostarsi a quel luogo. Le due sorelle si preparano allora a fare rientro a Tebe.

IL TESTO[modifica]

Per visualizzare il testo integrale vai a Biblioteca:Sofocle, Edipo a Colono