Biblioteca:Igino, Fabulae 57

Stenebea[modifica]

Quando l’esule Bellerofonte giunse ospite presso il re Preto, sua moglie Stenebea s’invaghì di lui. Poiché egli rifiutò di concedersi a lei, la donna lo denunciò falsamente al marito affermando che le aveva fatto violenza. A questa notizia Preto scrisse la cosa su alcune tavolette e inviò Bellerofonte presso il re Iobate, padre di Stenebea; quando questi ebbe letto le tavolette non volle mettere a morte un così grande eroe ma lo inviò a uccidere la Chimera, che si diceva spirasse fuoco da tre teste: la prima di leone, l’ultima di serpente, mentre quella in mezzo era della stessa Chimera. Ma l’eroe, montando su Pegaso, la uccise; si dice che poi cadde nella pianura Alea, dove sembra che si sia fratturato un femore. Ma il re, ammirato per i suoi atti di coraggio, gli diede in sposa l’altra sua figlia. Quanto a Stenebea, quando udì questi eventi si uccise.